
La fondazione fissa il consiglio di indirizzo il 21 maggio: in corsa l’ex ministro Siniscalco.Giornata fitta di riunioni in Fondazione Crt che in agenda si segna una data cerchiata di rosso: il 21 maggio, quando si terrà la riunione del consiglio di indirizzo per nominare il nuovo presidente della fondazione torinese dopo le dimissioni di Fabrizio Palenzona. L’obiettivo è accelerare anche per evitare il commissariamento.Ieri pomeriggio si sono tenuti, prima il vecchio consiglio di indirizzo dell’ente (quindi parliamo di consiglieri non più in carica) riunito in una riunione informale convocata dal presidente a interim Maurizio Irrera per mettere a punto la risposta da recapitare al ministero dell’Economia. Poi, a riunirsi è stato il consiglio di amministrazione che ha approvato il calendario dei prossimi appuntamenti. Il consiglio di indirizzo (CdI) si riunirà il 7 maggio per l’insediamento ufficiale dei nuovi membri dello stesso e poi il 14 maggio per la cooptazione del consigliere mancante, portando così a 22 il numero dei membri del cdi come previsto dallo statuto dell’ente. Infine, il 21 maggio si terrà la riunione del Cdi nella quale sarà nominato il nuovo presidente della fondazione torinese. In base allo statuto della fondazione, il nuovo vertice deve essere scelto entro un mese dalle dimissioni di Palenzona, avvenute il 23 aprile. Intanto, è già partito il totonomi come quelli dell’ex ministro Domenico Siniscalco e della giurista Anna Maria Poggi. La giornata di ieri era stata preceduta dall’invio di due lettere molto dure da parte di due consiglieri uscenti del Cdi, ed ex magistrati: Arturo Soprano e Massimo Terzi. Entrambi chiedono che il Mef e la Procura della Repubblica facciano «pulizia». La tensione resta dunque alta dopo le dimissioni di Palenzona e il faro acceso dal Mef. Lo scorso 24 aprile il direttore generale di Palazzo Sella, Marcello Sala, in una lettera inviata al consiglio di indirizzo, al cda e al collegio sindacale ha chiesto i verbali delle tre ultime riunioni (dei cdi del 19 aprile e dei cda del 19 e del 22 aprile) «nonché ogni deliberazione assunta nel mentre anche non approvata». Il tempo stringe, giacché per il «carattere di urgenza» della disposizione, la documentazione è attesa entro «dieci giorni dalla ricezione» della notifica e «il collegio sindacale, posto a vigilanza della legge e dello statuto, informerà tempestivamente il ministero in ordine a eventuali impedimenti al rispetto del suddetto termine, provvedendo a fornire motivazione degli stessi». Nel frattempo, nonostante il terremoto al vertice, la fondazione - come sottolineano dall’interno dell’ente torinese - prosegue le sue attività di erogazione sul territorio. Di recente, tra gli altri, si è concluso il bando «Missione Soccorso», un progetto storico della fondazione che dal 2002 ha contribuito a donare al territorio 608 ambulanze per il primo soccorso con uno stanziamento complessivo di 30 milioni. Sono stati inoltre selezionati i dieci vincitori delle Borse di ricerca del progetto Lagrange, programma che dal 2003 sostiene progetti di ricerca scientifica e tecnologica nell’ambito dei big data con un investimento complessivo superiore ai 44 milioni. Sono anche in corso le attività per le scuole, o quelle per la formazione gratuita a sostegno dell’inclusività dei servizi culturali e museali. Proprio in questi giorni si è infine chiuso il bando «Immagini e Prospettive» a cui Fondazione Crt partecipa da quasi vent’anni a supporto delle attività espositive con finanziamenti complessivi per 14 milioni e chiuderà il 10 maggio il bando Vivomeglio che punta a migliorare la qualità della vita e l’autonomia delle persone con disabilità e delle loro famiglie con un investimento complessivo, sino ad oggi, pari a 28,5 milioni.
Donald Trump (Ansa)
L’inquilino della Casa Bianca spinge per la consegna delle salme degli ostaggi israeliani e intanto incassa i complimenti di Biden per l’accordo su Gaza: «Gli sono profondamente grato». Raid Usa contro una nave in Venezuela: uccisi sei narcos.
Fattah al Sisi (Ansa)
Mentre crescono i dubbi Usa su Blair, il leader egiziano è sempre più centrale. Anche per i rapporti con l’Iran.
Il valico di Rafah (Getty Images)
Hamas non ha restituito tutti i cadaveri: l’ipotesi è che voglia negoziare il rilascio di Barghouti e delle salme dei fratelli Sinwar. Israele chiude il valico di Rafah e riduce il flusso di aiuti. Trump: «Inizi subito la fase 2».
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa del 15 ottobre con Flaminia Camilletti