2025-05-27
Ira di Washington su Putin e Zelensky. Mosca abbozza: «Reazione emotiva»
Volodymyr Zelensky (Ansa)
Donald Trump lancia bordate: «Il leader russo sembra completamente impazzito, quello ucraino crea problemi ogni volta che parla». Risposta conciliante del Cremlino: «Gli siamo grati, il momento crea sovraccarichi».Il premier tedesco conferma che non ci sono più restrizioni alla possibilità di difesa dell’esercito gialloblù. Il governo italiano però ribadisce: «Serve un intervento Onu».Lo speciale contiene due articoliIl processo diplomatico ucraino continua a rivelarsi in salita. E Donald Trump è tornato a esprimere irritazione nei confronti sia di Vladimir Putin che di Volodymyr Zelensky.«Ho sempre avuto un ottimo rapporto con Vladimir Putin, ma gli è successo qualcosa. È completamente impazzito!», ha dichiarato domenica il presidente americano, per poi aggiungere: «Sta uccidendo inutilmente un sacco di persone, e non parlo solo di soldati. Missili e droni vengono lanciati contro le città ucraine, senza alcun motivo». «Ho sempre detto che lui vuole tutta l’Ucraina, non solo una parte, e forse si sta rivelando giusto, ma se così fosse, ciò porterebbe alla caduta della Russia!», ha proseguito.L’inquilino della Casa Bianca si è poi rivolto a Zelensky, il quale si era lamentato del silenzio degli Stati Uniti a riguardo del massiccio attacco russo contro l’Ucraina avvenuto nella notte del 25 maggio. «Allo stesso modo, il presidente Zelensky non sta rendendo alcun favore al suo Paese parlando in quel modo», ha tuonato Trump, «Tutto ciò che esce dalla sua bocca crea problemi, non mi piace, ed è meglio che finisca». «Questa è la guerra di Zelensky, Putin e Biden, non di Trump. Sto solo contribuendo a spegnere i grandi e brutti incendi appiccati da una grave incompetenza e dall’odio», ha concluso.Interpellato ieri sulle dichiarazioni del presidente americano relative a Putin, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato: «Siamo davvero grati agli americani e al presidente Trump personalmente per il loro aiuto nell’organizzazione e nell’avvio di questo processo negoziale». «Certo, allo stesso tempo, questo è un momento molto cruciale, che è associato, ovviamente, al sovraccarico emotivo di tutti e alle reazioni emotive», ha aggiunto, sostenendo che i recenti lanci di droni sarebbero una ritorsione agli attacchi ucraini contro le «infrastrutture sociali» russe.«L’aumento degli attacchi russi dovrebbe essere affrontato con sanzioni più severe. Il disprezzo della Russia per la diplomazia e il rifiuto persino di prendere in considerazione un cessate il fuoco devono essere affrontati con il congelamento delle finanze russe e l’interruzione del commercio di petrolio», ha dichiarato, dall’altra parte, Zelensky, che dovrebbe recarsi a Berlino domani. E proprio il ministro degli Esteri tedesco, Johann Wadephul, domenica aveva invocato un ulteriore inasprimento delle sanzioni dell’Ue contro la Russia. Dal canto suo, Emmanuel Macron ha auspicato che si imponga a Mosca una deadline per l’accettazione di un cessate il fuoco: in caso di rifiuto, secondo il presidente francese, dovrebbero scattare «sanzioni massicce». Tutto questo, mentre, secondo Bloomberg News, la Commissione europea starebbe considerando di abbassare il tetto del prezzo del petrolio russo.Nel frattempo, Kiev ha accusato Pechino di fornire a Mosca del materiale a scopo militare. «Ci sono informazioni secondo cui la Cina sta fornendo macchinari, prodotti chimici speciali, polvere da sparo e componenti specificamente a imprese a scopo militare. Abbiamo dati confermati su 20 fabbriche russe», ha affermato il capo dell’intelligence estera ucraina, Oleh Ivashchenko. «Sappiamo che la Corea del Nord ha iniziato a fornire alla Russia specialisti con un background adeguato a lavorare nel settore industriale della difesa, in particolare nell’industria aeronautica», ha anche affermato.Dall’altra parte, ieri il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, era a Mosca, dove ha incontrato il consigliere di Putin, Vladimir Medinsky: si tratta dell’uomo che ha guidato la delegazione russa ai recenti colloqui di Istanbul con i rappresentanti di Kiev. Segno, questo, del fatto che Ankara sta acquisendo un peso crescente nel processo diplomatico ucraino. La Turchia intrattiene solidi legami sia con Mosca che con Kiev, sebbene le relazioni con la Russia si siano (in parte) raffreddate dopo che, l’anno scorso, Recep Tayyip Erdogan ha appoggiato l’offensiva di Mohammed Al Jolani contro Bashar Al Assad in Siria. E proprio la Siria rappresenta, al momento, il tallone d’Achille di Mosca, soprattutto dopo che Trump, la settima scorsa, ha allentato le sanzioni statunitensi al nuovo regime filoturco di Damasco. L’altro attore internazionale che, con l’appoggio della Casa Bianca, punta ad avere un ruolo centrale nella mediazione è la Santa Sede: papa Leone XIV ha infatti dato la disponibilità a ospitare eventuali colloqui russo-ucraini in Vaticano. Ieri Reuters, citando non meglio precisate fonti russe, ha tuttavia sostenuto che Mosca non gradirebbe una tale mediazione in considerazione del fatto che la Città del Vaticano è geograficamente collocata in un Paese, l’Italia, che è membro sia della Nato che dell’Unione europea.Il quadro complessivo resta ingarbugliato. Per ora, l’asse tra Mosca e Pechino sembra resistere. Il che rende la Russia più propensa a mantenere l’approccio duro sul dossier ucraino, irritando la Casa Bianca. Dall’altra parte, come abbiamo visto, il Cremlino ha seri problemi in Siria: una debolezza su cui Trump sta cercando di fare leva, per «stanare» Putin. Quello stesso Trump che, nel recente passato, non aveva escluso di colpire Mosca con delle sanzioni secondarie sul petrolio russo. La partita resta complessivamente complicata. Solo il tempo ci dirà come andrà a finire.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/ira-di-washington-su-putin-2672212773.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="merz-kiev-colpisca-senza-limiti" data-post-id="2672212773" data-published-at="1748343149" data-use-pagination="False"> Merz: «Kiev colpisca senza limiti» Non si sono fatti attendere i commenti dell’Europa dopo i bombardamenti russi e le reazioni del presidente americano Donald Trump. Alcuni leader europei sembrano voler sottolineare come il tycoon sia stato preso in giro dal presidente russo Vladimir Putin, ma hanno anche rilasciato dichiarazioni che suonano come un pericoloso preludio a un’ulteriore escalation. Il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, che domani dovrebbe incontrarsi con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Berlino, ha infatti annunciato: «Non ci sono più restrizioni sulla gittata delle armi fornite all’Ucraina, né dagli inglesi, né dai francesi, né da noi, né dagli americani». E quindi «l’Ucraina può anche difendersi, per esempio attaccando posizioni militari in Russia. Fino a qualche tempo fa non poteva farlo. Ora può». La risposta del Cremlino è stata immediata, con il portavoce russo, Dmitry Peskov, che ha definito questa scelta come «una decisione piuttosto pericolosa» e contraria «alle aspirazioni» russe «di raggiungere un accordo politico». Suonano invece come un «te lo avevo detto» le parole del presidente francese Emmanuel Macron. «Penso che il presidente Trump si renda conto che quando il presidente Putin ha detto che era pronto per la pace, gli ha mentito» ha affermato il leader francese, aggiungendo come questo dimostri «la natura inautentica delle discussioni che possono avere avuto luogo». Ha anche precisato: «Abbiamo visto la rabbia di Donald Trump esprimersi ancora una volta nelle ultime ore», bollandola come «una forma di impazienza» e auspicando che «si traduca in azione». Il capo di Stato francese ha inoltre sottolineato come sia necessario fissare «una scadenza per il presidente Putin» riguardo al cessate il fuoco e a cui, in caso contrario, dovrebbero corrispondere «massicce rappresaglie». Anche il primo ministro danese, Mette Frederiksen, ha evidenziato il doppiogiochismo russo, sostenendo che «di giorno Putin parla di negoziati, poi di notte bombarda l’Ucraina». Riguardo alla linea italiana, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha spiegato ieri a Quarta repubblica: «Il governo ha avuto una posizione lineare, corretta, coerente, ha preso anche delle posizioni talvolta che avevano dato fastidio, magari anche ai nostri alleati». Riguardo alla pace ha chiarito che «dovrà essere l’Onu a sancire in che modo intervenire», in quanto «se interviene una coalizione che viene vista negativamente già di principio dalla Russia, che intanto dirà nelle condizioni di pace che non la vuole, poi, se per caso fosse imposta in qualche modo, rischiamo di aprire un altro conflitto». Intanto, sul versante dell’Unione europea, si conferma la volontà di aumentare le pressioni contro Mosca. L’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Kaja Kallas, ha dichiarato: «Sta a noi fare pressione sulla Russia affinché voglia davvero la pace». Ed è stato annunciato anche che nel G7 Finanze i paesi europei e «altri alleati» si sono detti favorevoli a un tetto sul petrolio russo. La Nato invece invita a non peccare di «ingenuità», con il segretario generale Mark Rutte che ha avvertito come la Cina, la Corea del Nord e l’Iran stiano aiutando Mosca nella guerra. E c’è chi teme che la Russia possa testare la capacità difensiva europea tra due anni. Il commissario europeo per la Difesa e lo spazio, Andrius Kubilius, durante un’audizione a Montecitorio, ha infatti affermato: «La Russia potrebbe anche testare la nostra resilienza e la nostra risposta con l’articolo 5» dell’Alleanza atlantica e quindi «potrebbe essere pronta a testarci anche nel 2027».
Edoardo Raspelli (Getty Images)
Nel riquadro: Mauro Micillo, responsabile Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo (Getty Images)
L'ex procuratore di Pavia Mario Venditti (Ansa)