2025-07-27
Il metodo Boeri: così costruisce la sua rete
Stefano Boeri (Getty Images)
L’archistar frigna sui social: «Non sono un cementificatore, sono oggetto di una campagna diffamatoria». Eppure compare in tre inchieste, attorno a lui ruotano professionisti che spuntano in tutti i maxi interventi di Milano. E, grazie a Gualtieri, pure di Roma.il nome di Stefano Boeri. Architetto, ex assessore, professore ordinario del Politecnico di Milano, volto internazionale della green architecture italiana, presidente della Triennale, Boeri appare oggi al centro di un sistema professionale e istituzionale estremamente compatto, che da anni influenza concorsi pubblici, incarichi strategici e grandi trasformazioni urbane a Milano e, più di recente, anche a Roma. Di sicuro un bel cambiamento rispetto a quando, negli anni Settanta, stava in piazza con i katanga del Movimento studentesco. Ieri l’archistar del Bosco verticale ha rotto il silenzio su Facebook scrivendo di amare Milano.«Sono un architetto e non un cementificatore. E ho fiducia nel lavoro della magistratura». Non solo. Ha scritto di essere «oggetto di una violenta campagna diffamatoria dovuta in particolare alla diffusione di una serie di frammenti decontestualizzati di miei messaggi privati». Boeri è indagato per turbativa d’asta nel concorso Beic e a processo per Bosconavigli. È poi coinvolto in uno dei filoni più corposi dell’inchiesta, dove compare anche Giuseppe Marinoni, ex presidente della commissione Paesaggio, indagato per corruzione, in attesa della decisione del giudice sulla richiesta di custodia cautelare in carcere. Attorno a loro si muove una rete stabile e ripetitiva: Baukuh, Onsite Studio, Metrogramma, Beretta Associati, SCEproject, con alcuni professionisti coinvolti negli atti giudiziari e altri ricorrenti nelle medesime operazioni. Come Andrea Caputo, architetto classificatosi terzo nel concorso Beic, anche lui sotto indagine.Uno dei casi più rappresentativi è quello di piazzale Loreto, dove il progetto Loc viene aggiudicato da Nhood services Italy, la società diretta da Carlo Masseroli (non indagato), ex assessore all’urbanistica durante la giunta di Letizia Moratti. Le intercettazioni acquisite dagli inquirenti mostrano un coordinamento parallelo tra Masseroli e Marinoni, che di fatto guidavano l’iter del progetto oltre le vie istituzionali. I progettisti incaricati? Il già nominato Caputo e Andrea Boschetti dello studio Metrogramma, tra i protagonisti anche dell’iniziativa Radical flows, presentata all’Ordine degli architetti di Milano il 26 maggio 2025, con apertura dei lavori del presidente Federico Aldini e videomessaggio di saluti dell’assessore Giancarlo Tancredi.Boschetti, oltre a Radical flows, è anche coautore con Boeri del Parco del Ponte Morandi a Genova, altro progetto di rilevanza nazionale. E proprio Radical flows, promosso da Sara Banti (ex direttrice della rivista Abitare, in orbita Boeri), da Boschetti e da Nicola Russi (Laboratorio permanente), ha rappresentato l’ennesima piattaforma che molti architetti e intellettuali hanno criticato quale operazione per distribuire visibilità e potere. Russi, con Laboratorio permanente, aveva vinto nel 2019 il concorso per Scalo Farini e Scalo San Cristoforo. Proprio su Scalo Farini, un progetto da oltre 700.000 mq, compare anche lo studio Oma di Rem Koolhaas, in team con Laboratorio permanente. Il cerchio si chiude ufficialmente il 24 giugno 2025 quando Boeri, Koolhaas e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri presentano insieme il Laboratorio Roma050, che appare ispirato al «modello Milano». Il passaggio è evidente: le mani che hanno ridisegnato Milano si apprestano a ridisegnare anche Roma, nonostante inchieste e processi.Del resto, il concorso Beic del 2023 è il nodo più noto ma non il più determinante. In giuria sedevano Boeri e Cino Zucchi; a vincere furono Baukuh + Onsite studio + SCEproject. Caputo arrivò terzo. Dopo l’apertura del fascicolo e l’accusa di turbativa d’asta e falso, sia Boeri sia Zucchi sono stati interdetti dalle giurie pubbliche. Tra i vincitori c’è SCEproject, di cui almeno un ingegnere risulta coinvolto anche nei progetti Bosconavigli e Torre Stresa, quest’ultimo condiviso con Beretta associati, il cui titolare Gianni Maria Ermanno Beretta è rinviato a giudizio come progettista e direttore lavori .Ma è andando indietro nel tempo che il disegno si chiarisce. Nel 2011, nel concorso per la Casa della memoria promosso dal Comune e da Hines, in giuria sedevano Boeri e Manfredi Catella (allora alla guida di Hines, oggi ceo di Coima). A vincere furono Baukuh, Caputo arrivò secondo (un altro piazzamento, come su Beic), e 2A+P/A di Matteo Costanzo ricevette una menzione speciale. Oggi, Costanzo è parte del Laboratorio Roma050, la struttura diretta da Boeri per esportare il «modello Milano» nella capitale.Il caso degli scali ferroviari è forse il più macroscopico. Un’operazione da oltre un milione di metri quadri, formalmente pensata per rigenerare sette aree dismesse ma diventata in breve una piattaforma per distribuire incarichi diretti e rafforzare alleanze istituzionali. A fine 2016, Boeri partecipa all’evento «Dagli scali la nuova città», presentato come urbanistica partecipata, ma l’accordo era già chiuso. Contestualmente, cinque incarichi senza concorso vanno a Boeri, Zucchi (con Baukuh e Onsite), Houben, Tagliabue e Ma Yansong: archistar scelte più per visibilità che per coerenza con Milano.Tutto si tiene. Boeri lanciò anche il Fiume verde, ma è rimasto uno slogan: niente alberi, stessi tracciati. La Circle line, venduta come svolta, è un collegamento inefficiente, non il secondo passante ferroviario che Giorgio Goggi aveva già posto alla base della trattativa con Fs nella giunta di Gabriele Albertini. Anche il caso del Pirellino (Pirelli 39) segue questo schema. Il concorso, organizzato da Coima, serviva a giustificare un aumento di cubatura sull’edificio dismesso di via Melchiorre Gioia, ai sensi della normativa vigente. A vincere, però, è proprio Boeri, in team con Diller Scofidio + Renfro. Secondo quanto emerge dalle carte, è poi lo stesso Boeri a sollecitare direttamente Marinoni e Sala per sbloccare l’iter. Diller Scofidio vincerà anche il bando su Scalo Romana, in collaborazione con altri studi interazionali, in una proposta presentata da Coima in coabitazione con Prada e Covivio. Il circuito è sempre lo stesso, anche quando cambia pelle.