La scelta dei governi di investire in armamenti per il conflitto in Ucraina ha fermato il calo. A iniziare dalla Germania con l’exploit di Rheinmetall. In Italia si segnala Leonardo, ma gli Usa restano i capofila.
La scelta dei governi di investire in armamenti per il conflitto in Ucraina ha fermato il calo. A iniziare dalla Germania con l’exploit di Rheinmetall. In Italia si segnala Leonardo, ma gli Usa restano i capofila.Finché c’è guerra c’è speranza. Non è solo il titolo di un film di Alberto Sordi del 1974, ma un concetto che fotografa bene l’andamento delle società quotate nel mondo che operano nel settore armi e Difesa che, a fronte di un mercato azionario da inizio 2022 fortemente in calo, mostrano invece rialzi a due o anche tre cifre.Del resto, quasi tutti i governi hanno deciso di aumentare il bilancio per la Difesa e i massicci aiuti all’Ucraina contro l’aggressione russa. Secondo diversi analisti, tutto questo sosterrà fortemente il settore, anche se, come risulta evidente, «alcuni titoli hanno già incorporato in buona parte questo effetto con rialzi poderosi», spiega Salvatore Gaziano, direttore investimenti di SoldiExpert Scf. «Si veda per esempio la tedesca Rheinmetall è il più grande gruppo di armamenti tedesco che da inizio anno ha visto le quotazioni salire di oltre il 130%».Proprio in Germania il governo federale ha annunciato un bilancio speciale per il bilancio della Difesa e, secondo il cancelliere federale, Olaf Scholz, si dovrebbe investire di più nella sicurezza per proteggere la libertà e la democrazia in Germania. Per questo sono stati stanziati immediatamente già 100 miliardi di euro. Le discussioni sull’uso specifico dei fondi prevedono oltre a munizioni, carri armati, navi da guerra e aerei anche probabilmente uno scudo missilistico multimiliardario basato sul modello israeliano.Da anni, comunque, si è notato un aumento globale delle spese militari. L’istituto di ricerca sulla pace di Stoccolma, il Sipri (Stockholm international peace research), pubblica i dati sulle più grandi compagnie di armamenti del mondo e, a differenza degli anni precedenti, questa classifica ora include anche le società cinesi. All’interno di questa classifica, le aziende tedesche primeggiano ma, al mondo, in valore assoluto sono gli Stati Uniti a guidare questa classifica spendendo 778 miliardi di dollari, pari al 3,7% del loro Prodotto interno lordo, ma soprattutto pari al 39% dell’intera spesa militare di tutte le nazioni mondiali (quasi 2000 miliardi di dollari).Ad oggi, in tempi di investimento sostenibili, ovvero Esg, molti fondi hanno deciso negli scorsi mesi di escludere buona parte delle società produttrici di armi, almeno se un’azienda in quest’area raggiunge una certa soglia di vendita. Inoltre, nel preparare la tassonomia, l’Unione europea aveva inizialmente pianificato di classificare la produzione di armi come insostenibile.Ma ora molte cose stanno cambiando con la guerra in Ucraina. La questione delle armi viene in modo crescente classificata come neutrale, cioè come una classe di attività che non deve essere esclusa di per sé dal punto di vista della sostenibilità.Il titolo Leonardo (la principale società italiana del settore, ex Finmeccanica), per esempio, risulta presente nell’indice Mib Esg e c’è ora, fra gli addetti ai lavori, chi considera queste società «sostenibili» visto che possono concorrere agli obiettivi Onu di pace e giustizia.
Ansa
A San Siro gli azzurri chiudono in vantaggio i primi 45 minuti con Pio Esposito, ma crollano nella ripresa sotto i colpi di Haaland (doppietta), Nusa e Strand Larsen. Finisce 1-4: il peggior - e più preoccupante - biglietto da visita in vista dei playoff di marzo. Gattuso: «Chiedo scusa ai tifosi». Giovedì il sorteggio a Zurigo.
Jannik Sinner (Ansa)
Il campione italiano si impone a Torino sullo spagnolo in due set: «È stato più bello dello scorso anno». E guadagna cinque milioni.
«Olé olé olé Sinner Sinner». Sarà pure «un carrarmato», un caterpillar, come l’ha definito Massimo Cacciari, ma dopo le Finals che assegnano il titolo di Maestro della stagione, forse non vanno trascurate le doti tattiche e la forza mentale che lo ha fatto reagire nella difficoltà come quelle che ieri hanno consentito a Jannik Sinner di spuntarla al termine di un match combattuto e a tratti spettacolare su Carlos Alcaraz, protagonista di un tennis «di sinistra», sempre secondo l’esegesi del tenebroso filosofo. Il risultato finale è 7-6 7-5. «Senza il team non siamo niente. È stata una partita durissima», ha commentato a caldo il nostro campione. «Per me vuol dire tanto finire così questa stagione. Vincere davanti al pubblico italiano è qualcosa di incredibile».
Giuseppe Caschetto (Ansa)
Giuseppe Caschetto è il sommo agente delle star (radical) nonché regista invisibile della tv, capace di colonizzare un format con «pacchetti» di celebrità. Fazio e Gruber sono suoi clienti. Ha dato uno smacco al rivale Presta soffiandogli De Martino. «Guadagno fino al 15% sui compensi».
Dal 2000 le quotazioni fondiarie valgono oltre il 20% in meno, depurate dall’inflazione. Pac più magra, Green deal e frontiere aperte hanno fatto sparire 1,2 milioni di aziende.
«Compra la terra, non si svaluta mai», dicevano i nonni. E non solo. A livello nominale in effetti è vero: i prezzi dei terreni salgono. Se però guardiamo le quotazioni togliendo l’inflazione si nota che dal 2000 i valori sono crollati di oltre il 20%.





