2024-07-31
Intesa distribuisce 7,4 miliardi di cedole. L’11% del suo valore
L'ad di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina (Imagoeconomica)
Balzo dei guadagni del 12,9%: più aiuti all’economia reale. Capitalizzazione da 69,38 miliardi a un passo da Santander.Intesa Sanpaolo chiude la prima metà del 2024 con un utile netto di 4,766 miliardi di euro (+12,9% anno su anno), mentre nel solo secondo trimestre il risultato sale a 2,4 miliardi, contro i circa 2,3 miliardi previsti dagli analisti. Il gruppo guidato da Carlo Messina ha anche alzato le stime sui profitti netti 2024 e 2025 a oltre 8,5 miliardi, a fronte degli oltre 8 miliardi previsti in precedenza e dei 7,7 messi a segno nel 2023. Intesa potrà dunque contare su un ritorno cash di 3,3 miliardi di dividendi maturati nel semestre, che si aggiungono al buyback pari a 1,7 miliardi avviato lo scorso. «Grazie a una crescita del 15% su base annua dell’utile per azione possiamo ricompensare i nostri azionisti con una distribuzione totale di oltre 7,4 miliardi nel 2024, pari all’11% della nostra attuale capitalizzazione di mercato», ha spiegato l’ad Messina durante la presentazione dei conti agli analisti. Aggiungendo che «la remunerazione degli azionisti è per me e per la banca una priorità». Intesa continua a supportare anche l’economia reale con circa 31 miliardi di nuovo credito a medio-lungo termine nel primo semestre 2024 (circa 20 miliardi in Italia, di cui circa 18 miliardi erogati a famiglie e Pmi). Sono circa 1.500 le aziende italiane riportate in bonis da posizioni di credito deteriorato nel periodo e circa 142.000 dal 2014, preservando rispettivamente circa 7.300 e 711.000 posti di lavoro. Sul fronte patrimoniale, a fine giugno 2024 l’incidenza degli Npl sui crediti complessivi è pari all’1,1% al netto delle rettifiche di valore e al 2,2% al lordo. Nel frattempo, cala ulteriormente l’esposizione verso la Russia, diminuita di circa l’86% (oltre 3,1 miliardi) a 400 milioni rispetto a fine giugno 2022 e scesa allo 0,1% dei crediti a clientela complessivi del gruppo. «A fine anno saremo in grado di decidere se sottoporre al cda un’ulteriore tranche di buyback», ha inoltre dichiarato Messina agli analisti. Mentre l’ad ha ribadito che «il consolidamento del settore bancario non riguarda Intesa né in Italia a causa della quota di mercato, né in Europa perché i target non sono nella posizione di creare valore per i nostri azionisti. Mi dispiace che Intesa abbia questa quota di mercato perché saremmo i compratori ideali per le banche italiane, ma è una mission impossible». In generale, nel settore bancario italiano «probabilmente ci sarà qualche forma di aggregazione, ma dipenderà dall’atteggiamento degli istituti che hanno del capitale in eccesso», ha chiosato. La Borsa approva: il titolo di Intesa ieri ha guadagnato il 3,5% a 3,79 euro. Ora il gruppo guidato da Messina capitalizza 69,38 miliardi quasi quanto il Banco Santander (69,88 miliardi) accorciando anche le distanze con il valore di Bnp Paribas (72,6 miliardi). Le altre due big dell’eurozona che fino a sei mesi anni fa sembravano inavvicinabili.
Romano Prodi e Mario Draghi (Ansa)
Chicco Testa (Imagoeconomica)