2025-02-22
«I colloqui di pace nati dall’incontro di 300 persone, anche in Vaticano»
I colloqui tra Russia e Stati Uniti a Riad (Getty Images). Nel riquadro l'imprenditore belga Pierre Louvrier
L’imprenditore belga Pierre Louvrier, con la sua Clementy Foundation, ha tessuto riunioni dal 2022: «La Santa Sede non ha partecipato, ma ci ha offerto una sede. A luglio scorso c’era pure l’attuale capo dell’Intelligence, Tulsi Gabbard».La svolta diplomatica tra Stati Uniti e Russia, avviata con i recenti colloqui di Riad, non nasce dal nulla. È, almeno in parte, l’esito di una serie di incontri informali che, negli scorsi anni, sono stati organizzati dalla Clementy Foundation, presieduta da Pierre Louvrier, imprenditore belga. Incontri che, svoltisi in parte in Vaticano, hanno coinvolto vari ospiti, mettendo anche in contatto americani e russi. La Verità ha quindi intervistato Louvrier per farsi raccontare questi meeting.Pierre Louvrier, lei è il presidente della Clementy Foundation. In questa veste, ha organizzato vari incontri. A quale scopo? Che cos’è esattamente Clementy?«Clementy nasce sette anni fa, quando abbiamo iniziato ad adoperarci per costruire ponti tra l’Est e l’Ovest. L’obiettivo era quello di lavorare all’unità. L’iniziativa di Clementy nasce nel dramma ucraino, che non è iniziato nel 2022 ma tra il 2013 e il 2014. La cosa che abbiamo fatto è lavorare, per costruire dei ponti tra l’Est e l’Ovest, per favorire la comprensione tra le parti. Quando la Russia ha invaso l’Ucraina nel 2022, abbiamo compreso l’urgenza di iniziare a lavorare per capire le radici di questo conflitto Est-Ovest e come contribuire a ricomporlo. Il metodo da noi utilizzato è già ampiamente noto, ed è quello che fu usato dal venerabile Robert Schuman, da Jean Monnet, dal servo di Dio Alcide De Gasperi e da Konrad Adenauer. La nostra convinzione è che, se mettiamo le risorse in comune e lavoriamo tutti insieme all’unità, è possibile dare pace e prosperità a tutti. Quello che è stato fatto è di far venire esperti e persone di buona volontà dai cinque continenti, per indagare soluzioni possibili, sulla base di quello che è stato fatto in Europa da ormai 75 anni, e se fosse possibile estendere tutto ciò ad altri Paesi nel contesto attuale».Può darmi qualche informazione più dettagliata sugli incontri che avete organizzato?«Abbiamo organizzato molti incontri dal 2022: dall’inizio, cioè, della guerra in Ucraina. Abbiamo capito che servivano nuove soluzioni per salvare il popolo ucraino e per la pace nell’emisfero Nord. Abbiamo invitato esperti di altissimo livello di ogni nazione e colore politico. Il metodo - ispirato in tutto e per tutto da Schuman, De Gasperi, Monet e Adenauer - è stato quello di creare fiducia reciproca a livello personale tra i partecipanti ai nostri dialoghi, non parlare male di alcuna nazione, di identificare sfide comuni e di analizzare come queste sfide comuni possano diventare un’opportunità per portare sicurezza, pace e prosperità a tutti. Abbiamo parlato solamente di obiettivi a lungo termine. Abbiamo fatto molte riunioni, coinvolgendo circa 300 persone in tutto, tra il 2022 e il 2025. Nessuna di esse aveva incarichi di governo».Durante gli incontri del 2024, hanno partecipato russi e americani?«Americani, europei, britannici, ucraini, russi, tedeschi, francesi, italiani, persone dell’Europa Centrale, asiatici, sudamericani, persone dal Medio Oriente».Questi incontri avevano luogo dentro la Città del Vaticano?«Per una parte, sì».La Santa Sede quindi era informata?«La Santa Sede non ha partecipato ai nostri dialoghi».Non ha partecipato, ma era informata?«Sì, avevamo bisogno di un rifugio dove tutelare da attacchi e critiche le persone che volevano la pace. Avevamo bisogno di un posto totalmente imparziale. Il Vaticano è stato informato e ha dato un tetto con l’Accademia Pontificia delle Scienze dove è possibile approfondire lo studio dell’eredità di Schuman e De Gasperi in vista dell’estensione delle loro idee ai tempi attuali».Quindi la Santa Sede non ha partecipato ma ha ospitato.«Sì, non c’era attività diplomatica della Santa Sede perché la nostra iniziativa è strettamente privata e non è di natura diplomatica».Lei ritiene che questi incontri organizzati tra il 2022 e il 2025 abbiano favorito la svolta diplomatica che Donald Trump ha avvitato nei confronti di Mosca con i colloqui di Riad?«Sì, abbiamo informazioni precise che da entrambe le parti sono stati espressi dei concetti che abbiamo sviluppato durante quegli incontri. Durante i nostri incontri, abbiamo fatto sia un lavoro di elaborazione di concetti in comune per la pace e la prosperità sia un’attività per avvicinare le persone, per farle conoscere tra loro».E questi concetti sono emersi durante i colloqui di Riad?«Una parte sì: sono comunque concetti derivati dalla storia europea».Durante l’audizione di conferma di Tulsi Gabbard al Senato americano, lei è stato citato dal senatore dem, Mark Warner. Ha detto che lei sarebbe legato a un oligarca russo. Inoltre, un articolo del New York Times, pur non citandola esplicitamente, parla anche di suoi collegamenti con la Russia. Come risponde a queste accuse?«Come fu per il venerabile Schuman al suo tempo, tutti coloro che hanno il coraggio di parlare di pace sono accusati di essere traditori. Abbiamo tutte le prove documentali che si è trattato di una manovra coordinata. Hanno cercato di usare noi, come Clementy, contro Trump. A tal proposito, voglio precisare che noi non abbiamo un’agenda politica. Ai nostri incontri hanno partecipato repubblicani e democratici. La nostra unica agenda è quello di proporre concetti elaborati dai padri dell’Europa. Quello che abbiamo fatto è stato portare i russi dentro questi concetti: democrazia, prosperità, pace. Siamo stati tirati a sproposito ed ingiustamente dentro lo scontro politico americano. Quella del senatore Warner è una menzogna. Stiamo facendo denunce penali contro quelli che in una maniera coordinata sono alla fonte di questa campagna diffamatoria. Abbiamo prove che c’è un servizio segreto in particolare che, da agosto 2024, ha elaborato un dossier fasullo contro di noi».Quindi mi sta dicendo che lei ha querelato sia il New York Times sia Warner?«Sì. Warner sa che non abbiamo collegamenti con alcuna persona o entità sanzionate. Ho incontrato il famigerato oligarca qualche volta intorno al 2013, perché ero investitore in Russia. Questo oligarca mi ha attaccato sul piano del business. I miei contatti con lui erano altissimamente conflittuali, e da allora non ho più contatti con lui. Per quanto riguarda la foto con un altro famigerato russo, lo incontrai in un evento di beneficenza a Mosca nel 2013, a cui erano presenti vari ambasciatori occidentali. Non era sotto sanzioni, non era famoso. Mi fu presentato come uno che si occupava di orfani. All’epoca ero investitore indipendente in Russia. Ero discretamente famoso a Mosca e ho incontrato lì centinaia di persone. Lui voleva una foto con me, ed ho accettato senza neanche mai parlare un secondo con lui. Inoltre, a causa del dossier fasullo di cui le dicevo, gira anche un’altra foto di me che imbraccio un fucile e con una donna “russa misteriosa”. La usano per collegarmi alla guerra. Beh, quella foto mi era stata fatta in un paintball e la donna misteriosa è una Italiana che vive una vita del tutto tranquilla vicino a Firenze».Tulsi Gabbard ha partecipato a uno dei vostri incontri in Vaticano a luglio scorso. A novembre, Trump l’ha nominata direttrice dell’Intelligence nazionale. Secondo lei, perché Trump l’ha scelta? E per quale ragione ritiene ci siano state forti polemiche sulla sua nomina?«Non sono addentro alla politica interna americana e quindi non sono in grado di rispondere alla prima domanda. So che ci sono settori contrari alla pace, che hanno paura che una persona, dimostratasi sempre a favore della pace, abbia questo incarico. Inoltre, ci sono ambienti nel Partito repubblicano che non vedono di buon occhio che una ex democratica, come Tulsi Gabbard, abbia tale incarico».Che ruolo vede, in futuro, per l’Italia sul fronte del processo diplomatico in Ucraina? Glielo chiedo sia per la Santa Sede sia per il governo italiano.«So che la Santa Sede lotta sempre per l’unità tra gli esseri umani. Ha fatto tanto per gli ucraini e per far scambiare dei prigionieri. Tutto quello che potrà fare per la pace, lo farà. Venendo al governo italiano, penso che possa giocare un ruolo importantissimo. L’Italia è un membro fondatore della Comunità europea. È molto amica dell’America e ha collegamenti culturali con la Russia. L’Italia ha anche aiutato molto l’Ucraina durante la guerra. Quindi l’Italia può giocare un ruolo di stabilizzazione in Europa. Penso che la pace arriverà tramite l’Italia».Sta crescendo il ruolo dell’Arabia Saudita sul piano delle trattative di pace. Tanto è vero che i colloqui di martedì tra Stati Uniti e Russia sono stati ospitati a Riad. Come considera il ruolo saudita nel processo diplomatico?«Tutti quelli che lavorano per la pace svolgono un ruolo positivo. È giusto collegare la crisi ucraina a quella mediorientale. L’Arabia Saudita può anche favorire la pace in Medio Oriente. Sia americani che russi hanno fiducia nel fatto che l’Arabia Saudita possa giocare un ruolo positivo per la pace».