2021-08-11
Intercettato barcone di tunisini. A Lampedusa ne sbarcano altri 76
L'hotspot isolano sotto accusa: «I reflui del centro scaricati senza depurazione».Continua incessante l'esodo africano verso l'isola di Lampedusa, che è letteralmente allo stremo. Ieri c'è stato ancora uno sbarco di migranti, un barcone con 76 persone a bordo di origine tunisina. L'imbarcazione di fortuna è stata soccorsa, a circa 13 miglia dall'isola, da una motovedetta della Guardia costiera. I migranti sono stati messi in salvo su altro natante e accompagnati al porto di Lampedusa. E le reazioni delle forze politiche e governative non si fanno attendere, anche se i lampedusani, oltre alle parole, forse, si aspetterebbero qualche fatto concreto. Da anni, ormai, le estati di Lampedusa sono caratterizzate dal solito leitmotiv dei barconi che arrivano senza soluzione di continuità. Ma negli ultimi due anni, il tutto è stato aggravato dall'emergenza sanitaria in atto, che rende tutto ancor più difficile da gestire. Non è solo il Covid, del resto, a creare i presupposti per una situazione esplosiva: ieri Legambiente ha fatto notare che «i reflui fognari dell'hotspot» isolano «si riversano e si accumulano non depurati nelle vasche di laminazione in terra del vallone Imbriacola, in aree esterne alla riserva naturale, ma ricadenti all'interno di altre zone di importanza naturalistica». Legambiente definisce la situazione come un «gravissimo caso di degrado e inquinamento ambientale».«Sbarchi senza sosta, Lampedusa al collasso, italiani esasperati», ha affermato Enrico Aimi, capogruppo di Forza Italia in commissione Affari esteri del Senato. «Come si può pensare di dare rifugio a chi arriva per risolvere problemi economici», si chiede il parlamentare, «nella certezza che saranno gli italiani a pensarci? Siamo alla follia». «Rivolgiamo un appello al presidente del Consiglio Mario Draghi» ha aggiunto Aimi, «affinché i confini dell'Italia e dell'Europa vengano fatti rispettare da Marina militare e Guardia costiera. Occorre fermezza: respingimenti e rimpatri immediati, specie per delinquenti e balordi. Si ponga così fine a interessi di scafisti, mercanti di uomini e alla parte malata del sistema di accoglienza. Allontaniamo definitivamente il sospetto di concorso morale con costoro. Un mercimonio disumano e ributtante che spinge gli africani, e non solo, ad un esodo biblico, abbacinati da un falso miraggio. A chi dice che non si fermano i sogni, bisogna spiegare che chi parte, per il 95 percento, non fugge da guerre o affini, e piomberà in un autentico incubo. Si facciano accordi economici con Paesi della sponda nord dell'Africa», puntualizza l'esponente di Forza Italia, «per creare dignitosi centri d'accoglienza. Sarebbe un risparmio di vite ed economico. Si guardi all'Egitto come interlocutore privilegiato e si creino rapporti distesi e reciprocamente proficui. L'Italia non può sopportare oltre», ha concluso. Anche il governatori siciliano, Nello Musumeci, inoltre, se la prende con il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese. «L'emergenza c'è e va dichiarata per destare l'Europa. A differenza del ministro», ha dichiarato Musumeci, «continuo a ritenere necessaria la dichiarazione dello stato di emergenza, perché la condizione è questa. Non per una mia suggestione, ma per il numero complessivo dei migranti sbarcati, per la condizione sanitaria determinata dal Covid19, per la gestione pre e post quarantena degli arrivi, per l'impatto che esercita sul tessuto socio-economico».