2022-02-13
L’Inter sbanda ma resta in pista. Pari a Napoli e primato mantenuto
I partenopei giocano meglio per tutto il primo tempo e trovano il gol su rigore con Lorenzo Insigne grazie al Var. Nella ripresa pareggio lampo di Edin Dzeko, poi le due squadre si annullano: finisce 1-1. Oggi tocca al Milan. I greci la chiamavano eudaimonia, la pace col proprio demone interiore che conduce a uno stato di felice serenità. Quella che avrebbe dovuto trovare l’Inter dopo la scoppola nel derby con i cugini rossoneri pur fronteggiando la prospettiva, invero peregrina fino a un paio di settimane fa, di un campionato riaperto, con almeno tre o quattro contendenti pronte a dar battaglia. Anche per questo Napoli-Inter aveva il sapore di sfida decisiva, un match a un passo dal Carnevale e a pochi giorni dalla Quaresima, un occhio al ridere, un altro al raccoglimento, nel bel mezzo di tre punti che avrebbero potuto significare gloria. I partenopei padroni di casa scendevano in campo con la contrarietà delle statistiche: erano riusciti a vincere soltanto una delle ultime nove sfide in Serie A con i nerazzurri. La tendenza è rimasta invariata. Al Maradona Stadium finisce 1-1, gol di Insigne e Dzeko durante un confronto a tratti energico, con diversi spunti, soprattutto nel primo tempo, e una certezza: la classifica non muta. La tensione prima del fischio d’inizio era palpabile, i ritmi di gioco subito alti. Il primo a sbagliare è stato De Vrij. Il difensore olandese della compagine allenata da Simone Inzaghi (era squalificato, in panchina sedeva il vice Farris) ha atterrato in area Osimhen, colpendolo sulla parte alta del tallone d’appoggio. L’arbitro Doveri è stato richiamato dal Var e ha optato per il calcio di rigore. Dal dischetto capitan Lorenzo Insigne, alla sua ultima stagione con la maglia campana prima di trasferirsi a Toronto in Mls, ha tirato una bordata di destro alla sua sinistra. Il portiere Handanovic ha intuito la direzione, ma nulla ha potuto per evitare la rete. Vantaggio Napoli al quinto minuto di gioco. Al dodicesimo l’ex di turno, Politano, si inserisce sulla destra, come da collocazione voluta dal suo mister, Luciano Spalletti - altro ex - mettendo il pallone in area. Insigne fa da sponda a Zielinski, il polacco si aggiusta la sfera sul piede sinistro e calcia dal limite dell’area. Palo esterno e riti di esorcismo contro la malasorte da parte dei tifosi locali. Proprio Politano, ben assortito col compagno Di Lorenzo sulla fascia, lamenta un dolore persistente a una caviglia. Subentra Elmas al ventiseiesimo. Le percussioni del Napoli non conoscono sosta. Ci prova due volte la punta nigeriana Osimhen: la prima volta, il pallone si spiattella sull’esterno della rete, la seconda viene deviato sopra la traversa. Dopodiché gli interisti pianificano il contrattacco. Prima Dimarco lancia Perisic sulla fascia mancina, cross pennellato per Edin Dzeko, ma il portiere Ospina agguanta. Poi Dumfries approfitta di un’incertezza di Mario Rui e calcia in area senza successo. Il pareggio è nell’aria. Arriva dopo la sosta, alla ripresa delle ostilità, lo firma Dzeko agganciando un suggerimento di Lautaro Martinez e beneficiando di un rimpallo tra Di Lorenzo e Koulibaly. La partita si placa nei suoi aspetti più tempestosi, almeno fino a quando Brozovic e Barella pasticciano e regalano un’occasione clamorosa a Osimhen. Handanovic vede spuntare un’aureola sulla sua testa, perché il suo salvataggio, con conseguente chiusura dello specchio della porta, ha qualcosa di prodigioso. Proprio Brozovic, al minuto sessanta, si becca un cartellino giallo per un intervento ruvido su Zielinski. Il croato era diffidato, salterà l’incontro con il Sassuolo. I padroni di casa si ricompattano e azzardano giocate ragionate per sorprendere gli avversari. Come quando Insigne sceglie di tagliare l’area da sinistra verso destra facendosi beffe di un De Vrij non particolarmente attento. Il lancio viene agganciato da Elmas che ci prova col piattone, mettendo alla prova di nuovo i riflessi dell’estremo difensore dell’Inter. Quel che manca alla formazione di casa è la qualità delle giocate, incapace di supportare un’inventiva a corrente alternata, e però pungente. Arriva il momento delle sostituzioni. Anguissa entra per Fabian Ruiz tra i napoletani al minuto 74, dopo l’ottantesimo Sanchez dà il cambio a Lautaro e Vidal a Calhanoglu tra gli interisti, mentre Spalletti manda in campo Juan Jesus per Zielinski, Mertens per Osimhen e Ounas per Insigne. Di Lorenzo e Ospina rimangono in campo, pur alle prese con acciacchi rimediati nel finale. I minuti di recupero decretati dall’arbitro sono stati ben sei, pareva quasi che tutti fossero in attesa di completare il conto alla rovescia. Il pareggio di ieri potrebbe andare stretto a entrambe le società. Il Napoli avrebbe potuto affondare il coltello nella piaga di un’Inter già battuta dai cugini milanisti per rilanciare la sua corsa Scudetto, l’Inter, dal canto suo, con minori occasioni a disposizione, ma tanta sostanza in mezzo al campo, se avesse azzardato il colpaccio, avrebbe posto un’ipoteca seria sul torneo. Inoltre i ragazzi di Inzaghi, col match di ieri, hanno interrotto una striscia di 440 minuti senza subire gol in trasferta in Serie A: l’ultima rete incassata fuori casa risaliva al derby dell’andata. Ora ci sarà da divertirsi. L’Inter rimane la pretendente più accreditata per accalappiare il primo posto, gli uomini di Spalletti hanno dimostrato di poter restare in scia, il Milan di Stefano Pioli, nonostante qualche punto perso per strada, zampetta ostinato con la dirompente mentalità delle brigate coraggiose e organizzate. Da capire la consistenza a lungo termine dell’Atalanta di Gasperini e della rediviva Juventus di Allegri, ma soprattutto di Dusan Vlahovic, autentico bambino d’oro del mercato di gennaio, arrivato a Torino con i crismi messianici del bomber di razza.
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco