2021-03-10
L’Inps stangato per il pasticcio dei bonus ai parlamentari
Il Garante sanziona l'ente guidato da Tridico per 300.000 euro: violazioni durante i controlli anti frode Sull'istituto pende pure un procedimento per le falle del clic day. La poltrona del presidente ormai scottaIl bonus Covid a politici e parlamentari è finito su tutti i giornali. Ha infiammato le cronache politiche agostane tra un lockdown e l'altro. Pescati dalle banche dati Inps finirono sui giornali i nomi di cinque deputati che nonostante lo stipendio percepivano anche i 600 euro destinati alle partite Iva grazie ai decreti primaverili. Premessa. I parlamentari, tre leghisti e due grillini, non avevano violato alcunché. La norma varata dal Conte bis non aveva infatti inserito vincoli di reddito parallelo. Hanno certo calpestato il buon gusto, ma commettere un reato è tutt'altro. A cavalcare però lo pseudo scandalo si inserì subito il presidente della Camera, Roberto Fico. A ruota numerosi esponenti del Movimento. A pensar male si fa peccato, ma non si sbaglia mai. Guarda caso meno di un mese dopo si sarebbe tenuto il referendum sul taglio degli eletti. Praticamente l'unica bandiera ancora sventolabile dai grillini che in tre anni al governo si sono rimangiati tutto. Dalle infrastrutture alle alleanze fino alla gestione dei flussi migratori. La campagna contro i politici sporchi, cattivi ed esosi ha però contribuito il 22 settembre alla vittoria del sì e dunque all'attuazione del progetto grillino. Poco importa che abbiano svuotato l'Aula per riempire i Palazzi e soprattutto la partecipate pubbliche. La gola profonda che fece uscire i nomi non è stata svelata. Ma la segnalazione arrivò direttamente dalla direzione centrale antifrode, anticorruzione e trasparenza dell'Inps, una struttura creata ad hoc dal presidente Pasquale Tridico con l'obiettivo di individuare i truffatori. Una estrazione e incrocio di dati che successivamente ha coinvolto circa 2.000 tra assessori regionali, consiglieri e sindaci. Ad alcuni dei quali recentemente sono stati chiesti indietro i soldi. Le finalità anti truffa della squadra speciale non sono in discussione. Le modalità di raccolta e gestione dei dati sono però finite sulla scrivania del Garante della privacy. Lo scorso 12 agosto ha infatti aperto una istruttoria inviando al team di Tridico una serie di richieste per conoscere le modalità di trattamento dati e lo schema usato per «il raffronto dei dati personali degli aventi o non aventi diritti con quelli riferiti alla carica di parlamentare o amministratore locale». Lo scorso 25 febbraio, dopo aver ricevuto le memorie difensive dell'ente, il Garante si è riunito e ha preso atto di una serie di problemi. «Alla luce del quadro descritto» si legge nella relazione, «sotto il profilo del trattamento dei dati personali, sono emerse le seguenti criticità, ascrivibili alla mancanza di un'adeguata progettazione del trattamento tradottasi nell'omissione di idonee misure volte ad attuare, in modo efficace, il regolamento e di garantire che, per impostazione predefinita, fossero trattati i soli dati necessari per ogni specifica finalità del trattamento». Se l'Inps di Tridico avesse seguito tale logica avrebbe eliminato «molteplici profili di rischio probabile per i diritti e le libertà fondamentali degli interessati, con riferimento alla protezione dei dati personali». Parole dure che sono sfociate ieri in una multa di 300.000 euro. «l'Inps non ha valutato adeguatamente i rischi collegati a un trattamento di dati così delicato come è quello riguardante i richiedenti un beneficio economico classificato come ammortizzatore sociale, non effettuando la valutazione di impatto sui diritti e le libertà degli interessati». Il danno e la beffa visto che la somma alla fine sarà pagata dai contribuenti. Aprendo ora uno spiraglio su un fatto ancor più grave. Lo scorso aprile, in occasione del clic day per l'indennità dei 600 euro destinata a partite Iva e famiglie, il sito dell'Inps andò in tilt. Ma la cosa più grave è che centinaia di utenti si ritrovarono esposti agli occhi indiscreti di altri naviganti. Una falla gravissima che coinvolse subito il Garante. Un mese e mezzo dopo ci fu una riunione ad hoc e venne avviato un procedimento per controllare le funzionalità dei Cdn e una serie di elementi tecnici per capire le origini del buco e le attività messe in cantiere per tapparlo. A oggi il Garante non si è pronunciato. Il rischio di un'altra multa è elevato. E in questo caso si parlerebbe di qualche milione. Somma che sarebbe meglio evitare, per il semplice fatto (come detto sopra) che a pagare sarebbero comunque i contribuenti.Non è comunque un caso se il decreto Sostegno in via di realizzazione prevede che le prossime erogazioni (non si chiamano più bonus) saranno gestite da Sogei. Un passo importante e un segnale politico non da poco. Non sappiamo che cosa pensi Tridico della rapida sostituzione del commissario Domenico Arcuri con il generale Francesco Figliuolo. Forse ci starà pensando. Al Paese servirebbe un presidente Inps che si occupi di una sola cosa. Ovvero di pensioni e non di lotta alla povertà oppure di creare un secondo ministero del Lavoro. A giugno (forse anche prima) dovrà iniziare il cantiere per il dopo quota 100. Ci sarà un grande lavoro da fare soprattutto se si vuole evitare il mega scalone Fornero. Soprattutto ci sarà da pensare ai conti dell'Inps e all'efficienza.
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