2021-10-06
Indagato Galli. I pm: «Truccava concorsi per i suoi fedelissimi»
Coinvolti in 33 tra prof e dirigenti, inclusi i vertici della Società di malattie infettive. La Procura: «Situazione sconcertante»Tra il 13 e il 27 settembre 2020, alla vigilia del secondo lockdown per la pandemia da Covid-19, il virologo dell’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, è comparso in televisione nelle trasmissioni di La 7 per ben 12 volte, quasi ogni giorno. Il dato è facilmente reperibile sul database online del sito della tv. Proprio in quei giorni, il 21 di settembre, di prima mattina, lo stesso Galli avrebbe partecipato una riunione da remoto per le valutazioni di un candidato a professore universitario di seconda fascia dell’Università degli studi di Torino. Nella relazione riassuntiva di quel giorno si legge che la commissione «ha proceduto alla valutazione del candidato Calcagno Andrea e, sulla base di quanto indicato nei criteri, ha espresso un motivato giudizio ed attribuito il punteggio…». Peccato che secondo i magistrati di Milano - che hanno indagato Galli per associazione a delinquere, falso ideologico, turbativa d’asta e falso nella relazione riassuntiva -, a quella riunione il virologo milanese non avrebbe mai partecipato. Sarebbe stato tutto concordato con un altro infettivologo di Torino, Giovanni Di Perri (consigliere della Società italiana di malattie infettive, pure lui spesso in televisione in questi mesi e indagato).È questo solo uno dei tanti episodi contenuti nel decreto di perquisizione della Procura di Milano, in un’inchiesta - coordinata dal pm Luigi Furno e dall’aggiunto Maurizio Romanelli - che vede sotto indagine in totale 33 persone, tra cui 24 professori, accusati di aver truccato concorsi universitari durante tutto il 2020, con il coinvolgimento di alcuni docenti degli atenei di Pavia, Torino, Roma e Palermo nelle commissioni giudicatrici. Per i magistrati, che hanno intercettato per tutto l’anno gli indagati, si tratta di un quadro «sconcertante». Anche perché «gran parte dei concorsi banditi» sarebbero «stati oggetto di condotte di addomesticamento. Trattasi di collusioni e altri metodi di turbativa che hanno inquinato sistematicamente la regolarità delle procedure di selezione in esame, sostituendo logiche clientelari al metodo meritocratico e al principio di imparzialità, che dovrebbero orientare le scelte dell’amministrazione pubblica per espresso dettato costituzionale». E l’andazzo potrebbe essere andato avanti per molto tempo, anche perché l’esposto su una concorsopoli universitaria è del 2018.In sostanza, mentre l’Italia iniziava il lockdown - e mentre Galli incominciava il suo lungo tour televisivo spesso incentrato sui pericoli del virus -, il 14 febbraio del 2020, lo stesso virologo del Sacco si sarebbe adoperato per condizionare un intero bando di gara per un posto di professore di ruolo di seconda fascia in malattie cutanee, infettive e dell’apparato digerente all’Università statale di Milano. Obiettivo del condizionamento, sarebbe stato quello di penalizzare il candidato Massimo Puoti e far vincere Agostino Riva, legato da tempo a Galli e poi autore, in questi mesi di pandemia, di numerose ricerche sugli anticorpi contro il Covid-19. Indagati in questa vicenda sono lo stesso Riva, la segretaria di Galli, Bianca Ghisi, il professore dell’Università La Sapienza di Roma, Claudio Maria Mastroianni (vicepresidente della Simit), e la professoressa associata dell’Università di Palermo, Claudia Colomba. Mentre la Ghisi si sarebbe adoperata per evitare che Riva venisse scoperto, gli altri 2 professori avrebbero lasciato campo libero allo stesso Galli. Anche in questo caso la relazione della commissione sarebbe stata falsata. Perché, sostengono i magistrati, il prospetto contenente i punteggi attribuiti non era il risultato del lavoro collegiale durante la riunione: il documento era stato concordato successivamente dallo stesso Galli e da Riva, vincitore del concorso. Le accuse a Galli, che è anche professore ordinario del Dipartimento di Scienze biomediche e cliniche Sacco dell’Università degli studi di Milano, non si fermano qui. C’è un altro episodio che gli viene contestato dai magistrati. E che scoperchia anche una faida interna all’ospedale Sacco, tra Galli e Maria Rita Gismondo, direttrice di Microbiologia clinica, virologia e diagnostica del Sacco, editorialista del Fatto Quotidiano, diventata celebre durante la pandemia. Qui l’oggetto del contendere sarebbe stata l’assunzione di quattro dirigenti biologi da assegnare all’Unità malattia infettive. Galli si sarebbe mosso di comune accordo con il direttore generale Alessandro Visconti e la professoressa Manuela Nebuloni (entrambi indagati), in modo da ritagliare l’avviso pubblico su misura di una delle candidate. Non solo. Galli avrebbe dovuto anche decidere i nomi della composizione della commissione. Sarebbe stata la Gismondo a opporsi, minacciando di denunciarlo. E ancora. Galli compare persino nella commissione del concorso da professore ordinario che è stato vinto da Gianguglielmo Zehender, suo collaboratore da diversi anni. Sul curriculum risultano collaborazioni sin dal 1998. I due hanno pubblicato diverse ricerche sul coronavirus, sponsorizzate in lungo e in largo su televisioni e quotidiani. Anche in questo caso, per avvantaggiare il suo fedelissimo, Galli si sarebbe adoperato con il professor Francesco Auxilia per ritagliare su misura l’ennesimo bando di gara e scoraggiare gli altri candidati. Sono indagati anche Massimo Andreoni (ordinario di malattie infettive e direttore scientifico della Simit) e il prof Riccardo Ghidoni dell’Università degli studi di Milano, che avrebbe ricevuto cure odontoiatriche per 10.000 euro da Roberto Mannarino «per compiere atti contrari ai suoi doveri di ufficio».
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Giancarlo Tancredi (Ansa)