2023-04-01
Incontro Meloni-Mattarella sul Pnrr. L’Europa torna all’attacco sugli stadi
Sergio Mattarella e Giorgia Meloni (Ansa)
Colloquio «cordiale» per fare il punto sui principali dossier. Mentre l’Italia tratta, il commissario all’Ambiente critica i progetti per Venezia e Firenze. Peccato che siano stati approvati proprio dall’Ue durante l’era Draghi.Un lungo pranzo di lavoro, già programmato da tempo, quello di ieri al Quirinale, durante il quale il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il capo del governo Giorgia Meloni hanno avuto modo di confrontarsi sui temi di più stringente attualità, con una attenzione particolare alla politica internazionale. A quanto apprende La Verità, i due hanno discusso in particolare dei contenuti della telefonata di pochi giorni fa tra la Meloni e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, della visita a Roma del premier spagnolo Pedro Sánchez in programma il prossimo 5 aprile, del prossimo G7 previsto in Giappone a maggio e di un viaggio in Etiopia che la Meloni sta definendo nei dettagli. «È stata una lunga conversazione», fanno sapere dal Quirinale, «svoltasi in un clima di cordialità e collaborazione»: talmente lunga da impedire alla Meloni di raggiungere Udine, dove era attesa per il comizio di chiusura della campagna elettorale di Massimiliano Fedriga per le regionali in Friuli Venezia Giulia (si è video collegata da remoto). Tra i temi che riguardano la politica interna, Mattarella e la Meloni hanno discusso di Codice degli appalti, emergenza immigrazione, decreto bollette e Pnrr. Il capo dello Stato, come è noto, segue con estrema attenzione la interlocuzione in corso tra Roma e Bruxelles sul Recovery, e la sua principale preoccupazione, che è poi la stessa della Meloni, è che l’Italia e l’Unione europea trovino la quadra affinché tutti i finanziamenti stanziati per il nostro Paese vengano utilizzati nella maniera migliore. Durante il collegamento da Udine, la Meloni ha detto: «Abbiamo deciso di tagliare il cuneo fiscale promuovendo un lavoro capillare e certosino per rimodulare un Pnrr che non abbiamo scritto noi ma sul quale noi non stiamo facendo altro che cercare di renderlo compatibile con quello che è stato scritto ma anche con priorità nuove per la nostra nazione a partire dal tema della sicurezza energetica. È un programma ambizioso e gli ostacoli per portarlo avanti non mancheranno però se c’è una cosa che non ci manca è il coraggio».Detto ciò, fonti estremamente qualificate ci riferiscono che la narrazione di alcuni organi di stampa, secondo i quali tra Mattarella e la Meloni ci sarebbero frizioni, è totalmente falsa: il rapporto tra capo dello Stato e presidente del Consiglio è collaborativo come del resto è sempre stato, sin dall’insediamento a Palazzo Chigi della leader di Fdi. A proposito di Pnrr, ieri il commissario europeo all’Ambiente Virginijus Sinkevicius, a margine della sua visita al Bosco verticale di Milano con l’architetto Stefano Boeri, ha espresso perplessità sui progetti per lo stadio di Firenze e per il «bosco dello sport» di Venezia, sui quali la Commissione ha chiesto ulteriori chiarimenti al governo italiano: «La priorità definita dallo stesso governo italiano», ha sottolineato l’esponente dell’esecutivo europeo, «è quella di assicurare una transizione verde e digitale e questo è il motivo dell’investimento finanziario: creare un’economia sostenibile e resiliente per il futuro. Non possiamo concentrare gli interventi su strutture che a lungo termine non daranno benefici da questo punto di vista ma anzi potrebbero richiedere ulteriori interventi di manutenzione. Capisco che si parla di attività sportive e di calcio», ha aggiunto Sinkevicius, «una parte importante della cultura italiana per la quale vi ammiriamo, ma è anche chiaro fin dall’inizio che i fondi per la resilienza devono essere destinati a investimenti sulla resilienza e a consentire la creazione di nuovi posti di lavoro». Le parole di Sinkevicius vanno a rannuvolare il clima di serena interlocuzione tra Roma e Bruxelles di cui aveva parlato, appena 24 ore prima, il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni. Per una volta, le critiche agli stop and go della Commissione arrivano sia dal governo sia dall’opposizione: «Non c’è preoccupazione per l’attuazione del Pnrr», ha argomentato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, di Forza Italia, «la Commissione aveva approvato una serie di progetti, ora trova da ridire su quelli di Venezia e Firenze. La Commissione prima deve mettersi d’accordo con sé stessa, se li aveva approvati qualche mese fa e ora dice che non vanno bene più. Noi eravamo al governo con Draghi quando sono stati approvati», ha aggiunto Tajani, «ora siamo pronti a discuterne ma anche la Commissione deve essere più coerente». Praticamente identico il concetto espresso dalla eurodeputata del Pd Daniela Rondinelli: «Non si possono esporre le amministrazioni al rischio che progetti già approvati, e per i quali sono già state spese importanti risorse e, addirittura, bandite le gare, vengano improvvisamente rimessi in discussione. Dalle notizie di questi giorni», ha affermato la Rondinelli, «emerge innanzitutto un problema di metodo: le osservazioni sui piani urbani di Firenze e Venezia avrebbero dovuto essere sollevate subito, non dopo il via libera ai progetti».
Cristian Murianni-Davide Croatto-Andrea Carulli