2023-05-17
        Inchieste e scandali, ma grazie a Mattarella la coop rossa torna in Kenya
    
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        Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in visita all'Università di Nairobi in Kenya (Ansa)
    
La visita del presidente della Repubblica nel paese africano a metà marzo ha fatto ripartire il progetto di costruzione delle dighe Arror, Kimwarer e Itare, già finito nel mirino della magistratura. Ma Cmc, l'azienda che ha in mano l'appalto, è da anni in crisi economica. A Nairobi il ministero dell'economia ha aperto una commissione per una due diligence. A ormai quasi due mesi dalla visita del presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella, in Kenya continua a serpeggiare una certa preoccupazione sulla possibilità di riprendere il progetto di costruzione delle dighe Arror, Kimwarer e Itare. Il progetto, nato durante il governo di Matteo Renzi ormai 9 anni fa, era stato affidato a un consorzio di aziende italiane, la Cmc di Ravenna e Itinera del gruppo Gavio, e impegnava finanziariamente anche Sace con diverse banche italiane, tra cui Intesa San Paolo. Peccato che fu bloccato dalle inchieste per corruzione del Kenya che spinsero le autorità keniote anche a venire in Italia nel luglio del 2019 per cercare una collaborazione da parte della procura di Roma. L’indagine aveva portato all’arresto del il ministro del Tesoro, Henry Rotich, fermato con l’accusa di frode e corruzione. Secondo i magistrati del Kenya, insieme a un gruppo di funzionari ministeriali e di società pubbliche, Rotich avrebbe favorito l’assegnazione dell’appalto per la costruzione di due dighe al consorzio proprio a Cmc. Il prezzo sarebbe stato più alto del costo reale, di poco meno di 200 milioni di dollari. Il margine in più sarebbe andato a finanziare tangenti per Rotich e altri oltre che prestiti commerciali per un progetto che non era stato ancora approvato. Quell’indagine è rimasta ferma in Kenya, anche per i ritardi dopo la pandemia sanitaria. Ora è stata accantonata. In procura di Roma il faldone deve essersi perso nei corridoi. L’unica questione che rimane da risolvere è il concordato di Cmc. La cooperativa di Ravenna, infatti, lotta da anni per cercare di risanare la sua situazione, dopo che già nel 2020 i debiti erano pari a 2 miliardi di euro. La Cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna, costituita nel 1901, è la terza società di infrastrutture del Paese, con cantieri aperti in tutta Italia e nel mondo. Occupa oltre 3.800 addetti, creando un indotto di 15 mila piccole e medie imprese. Nel febbraio scorso il presidente uscente di Legacoop, Giovanni Monti aveva lanciato un appello. «Cmc prosegue serrato il confronto con il Governo per la costruzione di un progetto che metta in sicurezza la larga parte della cooperativa. Non è semplice, non è facile, non è un dato già acquisito e i disagi sono ancora enormi però la Cmc continua a lavorare e noi, come Legacoop li stiamo aiutando in un percorso per una fase nuova che vada oltre la fase concordataria». Ma di novità in questi mesi non ce ne sono state. L’unica è appunto l’assist fornito da Mattarella in Kenya durante la visita con il presidente William Ruto. Ma dopo la ripartenza dell’aereo di Stato italiano le autorità kenyote si sono messe al lavoro. E il ministero dell’economia ha istituito subito una commissione per fare due diligence su Cmc che secondo i suoi vertici ha sostenuto di aver cambiato management di essere a posto con i progetti in corso in Malawi e Filippine. Sono state date rassicurazioni anche sulla situazione dell’azienda. E nel frattempo il consorzio di banche (Intesa San Paolo, Bnp e Barclays) ha chiesto un incontro con il governo, mentre Sace resta alla finestra. A quanto pare invece Itinera non vorrebbe far parte del consorzio. Del resto, Cmc si trova da anni in una difficile situazione economica. Attraverso il concordato preventivo, si sta cercando di venire incontro ai creditori con la storica cooperativa che si è impegnata a restituire quanto dovuto perché ritiene che ci siano le condizioni per incassare a sufficienza. Di sicuro la costruzione delle dighe in Kenya potrebbe aiutare a dare ossigeno ai conti. Ma basterà? E soprattutto la rinegoziazione dei vecchi contratti non rischia di riaprire vecchie ruggini e timori nella politica kenyiota? All’epoca le inchieste avevano creato molto clamore nel Paese. Per il solo lavoro incompiuto a Itare, lo Stato africano ha perso 4.3 miliardi di scellini (quasi 39 milioni di euro) che furono recuperati dal governo con un aumento delle tasse, con un conto finale stimato a 19 miliardi di scellini (più di 168 milioni di euro). Nel frattempo nei giorni scorsi il presidente Ruto ha nominato il direttore della pubblica accusa (Dpp), Noordin Haji, che aveva indagato a lungo sull'appalto affidato a Cmc per la costruzione delle dighe, come prossimo direttore generale del National Intelligence Service, i servizi segreti kenyoti.
        Leonardo Apache La Russa (Ansa)
    
Nessuna violenza sessuale, ma un rapporto consenziente». È stata archiviata l’indagine a carico di Leonardo Apache La Russa e l’amico Tommaso Gilardoni, entrambi 24enni, accusati di violenza sessuale da una di ventiduenne (ex compagna di scuola di La Russa jr e che si era risvegliata a casa sua).
        Nel riquadro, Howard Thomas Brady (IStock)