2024-04-23
Emiliano alle corde rischia la sfiducia. I pm pronti a convocarlo in Procura
Michele Emiliano (imagoeconomica)
Michele Laforgia, candidato grillino a Bari ed ex legale di Alfonso Pisicchio, conferma il nostro scoop sul Whatsapp del governatore. Che adesso può andare al tappeto con una maggioranza traballante.Da sinistra è stato il primo a lanciare una bordata sulla questione morale e sul mercato dei voti. Poi, insieme a Giuseppe Conte, ha acceso l’innesco che ha fatto saltare le primarie del centrosinistra 48 ore prima delle consultazioni alle quali avrebbe dovuto partecipare da protagonista. E ora Michele Laforgia, l’ex avvocato di Alfonso Pisicchio, già assessore regionale pugliese al quale il governatore Michele Emiliano ha intimato di dimettersi da commissario dell’Agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione poche ore prima del suo arresto («o ti dimetti o ti caccio»), conferma uno dei retroscena che aveva ricostruito La Verità: Pisicchio, dopo aver ricevuto il messaggio Whatsapp da Emiliano, era corso al suo studio, dove ha passato qualche ora. «Lo hanno scritto i giornali e quindi ve lo posso dire, altrimenti non ne potremmo parlare», ha detto ieri a Un giorno da pecora l’avvocato Laforgia, che ha spiegato: «Pisicchio è venuto nel mio studio qualche ora prima di essere arrestato e ha detto di aver ricevuto l’sms da Emiliano». Laforgia si è detto «abbastanza sorpreso, sia per il mezzo usato sia per il contenuto». Infine ha fornito il suo punto di vista politico: «Io penso che le dimissioni in limine, alla fine, non servano a molto». Durante l’interrogatorio di garanzia Pisicchio ha poi mostrato al gip gli screenshot del messaggio di Emiliano. E gli inquirenti hanno avviato le prime verifiche. Sabato scorso anche il fratello dell’ex assessore, Vincenzo Pisicchio, finito come Alfonso ai domiciliari nella stessa inchiesta, ha chiesto tramite i suoi avvocati di essere sentito dai pm. E la sua convocazione, durante la quale potrebbero emergere ulteriori dettagli sulla presunta fuga di notizie tramite la quale Alfonso ha saputo che l’inchiesta in cui era indagato aveva ripreso slancio, è attesa in settimana. Alcune fonti riportate dalla Tgr Puglia annunciano che Emiliano potrebbe essere sentito in Procura nei prossimi giorni. Al momento, però, non ci sono né conferme né smentite. Ma questo non è l’unico fronte che tiene in ansia il centrosinistra in Puglia. Ieri, proprio mentre Emiliano continuava a corteggiare i potenziali nuovi assessori da pescare nella società civile, compulsando ex procuratori, ex prefetti e generali in pensione (senza tralasciare qualche familiare di vittime di mafia), si è ritrovato una mozione di sfiducia attivata dal centrodestra in Consiglio regionale (che verrà depositata entro mercoledì). E a conti fatti il governatore rosso si trova parecchio in bilico. Dopo l’uscita dei pentastellati dalla maggioranza, le defezioni dal gruppo dem di Michele Mazzarano e dell’ex assessore Anita Maurodinoia (indagata), e le dimissioni del capogruppo di Con (movimento creato da Emiliano), Giuseppe Tupputi, che si è definito indipendente, il centrosinistra è azzoppato. Il centrodestra, dal canto suo, ha i numeri per presentare la mozione: un quinto dei 50 consiglieri. Mettendo insieme quelli di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e La Puglia domani si arriva a 16. Il Movimento 5 stelle conta su cinque teste: Antonella Laricchia che era già passata all’opposizione e altri quattro colleghi che ora potrebbero sostenere la mozione di sfiducia, arrivando così a 21. «Ci aspettiamo che questa mozione di sfiducia venga votata da tutti, soprattutto dal Movimento 5 stelle. Nel momento in cui i 5 stelle decidono di fuoriuscire dalla maggioranza, devono passare all’opposizione», ha detto ieri il capogruppo della Lega, Giacomo Conserva. Proprio la posizione dei pentastellati ha messo una certa strizza a Emiliano. Da Foggia il governatore ha fatto subito sapere che il campo largo che per primo si era inventato «ha ancora ragione di esistere». Poi ha mandato un messaggio secco a Elly Schlein, che gli chiedeva di azzerare la giunta: «È chiaro che dobbiamo sostituire delle persone in giunta ma purtroppo a Roma non sanno bene che c’è uno Statuto regionale che obbliga il presidente a scegliere gli assessori non tra 60 milioni di persone, ma da 30 eletti della sua maggioranza, il che, ovviamente, è piuttosto complicato». La riunione urgente di ieri con i suoi assessori, alcuni dei quali si sono detti pronti a rimettere le deleghe, si è chiusa senza una decisione. E questo vuol dire che il governatore non è ancora riuscito a trovare una quadra che non gli faccia perdere altri pezzi. Emiliano ha comunque fatto sapere che non tarderà a uscire con i nuovi nomi. Nel gruppo misto, poi, ci sono due consiglieri di Italia viva (e negli ultimi giorni Matteo Renzi ha sparato ad alzo zero contro Emiliano), Massimiliano Stellato e Francesco La Notte, che potrebbero far salire la quota dei dissidenti a 23. E infine c’è Azione, con tre consiglieri. L’ago della bilancia. In Basilicata Carlo Calenda ha presentato la sua lista a sostegno del centrodestra. In Puglia ha posto delle condizioni stringenti a Emiliano sulla rotazione dei massimi dirigenti regionali (punto sul quale il governatore è convinto di aver fornito qualche rassicurazione). I numeri del governatore sono quindi risicatissimi. E, come se non bastasse, il presidente dei dem di Bari Titti De Simone, che ha anche un incarico da consigliere del governatore, ha spaccato definitivamente il partito, dimettendosi. De Simone, con un gruppo minoritario ma nutrito, sostiene la candidatura di Laforgia, mentre il Pd ha ufficialmente scelto Vito Leccese. Ora De Simone afferma che lavorerà «per tenere insieme l’area progressista». Il campo largo alla pugliese, però, sembra ormai finito alle ortiche.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.