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In viaggio con Resto al Sud: storie di giovani che investono nel Mezzogiorno

Facciamo uno strappo alla regola per la settima tappa del viaggio con Resto al sud, perché le storie che vi andiamo raccontare sono due, vicine territorialmente, ma molto diverse tra loro.

Siamo in Basilicata e la prima impresa che incontriamo è BoatsandGo di Luciano Pergola, una startup innovativa ospitata nell'incubatore di Sviluppo Basilicata, all'interno dell'Università di Potenza.

Poi ci spostiamo un po' più a sud, quasi al confine con la Calabria, a Viggianello, piccolo borgo di 3.000 abitanti, nel cuore del Parco nazionale del Pollino.

Nasce qui la seconda impresa nata con Resto al Sud, Hyris Lab, il laboratorio di cosmetica di Salvatore Anastasio e Adil Rafia.

Per tutte le info su gli incentivi Resto al Sud https://www.invitalia.it/cosa-facciamo/creiamo-nuove-aziende/resto-al-sud

Eniko Gyori: «Ursula ha fallito. L’Europa non è in guerra con Mosca»
Eniko Gyori (Ansa)
L’eurodeputata ungherese: «Già l’accordo commerciale con Kiev danneggia la nostra agricoltura. Col Mercosur la uccideremmo».
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Fotovoltaico: il sole che guida la transizione energetica italiana

L’energia solare, grazie alla sua natura rinnovabile e alla crescente efficienza dei moduli, è una soluzione flessibile e scalabile per accelerare la transizione verso l’energia pulita.

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Canson Capital e SIMEST entrano in Casa del Gelato
Un veicolo guidato da Canson Capital Partners, con la partecipazione di SIMEST, acquisisce il 50% di Casa del Gelato. L’operazione punta a finanziare il nuovo piano industriale e l’espansione internazionale del gruppo emiliano.
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Fuori gioco su energia e terre rare. Perché ora Macron «chiama» Putin
Emmanuel Macron e Vladimir Putin (Ansa)
Il presidente francese approfitta dello stallo nelle trattative a Miami, apre al Cremlino («parlarci è utile») e incassa il gradimento della controparte. Una mossa che avrebbe dovuto fare per prima la Meloni.

Finalmente qualcuno in Europa ha capito che l’Unione europea e l’asse dei volenterosi si stavano lentamente condannando alla irrilevanza. Perché al netto della retorica, i fatti ci dicono una cosa chiara da tempo: pensare di isolare Putin e rinunciare al dialogo era una «non mossa politica». E infatti il primo leader europeo che ha cercato apertamente il Cremlino è stato il presidente francese Macron, approfittando dello stallo delle trattative a Miami che puntavano su un trilaterale che portasse al tavolo America, Russia e Ucraina. Il presidente francese avrebbe fatto la prima mossa: del resto lui era stato l’ultimo a incontrarlo. Secondo le indiscrezioni Macron aveva già messo in moto la macchina diplomatica alla vigilia del suo viaggio in Cina, cercando lì una sponda; preferì però non forzare alla luce delle tensioni che il bilaterale stava portando a galla.

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