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Troppi due conflitti: in Ucraina è l’ora della tregua

Troppi due conflitti: in Ucraina è l’ora della tregua
Ansa

Chiodo scaccia chiodo, dice il proverbio. E in effetti, da quando è scoppiata la guerra tra Israele e Hamas, con il rischio che il conflitto si estenda a tutto il Medio Oriente, quella in atto tra Russia e Ucraina è passata in secondo piano. L’America di Joe Biden annuncia che sosterrà entrambe le cause e non abbandonerà al proprio destino Volodymyr Zelensky. Ma al di là delle dichiarazioni ufficiali, la svolta è nei fatti e se n’è accorto anche il Financial Times. Mentre la Casa Bianca fa sapere che non mancherà il sostegno finanziario alla causa di Kiev, è evidente che l’attenzione degli Stati Uniti ormai è concentrata su ciò che sta accadendo all’unica democrazia di un’area che definire strategica è dir poco.

Gli Usa sanzionano l’amico di D’Alema, ma a pagare il conto per ora è Leonardo
Il presidente colombiano Gustavo Petro (Ansa)
Il leader colombiano Petro, che sullo scandalo delle armi non collabora, attacca l’azienda: «Mi offende, faccio causa».
Brasile, Bolsonaro finisce in carcere
L'ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro (Ansa)
Il giudice De Moraes revoca i domiciliari all’ex leader: «Pericolo di fuga durante la veglia di preghiera organizzata dal figlio». Atteso il ricorso sul tentato golpe.
Bruxelles ha stanziato 11 miliardi ai Paesi sub-sahariani: fondi finiti a chi non aveva bisogno. Corte dei Conti: «Zero controlli».
Parigi senza bilancio, promozione per Roma
Emmanuel Macron (Ansa)
Per la prima volta nella storia, quasi l’intera Assemblea francese ha bocciato la legge finanziaria. C’è la concreta possibilità di arrivare a una sorta di proroga che costerebbe 11 miliardi. Nelle stesse ore Moody’s migliorava il giudizio sul debito italiano.

C’era una volta l’Italia pecora nera dell’Europa. Era il tempo in cui Parigi e Berlino si ergevano a garanti della stabilità economica europea, arrivando al punto di condizionare la vita di un governo e «consigliare» un cambio della guardia a Palazzo Chigi (come fu la staffetta tra Berlusconi e Monti con lo spread ai massimi). Sembra preistoria se si guarda alla situazione attuale con la premier Giorgia Meloni che riceve l’endorsement di organi di stampa, come l’Economist, anni luce distante ideologicamente dal centro destra e mai tenero con l’Italia e, più recente, la promozione delle agenzie di rating.

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