2023-07-12
«Immigrati ingestibili con così pochi agenti»
Il segretario generale del Siulp, Felice Romano (YouTube)
Felice Romano, segretario generale del Siulp: «Per garantire la sicurezza nelle metropoli servono altri 2.000 poliziotti. Ma, entro il 2030, ne andranno in pensione almeno 40.000. La riforma Cartabia lascia i cittadini soli contro i criminali. Così si rischia il Far West».L’allarme sicurezza non è solo percepito (come piace ripetere al sindaco di Milano Beppe Sala), l’immigrazione incontrollata moltiplica la delinquenza, la legge Cartabia sulla giustizia ha introdotto qualche mostro procedurale. «E tutto ciò ricade sulle spalle della polizia, sempre in prima linea». Con un problema in più: in pochi anni il corpo rischia di perdere gli agenti migliori e non avere ricambi all’altezza. Per Felice Romano, segretario generale del sindacato di polizia Siulp, è arrivato il momento di chiedere a governo e opposizione di fare squadra per mettere mano alle emergenze. «Perché la sicurezza del cittadino non ha colore politico».Qual è l’accusa che muove al sistema politico?«In questo momento riconoscere la centralità della sicurezza dovrebbe essere un dovere, invece vedo che i nostri allarmi non vengono ascoltati, il contratto è scaduto da due anni e il dossier del turn-over neppure viene aperto. Non si tratta di uno scherzo: entro il 2030, 40.000 agenti fra i più esperti usciranno dagli organici per pensionamento, su un totale di 95.000. Sarà un’emorragia che ci porterà a perdere forze di valore per raggiunti limiti di età. È doveroso aggiungere che chi prenderà il loro posto non potrà avere la stessa esperienza».Come si può tamponare la situazione?«Per ammortizzare le uscite bisogna fare due cose semplici: utilizzare la legge che prevede la possibilità di essere richiamati in servizio per uno o due anni, constatata la carenza di organico, ed estenderla anche agli ispettori. In secondo luogo ottenere una deroga sulle modalità concorsuali, che per qualificare ancora di più gli effettivi hanno elevato i requisiti scolastici. Poiché gli ispettori sono tutti laureati in scienze giuridiche è utile accorciare i tempi di formazione».La riforma di Marta Cartabia dà una centralità investigativa alla polizia di Stato.«La cosa è preoccupante. Secondo la regola Sit sulle sommarie informazioni testimoniali, abbiamo l’obbligo di videoregistrare la deposizione delle persone informate sui fatti, così nessuno potrà dire “ho capito male” e creare incidenti procedurali. Ma è necessario mettere a disposizione dei poliziotti gli strumenti per farlo. Per questo c’erano 200 milioni provenienti dal fondo dei capitali sequestrati alle mafie, prontamente deviati nel decreto di ricostruzione delle zone alluvionate in Emilia Romagna. Niente da dire, ma sono stati sottratti a noi nella lotta alla criminalità. E a chi ci consiglia di usare i nostri telefonini rispondiamo che non lo possiamo fare. Scaricare le difficoltà sulla polizia è sbagliato».L’onere della denuncia da parte del cittadino suscita interrogativi.«È un elemento pericoloso della legge firmata da Marta Cartabia, totalmente inadeguata, che rischia di minare la coesione sociale. Il ministro Carlo Nordio ha dato più tempo alle forze dell’ordine per l’arresto ma non ha risolto il problema. Il patto silenzioso in democrazia è che ogni cittadino è disposto a cedere parte della libertà individuale allo Stato per ricevere sicurezza e libertà collettiva». Invece qui cosa succede?«Si è deciso di dare al cittadino la responsabilità di denunciare o querelare chi delinque. Se togliamo il peso dalle spalle dello Stato e lo mettiamo su quelle del singolo cittadino, quest’ultimo si trova davanti ai delinquenti che combattono contro di lui. Che fanno, si sparano addosso? Si rischia di tornare al Far West. La sicurezza fai da te è la meno sicura. Senza contare i pasticci giudiziari che porta con sé».Dove vede lampi di Far West?«Nelle grandi città, dove viene assoldata la polizia privata per proteggere i negozi e i bar come in corso Vittorio Emanuele a Milano, non ci siamo lontani. L’idea che Milano diventi come Reggio Calabria è una sconfitta per tutti. Rimpiango il poliziotto di quartiere, un elemento di garanzia per i commercianti».Le metropoli sono obiettivo dell’immigrazione clandestina; in questo senso l’estate è bollente.«Siamo molto preoccupati. Le stime parlano dell’arrivo di 40-60.000 persone, numeri spaventosi che le forze di polizia non potranno sostenere senza stanziamenti adeguati e una precisa pianificazione sui luoghi dove ospitare gli immigrati. Identificare, accogliere, espellere, rimpatriare non sono parole vuote. Per concretizzarle servirebbe l’assunzione di 2.000 unità specifiche per queste attività peculiari. Le espulsioni veloci sono giuste ma per farle serve personale. È corretto far firmare l’invito di lasciare il Paese, ma come controllare che l’espulso lo faccia davvero? Torniamo agli organici. Avevamo 26 scuole di polizia, oggi ce ne sono cinque».Cosa significa in concreto?«La potatura è colpa delle cartolarizzazioni. Nelle scuole dedicate si formavano 12.000 agenti l’anno, adesso 3.500. Alla fine di quest’anno vanno in pensione 6.300 persone ma ne potremo formare solo 3.500. In più, se non cambiano le tempistiche di inserimento determinate dalla burocrazia amministrativa, il primo ispettore diventerà operativo nel 2028. Per far rispettare la legge in un Paese come il nostro i numeri contano».In definitiva cosa propone?«Non ci resta che fare un appello al presidente Giorgia Meloni. Le chiediamo di ascoltare e non sottovalutare questi gridi d’allarme, necessari per far sì che si affrontino problemi decisivi nella gestione dell’immigrazione e nel contrasto al crimine. Occorrono risorse, e occorre che quelle stanziate non subiscano tagli. E infine devono essere le forze dell’ordine ad arrestare i delinquenti».La riforma della giustizia è fondamentale per ottenere la tranche del Pnrr dall’Europa.«C’è modo e modo di intervenire, per esempio su un punto molto caro al ministro Nordio. Nel momento in cui si manda una persona a processo e viene assolta dal giudice, il pm non può più fare appello. Giusto, avviene nelle giurisdizioni più moderne. Ma io avrei detto al magistrato: fai pure l’appello. Però, se lo perdi, le spese le paghi tu. Sarebbe un modo sicuro per decongestionare i tribunali».
Auto dei Carabinieri fuori dalla villetta della famiglia Poggi di Garlasco (Ansa)
Volodymyr Zelensky (Ansa)