2025-09-28
Per l’ex Ilva dieci offerte sul tavolo. Il piano di Renexia vale 5 miliardi
L’ingresso del gruppo Toto prevede la realizzazione di un rigassificatore e darebbe lavoro a 1.500 persone. Arrivata anche la proposta di un soggetto politico. Dalla partita si ritirano gli azeri, gli indiani non rilanciano.Il governo si aspettava qualcosa di più ma alla fine, alla scadenza del secondo bando, dopo quello infruttuoso della primavera scorsa, per la vendita di Acciaierie d’Italia, in amministrazione straordinaria, sono pervenute solo due offerte per l’intero complesso aziendale, quelle dei fondi d’investimento americani, Bedrock Industries e Flacks Group in cordata con Steel Business Europe. Sono otto, invece, le offerte interessate a singoli asset: Renexia (Gruppo Toto), Industrie Metalli Cardinale (Imc), Marcegaglia, Cordata Marcegaglia più Sideralba, Car Srl, Cordata Marcegaglia più Profilmec più Eusider, Eusider e Trans Isole. Come era stato ventilato nelle previsioni della vigilia, in attesa della nota ufficiale di ieri dei commissari, l’ex Ilva, nella sua interezza, andrebbe a fondi e non ad azionisti stabili del settore siderurgico come erano il precedente socio di riferimento di Acciaierie d’Italia, Arcelormittal, o i gruppi inizialmente interessati, Baku Steel (affiancata dalla società statale Socar) e Jindal Steel. Gli azeri si sono ritirati per l’opposizione del Comune di Taranto e dei movimenti ambientalisti a portare a Taranto la nave rigassificatrice sollecitata dal governo dell’Azerbaijan interessato al business del gas. Così la società statale Socar, ha preferito rivolgere l’attenzione all’acquisizione di Ip (Italiana Petroli) e alla sua rete di 4.500 distributori di carburante in Italia. Gli indiani non hanno rilanciato a questo bando e ormai sono focalizzati sulla Germania dove hanno presentato un’offerta per la divisione siderurgica di Thyssenkrupp che prevede il completamento del piano di decarbonizzazione nel sito di Duisburg con un investimento superiore a 2 miliardi di euro. Alle dieci offerte pervenute ieri per l’ex Ilva, chiariscono i commissari, se ne aggiunge un’ulteriore presentata da un soggetto politico, che non corrisponde ai criteri della gara. «Sebbene il termine stabilito», si legge nella nota, «non sia da considerarsi perentorio, eventuali proposte che dovessero pervenire successivamente saranno valutate esclusivamente qualora presentino condizioni particolarmente favorevoli per la procedura in corso».Nella gara fa ingresso il gruppo Toto con un piano di investimenti da 5 miliardi di euro che darebbe posti di lavoro a 1.500 persone. La manifestazione di interesse, portata avanti dalla controllata Renexia, attiva nelle rinnovabili, riguarda i servizi «ancillari» ma nel caso le condizioni lo richiedano, viene precisato, c’è anche un progetto per la parte siderurgica. I servizi ancillari riguardano prevalentemente la fornitura di energia al soggetto che sarà giudicato vincente per la parte siderurgica. Si tratta, in particolare del rigassificatore, degli impianti di Dri, della centrale elettrica e di un eventuale impianto di carpenteria. Il gruppo si propone di realizzare un rigassificatore a terra, per una capacità complessiva di 10 miliardi di metri cubi all’anno, da collocare a Gioia Tauro, per soddisfare l’alimentazione a gas naturale dei futuri nuovi forni dell’impianto. Sarebbe operativo in tempi strettissimi, entro tre anni, e alimentato da Lng (gas naturale liquefatto) importato dagli Stati Uniti. Il gruppo inoltre potrebbe vendere sul mercato europeo, quote di gas importato a prezzi ridotti rispetto all’Europa. Il progetto di Renexia prevede anche la realizzazione, sempre a Gioia Tauro, di un impianto di produzione Dri (Direct reduced iron) che riceverebbe via mare la materia prima necessaria, acquistata a prezzi competitivi in Brasile, e utilizzerebbe il gas naturale reso disponibile dal rigassificatore. Il Dri prodotto sarà trasportato a Taranto per alimentare i forni elettrici. L’investimento stimato è pari a 3,2 miliardi con livelli occupazionali a regime pari a 600-700 unità. Per soddisfare il fabbisogno di energia elettrica degli impianti siderurgici, il piano del gruppo Toto prevede una serie di fonti. Innanzitutto la realizzazione di una centrale termoelettrica con turbina a gas a ciclo combinato nel sito di Taranto. Poi fonti rinnovabili, con sviluppo di impianti solari on site e la stipula di contratti con impianti di energia solare ed eolica. Parte del fabbisogno di elettricità sarà soddisfatto dal progetto eolico offshore Med Wind di Renexia, prossimo all’autorizzazione. Infine il ricorso alla rete. Il piano comprende nel sito di Taranto anche la realizzazione di un impianto di carpenteria. L’investimento previsto in questo caso è di 150 milioni con occupazione, a regime, pari a 500-600 unità.«La priorità è alle offerte fatte per l’intero asset», ha detto il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso. «Sappiamo tutti che è una sfida difficile ma se ci riusciremo potremo dire tra pochi anni che l’Italia è l’unico Paese in Europa a produrre acciaio al 100% green in tutti i suoi stabilimenti, a differenza di quanto si fa ancora negli altri Paesi europei».
George Soros e Howard Rubin (Getty Images)
Nel riquadro, Angelo Dellupi (IStock)