2022-12-07
Il Wwf: «I clandestini inquinano»
Volontari impegnati a ripulire i boschi attorno a Trieste dai rifiuti lasciati dai migranti. «Portati via 300 sacchi. Non siamo contro gli stranieri, ma il fenomeno non è gestito».Il Wwf si è accorto che «i migranti inquinano i boschi». Domenica scorsa, soci e simpatizzanti della blasonata organizzazione (sezione triestina) si sono adoperati per raccogliere la sporcizia e gli indumenti abbandonati dai clandestini in transito, nei boschi di Prebeneg. Qui siamo nel comune di San Dorligo della Valle - Dolina, provincia di Trieste. I migranti della rotta balcanica, incuranti di tutto, scendendo i versanti del Carso triestino e giungendo in Italia, si disfano delle loro cose gettandole ovunque. L’evento di raccolta, fanno sapere dall’organizzazione, ha riscontrato molto successo. Evviva. Evviva. Con «il risultato dell’avvio a smaltimento di quasi trecento sacchi». Sacchi e rifiuti di cui, permettetecelo, avremmo fatto volentieri a meno. Noi della Verità, poche settimane fa, eravamo andati a documentare, al confine con la Slovenia, proprio un tratto di percorso fatto dai migranti che dal Pakistan scendono lungo la Rotta Balcanica. E infatti, nei boschi avevamo trovato di tutto. Scarpe, borse, zaini, vestiti, carte, lattine, sigarette, sacchi a pelo, coperte, sandali, caricabatterie, telefoni. Un vero e proprio EcoCentro a cielo aperto, nemmeno tanto eco, che piace ai talebani dell’accoglienza che non vedono l’ora che i clandestini giungano in Italia. Peccato che ora anche il Wwf sollevi qualche perplessità.Qui gli attivisti domenica hanno trovato di tutto e di più. I rifiuti che avevamo documentato erano rimasti lì intatti. «Domenica abbiamo fatto la pulizia», spiega alla Verità Martina Felician, presidente del Wwf Trieste, «e abbiamo tirato su tanta, tanta, ma tanta roba. Scarpe, borse, di tutto. Cellulari, rifiuti buttati lì; vestiti, giubbotti, tutto quello di cui si spogliano perché non essendoci una gestione nell’accogliere queste persone, quando arrivano in Italia delle loro cose se ne sbarazzano prima. Noi non siamo contro i migranti ma contro l’abbandono di rifiuti in questo modo», ci tiene a precisare Felician. Una questione non di poco conto per l’organizzazione ambientalista che lamenta problemi di sostenibilità per il sottosuolo e non solo.«Ma secondo lei», ci dice, «è sostenibile un abbandono del genere per il bosco? Lì c’è materiale non biodegradabile, una serie di rifiuti di ogni tipo e tutto quel materiale che rimane lì va a inquinare non solo la zona del bosco ma anche le aree circostanti». Anche perché lì è un continuo transito. Nemmeno un andirivieni. Perché siamo nel Paese dove tutti possono entrare. Ma nessuno è costretto a uscire. L’idea del Wwf è di attivare luoghi di raccolta «che consentano il più agevole asporto dei rifiuti». Rimane da capire cosa e come. Oltre a una forma di sensibilizzazione nei confronti di coloro che arrivano. E anche qui resta da capire come si possa fare, a meno che le associazioni di sinistra non vogliano farsi carico di attivare dei corsi di ecologia e buona educazione in Pakistan, ossia prima che i migranti giungano in Italia.Intanto i clandestini continuano ad arrivare. Ogni giorno. A frotte di cento, duecento persone.Il sottosegretario all’Interno, Emanuele Prisco, ieri ha fatto tappa a Trieste, accolto dal prefetto Annunziato Vardè, ha poi incontrato il sindaco Roberto Dipiazza che nei giorni scorsi ha espresso tutto il suo disappunto, raccontato su queste colonne, contro i richiedenti asilo che hanno sfasciato il centro accoglienza nella località di Prosecco. «Il ministro Piantedosi», ha detto Prisco, «ha diramato una direttiva alla polizia di frontiera e ai prefetti per riutilizzare i meccanismi di riammissione già considerati dagli accordi italo-sloveni». «Dal 28 novembre», ha detto, «sono operative le riammissioni» e in realtà «sono rimaste operative perché gli accordi sono vigenti e devono essere utilizzati».Prisco ieri, in attesa delle determinazioni della Conferenza europea che era in corso a Tirana, ha ribadito più volte la linea del governo: «Accogliamo chi deve essere accolto, chi non deve essere accolto deve tornare fuori dall’Italia». Per Prisco il governo «ha adottato una linea molto morbida rispetto all’utilizzo di questo meccanismo» delle riammissioni che «consente all’Italia di poter riconsegnare chi non ha titolo per restare» ai vari Stati, in particolare modo alla Slovenia, primo Paese europeo di approdo. È evidente che se vengono intasate le rotte del mare e di terra, l’Italia non può accogliere tutto il mondo di chi scappa».Un meccanismo, quello delle riammissioni, che sostanzialmente consiste nel rimandare in Slovenia chi pesta come primo suolo quello sloveno. Gli uomini in divisa sono ormai stremati nel fronteggiare l’emergenza. Ed è proprio dell’altro ieri una nota del Sap che denuncia per l’ennesima volta la mancanza di personale e di strutture adeguate.
Little Tony con la figlia in una foto d'archivio (Getty Images). Nel riquadro, Cristiana Ciacci in una immagine recente
«Las Muertas» (Netflix)
Disponibile dal 10 settembre, Las Muertas ricostruisce in sei episodi la vicenda delle Las Poquianchis, quattro donne che tra il 1945 e il 1964 gestirono un bordello di coercizione e morte, trasformato dalla serie in una narrazione romanzata.