I profitti record delle società del settore facilitano acquisizioni e fusioni. Le tariffe volano e la danese Maersk registra un utile di 8 miliardi di dollari in un trimestre. Verso fine anno però si attende il ritorno alla normalità.
I profitti record delle società del settore facilitano acquisizioni e fusioni. Le tariffe volano e la danese Maersk registra un utile di 8 miliardi di dollari in un trimestre. Verso fine anno però si attende il ritorno alla normalità.Anche il 2021 ha confermato il momento boom del settore navale del trasporto container con profitti record per le società che ne fanno parte grazie alla forte domanda e alle difficoltà di approvvigionamento che hanno spinto i prezzi dei noli. Solo la settimana scorsa c’erano 101 navi portacontainer in attesa di attraccare a Los Angeles/Long Beach, un valore pericolosamente vicino al collasso del sistema portuale. Le società del settore, intanto, sempre più ricche di liquidità pensano a sfruttare il momento con fusioni e acquisizioni, estendendo il loro business alla logistica integrata per aumentare i margini. D’altronde, le tariffe dei contratti annuali sono aumentate notevolmente nel 2022. Le tariffe dei contratti tra Asia e Stati Uniti sono cresciute del 122% rispetto al 2020, stando alle rilevazioni del settore.Negli scorsi giorni il gigante danese del settore, il gruppo armatoriale Maersk (o più correttamente Ap Moller-Maersk) ha superato le previsioni di vendita e profitto grazie all’esplosione delle tariffe di trasporto per le navi portacontainer con un utile operativo stellare nel quarto trimestre: 8 miliardi di dollari. E nonostante un lieve calo del fatturato abbondantemente compensato da tariffe di trasporto superiori dell’80%. La più grande compagnia di spedizioni di container del mondo ha così chiuso il suo trimestre più redditizio di sempre e quest’anno è sulla buona strada per realizzare i profitti più alti di qualsiasi azienda danese nella storia. Maersk ha parlato di una situazione straordinaria con interruzioni globali delle catene di approvvigionamento che avrebbero causato un aumento dei prezzi dei trasporti. La stessa Maersk a novembre ha acquisito per 3,6 miliardi di dollari LF Logistics, ovvero Li & Fung, uno dei più antichi specialisti cinesi in trasporti per terra e per mare con 223 depositi in tutta l’Asia e una flotta di camion pressoché infinita.«L’elevata domanda globale e le scarse capacità di trasporto stanno sostenendo i profitti di tutti i giganti del trasporto di container», dice Salvatore Gaziano, direttore investimenti di SoldiExpert Scf.La tedesca Hapag-Lloyd dovrebbe aumentare il proprio fatturato nell’esercizio in corso a circa 22 miliardi di euro, quasi il doppio rispetto all’anno precedente. Poiché i costi rimangono quasi costanti, la principale compagnia di spedizioni di container tedesca dovrebbe moltiplicare per quattro l’utile operativo del 2020. E secondo molti analisti del settore questo scenario rosa dovrebbe permanere per tutto il 2022 poiché al momento non c’è abbastanza capacità di container in tutto il mondo.Alcuni analisti vedono all’orizzonte, verso fine anno, inizio 2023, un ritorno alla normalizzazione (con prezzi dei noli più bassi), quando la «congestione» nata dalla pandemia sarà terminata e le catene di approvvigionamento torneranno a funzionare più regolarmente, visto che la domanda sottostante non è drammaticamente cambiata. Non è un caso, insomma, se in Borsa il mondo dello shipping sta letteralmente schizzando. La tedesca Hapag-Lloyd in Borsa in tre anni è cresciuta di oltre il 1.000%, quasi il triplo rispetto ai comunque ragguardevoli valori messi a segno da Cosco Shipping con un +360%. Non sono da meno Maersk (+156%) e tanti altri colossi delle spedizioni che vengono da un periodo letteralmente d’oro.Ciononostante, va detto, si tratta di una nicchia in Borsa che sta godendo ora di un successo senza precedenti a causa delle condizioni imposte dalla pandemia. Pertanto, si tratta di un comparto particolarmente soggetto alla volatilità e la cui crescita potrebbe non essere eterna. Lo dimostra il fatto che non vi siano fondi o Etf specifici per questa nicchia, fino a prima della pandemia non particolarmente «battuta» dagli investitori che, invece, hanno sempre preferito il mondo tech, i titoli finanziari o i Paesi emergenti. Ad ogni modo, almeno per tutto il 2022 il settore dello shipping in Borsa dovrebbe continuare a volare sulla scia dei prezzi dei noli alle stelle e di tempistiche bibliche per portare la merce da un lato all’altro del mondo. Il consiglio, però, è quello di investire con cautela. Il continuo aumento dei prezzi dei noli non potrà durare per sempre perché insostenibile. Ci sono già colossi che hanno scelto di bloccare l’aumento incontrastato dei prezzi in un’ottica di lungo periodo e questo potrebbe avere un impatto sull’andamento dei titoli in Borsa.
Scontri fra pro-Pal e Polizia a Torino. Nel riquadro, Walter Mazzetti (Ansa)
La tenuità del reato vale anche se la vittima è un uomo in divisa. La Corte sconfessa il principio della sua ex presidente Cartabia.
Ennesima umiliazione per le forze dell’ordine. Sarà contenta l’eurodeputata Ilaria Salis, la quale non perde mai occasione per difendere i violenti e condannare gli agenti. La mano dello Stato contro chi aggredisce poliziotti o carabinieri non è mai stata pesante, ma da oggi potrebbe diventare una piuma. A dare il colpo di grazia ai servitori dello Stato che ogni giorno vengono aggrediti da delinquenti o facinorosi è una sentenza fresca di stampa, destinata a far discutere.
Mohamed Shahin (Ansa). Nel riquadro, il vescovo di Pinerolo Derio Olivero (Imagoeconomica)
Per il Viminale, Mohamed Shahin è una persona radicalizzata che rappresenta una minaccia per lo Stato. Sulle stragi di Hamas disse: «Non è violenza». Monsignor Olivero lo difende: «Ha solo espresso un’opinione».
Per il Viminale è un pericoloso estremista. Per la sinistra e la Chiesa un simbolo da difendere. Dalla Cgil al Pd, da Avs al Movimento 5 stelle, dal vescovo di Pinerolo ai rappresentanti della Chiesa valdese, un’alleanza trasversale e influente è scesa in campo a sostegno di un imam che è in attesa di essere espulso per «ragioni di sicurezza dello Stato e prevenzione del terrorismo». Un personaggio a cui, già l’8 novembre 2023, le autorità negarono la cittadinanza italiana per «ragioni di sicurezza dello Stato». Addirittura un nutrito gruppo di antagonisti, anche in suo nome, ha dato l’assalto alla redazione della Stampa. Una saldatura tra mondi diversi che non promette niente di buono.
Nei riquadri, Letizia Martina prima e dopo il vaccino (IStock)
Letizia Martini, oggi ventiduenne, ha già sintomi in seguito alla prima dose, ma per fiducia nel sistema li sottovaluta. Con la seconda, la situazione precipita: a causa di una malattia neurologica certificata ora non cammina più.
«Io avevo 18 anni e stavo bene. Vivevo una vita normale. Mi allenavo. Ero in forma. Mi sono vaccinata ad agosto del 2021 e dieci giorni dopo la seconda dose ho iniziato a stare malissimo e da quel momento in poi sono peggiorata sempre di più. Adesso praticamente non riesco a fare più niente, riesco a stare in piedi a malapena qualche minuto e a fare qualche passo in casa, ma poi ho bisogno della sedia a rotelle, perché se mi sforzo mi vengono dolori lancinanti. Non riesco neppure ad asciugarmi i capelli perché le braccia non mi reggono…». Letizia Martini, di Rimini, oggi ha 22 anni e la vita rovinata a causa degli effetti collaterali neurologici del vaccino Pfizer. Già subito dopo la prima dose aveva avvertito i primi sintomi della malattia, che poi si è manifestata con violenza dopo la seconda puntura, tant’è che adesso Letizia è stata riconosciuta invalida all’80%.
Maria Rita Parsi critica la gestione del caso “famiglia nel bosco”: nessun pericolo reale per i bambini, scelta brusca e dannosa, sistema dei minori da ripensare profondamente.






