2025-06-13
Il Tar gela il Banco e dà un assist a Orcel nel suo ricorso anti golden power
I giudici respingono lo stop alla sospensione dell’Ops, fornendo ad Orcel una carta contro Palazzo Chigi. Bpm: prendiamo atto.Nel risiko bancario italiano, ogni mossa vale oro. Stavolta il giro di carte ha favorito Andrea Orcel, ad di Unicredit. Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso di Banco Bpm contro Consob che ha fermato per un mese gli orologi. La scadenza scivola al 23 luglio. Apparentemente, una sentenza tecnica. In realtà, un assist per Andrea Orcel, che può rimettere mano alla sua partita più ambiziosa: alleggerire i vincoli posti dal governo attraverso il golden power. Se non, addirittura, ottenerne la cancellazione in via giudiziaria. Il Tribunale amministrativo ha detto «no» a Banco Bpm che chiedeva di annullare la sospensione temporanea decisa da Consob sull’offerta pubblica di scambio proposta da Unicredit. I giudici non hanno trovato alcun pregiudizio «grave e irreparabile». E soprattutto, hanno sposato pienamente la logica dell’authority: la priorità resta la tutela del risparmio, articolo 47 della Costituzione alla mano. È quasi un gol in trasferta, per la squadra guidata da Orcel. Non solo perché cancella le accuse di Banco Bpm, che aveva bollato come «abnorme» il provvedimento della Consob, ma anche perché legittima, indirettamente, il cuore del contenzioso ancora aperto: quello sul decreto golden power. La sospensione dell’offerta, dice il Tar, è giustificata proprio alla luce di quel decreto. Insomma: il problema non è l’offerta di Unicredit, ma la cornice normativa in cui si trova a muoversi. Esattamente quello che sostiene Orcel chiedendo la revisione degli obblighi imposti da Palazzo Chigi.La strategia era chiara: attendere che la giustizia amministrativa facesse il suo corso, per poi colpire nel punto più sensibile. Adesso ha in mano una sentenza che legittima la sospensione perché c’è di mezzo il golden power. Ed è esattamente su quel fronte che Unicredit ha fatto ricorso.Il 9 luglio ci sarà la prossima tappa, quando il Tar si esprimerà proprio sul decreto. Ma già oggi, grazie alla decisione appena uscita, Orcel si presenta con un argomento in più. E può anche rispolverare il suo messaggio chiave: «Le acquisizioni hanno senso solo se creano valore». Tradotto: senza condizioni più favorevoli e un’offerta più trasparente, questa non sta in piedi. E se non si cambia rotta, Unicredit è pronta a mollare il colpo.L’amministratore delegato di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, e il presidente Massimo Tononi spiegano che, dal loro punto di vista, la sentenza non cambia la sostanza: l’operazione proposta da Unicredit è opaca e ha scarso appeal per gli azionisti. «Prendiamo atto, siamo ormai abituati da mesi a non avere chiarezza sui tempi e sulle reali intenzioni dell'offerente. È innegabile che si tratta di una Ops che ha una durata straordinaria, circa 8 mesi contro una media delle ultime operazioni di 5». L’offerta, ricordano, è partita senza premio e continua a scontare un delta negativo del 7-8%. Un’anomalia, a loro dire, se si guardano le ultime grandi aggregazioni bancarie italiane, dove i premi arrivavano anche al 45%. Non solo: lamentano una passivity rule che li lega in un momento cruciale per il settore del credito.Intanto, la partita si è spostata su un altro campo. L’Ops, oggi, è congelata più per la cornice politica e regolatoria che per le sue dinamiche industriali. E la sentenza del Tar segna un passaggio chiave: dice che le autorità possono (e devono) intervenire quando ci sono in ballo gli interessi generali dei risparmiatori. Dice che l’elemento di disturbo, semmai, è proprio il golden power. E qui Orcel può ripartire, forte del fatto che l’unico intervento che ha retto all’analisi giuridica è quello della Consob. Il decreto governativo, invece, resta sotto scrutinio. Il presidente di Cariverona - azionista con una quota ormai marginale, ma voce ancora ascoltata - chiede a gran voce un tavolo negoziale. Come a dire: questa guerra di carte bollate rischia di far perdere valore a tutti. Meglio sedersi, rivedere le condizioni e magari immaginare una soluzione di sistema. Tanto più che si sta scaldando anche il fronte tedesco, dove Unicredit ha in corso la scalata a Commerzbank. Bettina Orlopp, ad dell’istituto, non risparmia frecciate a Orcel. Lo accusa di manipolazione sui prezzi delle azioni. «Riteniamo che sia nell’interesse nostro e dei nostri azionisti che la performance dimostrata negli ultimi trimestri si rifletta in modo equo sul prezzo delle azioni», dice al meeting di Goldman Sachs a Berlino, «Invece di cercare solo di far scendere il prezzo delle azioni perché potrebbero esserci altri interessi in gioco». Sullo sfondo si muove il territorio. Le piccole imprese di Verona e Novara si schierano contro l’offerta di Unicredit per Banco Bpm, la cui acquisizione «potrebbe modificare la relazione tra banca e territorio in senso negativo» per le Pmi, con la potenziale chiusura o vendita dell’88% delle filiali del Banco a Novara e 90 delle 91 filiali a Verona. Infine, uno sguardo all’assemblea di Mediobanca di lunedì. Ieri il cda di Generali ha comunicato che «esaminerà tutte le implicazioni commerciali, economiche e di valore» dell’Ops di Mediobanca su Banca Generali, offerta «che andrebbe a definire una partnership con un primario leader nel settore del wealth management».
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È stato pubblicato sul portale governativo InPA il quarto Maxi Avviso ASMEL, aperto da oggi fino al 30 settembre. L’iniziativa, promossa dall’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali (ASMEL), punta a creare e aggiornare le liste di 37 profili professionali, rivolti a laureati, diplomati e operai specializzati. Potranno candidarsi tutti gli interessati accedendo al sito www.asmelab.it.
I 4.678 Comuni soci ASMEL potranno attingere a queste graduatorie per le proprie assunzioni. La procedura, introdotta nel 2021 con il Decreto Reclutamento e subito adottata dagli enti ASMEL, ha già permesso l’assunzione di 1.000 figure professionali, con altre 500 selezioni attualmente in corso. I candidati affrontano una selezione nazionale online: chi supera le prove viene inserito negli Elenchi Idonei, da cui i Comuni possono attingere in qualsiasi momento attraverso procedure snelle, i cosiddetti interpelli.
Un aspetto centrale è la territorialità. Gli iscritti possono scegliere di lavorare nei Comuni del proprio territorio, coniugando esigenze professionali e familiari. Per gli enti locali questo significa personale radicato, motivato e capace di rafforzare il rapporto tra amministrazione e comunità.
Il segretario generale di ASMEL, Francesco Pinto, sottolinea i vantaggi della procedura: «L’esperienza maturata dimostra che questa modalità assicura ai Comuni soci un processo selettivo della durata di sole quattro settimane, grazie a una digitalizzazione sempre più spinta. Inoltre, consente ai funzionari comunali di lavorare vicino alle proprie comunità, garantendo continuità, fidelizzazione e servizi migliori. I dati confermano che chi viene assunto tramite ASMEL ha un tasso di dimissioni significativamente più basso rispetto ai concorsi tradizionali, a dimostrazione di una maggiore stabilità e soddisfazione».
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Roberto Occhiuto (Imagoeconomica)