2022-11-11
Il Superbonus resta solo al 90%. Villette, reddito entro i 15.000 euro
Nel 2023 potrà accedere al 110% chi ha già presentato la Cila. Rimane il nodo della cessione dei crediti fiscali: Ance e Abi lanciano l’allarme sul rischio di una «pesante crisi di liquidità». Fi scontenta: «Niente confronto».Cambiano le regole per il Superbonus 110% ma resta il nodo sulla questione della cessione dei crediti di imposta edilizi. Nel dl Aiuti quater si è infatti affrontato anche il tema del Superbonus andando principalmente a modificare le regole di detrazione per l’anno nuovo. E dunque, per tutte le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022 sarà applicata l’agevolazione del 110%, così come per chi alla data di entrata in vigore del presente decreto ha già presentato la comunicazione di inizio lavori asseverata (Cila), per chi ha avviato interventi di demolizione e ricostruzione degli edifici per i quali risultano essere già state avviate le relative formalità amministrative per l’acquisizione del titolo abilitativo e per le spese in progetto fino al 31 marzo 2023 a condizione che al 30 giugno 2022 siano stati fatti almeno il 30% dei lavori. Per tutti gli altri dal 1° gennaio 2023 il Superbonus passerà dal 110 al 90%. Altra novità è la reintroduzione delle villette. Queste potranno infatti richiedere l’agevolazione a partire dal 1° gennaio 2023 (con le ultime norme del governo Draghi le domande per il Superbonus potevano essere inoltrate solo fino al 30 settembre per motivi di budget) fino al 31 marzo 2023 a condizione che «l’unità immobiliare sia adibita ad abitazione principale e che il contribuente abbia un reddito di riferimento, determinato non superiore a 15.000 euro», si legge nel testo del dl. E infine, per i redditi più bassi, il governo ha pensato di istituire un Fondo nello stato di previsione del ministero dell’Economia i cui criteri di ripartizione saranno determinati successivamente con un decreto del Mef, entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto legge. Le modifiche decise sul Superbonus, essendo di carattere restrittivo, fanno prevedere delle maggiori entrate che saranno «iscritte in uno specifico Fondo nello stato di previsione del Mef da destinare agli interventi della manovra di bilancio 2023-2025», sottolinea il testo uscito dal cdm di ieri. Misure che dunque non hanno minimamente considerato il problema e la risoluzione della cessione dei crediti di imposta che sta continuando a creare disagi nel mondo dell’edilizia e del credito. L’ultimo episodio è quello di qualche giorno fa, quando Poste italiane ha annunciato lo stop, sul suo sito, all’apertura delle nuove pratiche legate alla cessione. Tema che nonostante sia molto sentito non è nemmeno stato affrontato in modo strutturato dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, mercoledì in audizione davanti alle commissioni riunite sulla nota di aggiornamento al Def. In quell’occasione si sono solamente snocciolati dati sui bonus edilizi che stanno causando rilevanti maggiori oneri rispetto alle stime, tanto che «l’incremento, sulla base delle informazioni al 1° settembre, segnala uno scostamento complessivo di 37,8 miliardi sull’intero periodo di previsione». In particolare, per gli anni 2023-2026, i maggiori oneri, ha spiegato il ministro, determineranno un peggioramento della previsione delle imposte dirette per importi compresi tra gli 8 e i 10 miliardi in ciascun anno. Motivo per cui, ha precisato Giorgetti, il governo è intervenuto sul Superbonus in modo selettivo. Selezione che però per il momento ha lasciato fuori proprio il problema della cessione dei crediti d’imposta edilizi e il loro impatto sui diversi settori dell’economia italiana. A sottolineare questa lacuna sono state anche l’Abi e l’Ance che in una lettera congiunta inviata al governo sul tema hanno chiesto «una misura tempestiva e di carattere straordinario» per «scongiurare al più presto una pesante crisi di liquidità per le imprese della filiera che rischia di condurle a gravi difficoltà (molte aziende si ritrovano in pancia crediti non riscuotibili)». Nella lettera le associazioni hanno chiesto anche che l’esecutivo consenta «agli intermediari di ampliare la propria capacità di acquisto utilizzando una parte dei debiti fiscali raccolti con gli F24, compensandoli con i crediti da bonus edilizi ceduti dalle imprese e acquisiti dagli intermediari». Sulla stessa posizione anche Federcostruzioni che, oltre a sollecitare il governo nel trovare una soluzione per l’attuale situazione critica dei crediti di imposta, sottolinea anche come «senza prevedere un regime transitorio (tra le norme vecchie e quelle nuove)» si getta «definitivamente il mercato nel caos con centinaia di famiglie e imprese gravemente danneggiate». Altro punto critico, secondo l’associazione, sono le modalità operative del governo in merito all’introduzione delle novità sul Superbonus che sono arrivate «senza un confronto con le categorie produttive interessate». Posizione che viene cavalcata anche da Forza Italia, che non gradendo particolarmente le modifiche fatte al 110% punzecchia l’esecutivo di cui fa parte sottolineando, come hanno rivelato fonti parlamentari azzurre, come sia «assolutamente sbagliato mettere mano a una misura così delicata e sentita, senza neanche svolgere una riunione di confronto», tanto che «stupisce» che non sia stata affrontata anche la questione dello sblocco dei crediti.
(Ansa)
Il ministro Guido Crosetto in occasione dell'82°anniversario della difesa di Roma: «A me interessa che gli aiuti a Gaza possano arrivare, le medicine possano arrivare, la vita normale possa riprendere». Nonostante tutto, Crosetto ha ben chiaro come le due guerre più grandi - quella Ucraina e quella a Gaza - possano cessare rapidamente. «Io penso che la decisione di terminare i due conflitti sia nelle mani di due uomini: Putin e Netanyahu».