
Ursula Von der Leyen non fa cenno ai ritardi italiani sui programmi smentendo la narrazione dell’opposizione. Giorgia Meloni: «Bruxelles può darci una mano su molte questioni». Raffaele Fitto: il 31 maggio la cabina di regia sui fondi.La drammatizzazione dei ritardi sul Pnrr, appendice della narrazione sinistra sulla paralisi nella presentazione dei progetti di modifica del piano, è stata smontata dalla visita di Ursula von der Leyen, giovedì in Emilia Romagna e ieri a Venezia. In questa trasferta di due giorni la presidente della Commissione Ue non ha tirato pubblicamente le orecchie al governo italiano. Certo, non sarebbe stato elegante farlo dopo aver visto dall’elicottero i danni dell’alluvione aver incontrato cittadini e volontari delle zone colpite. Ma il fatto stesso di essere venuta qui è un sostegno esplicito, o quantomeno un segnale distensivo che cozza con il quadro allarmistico disegnato dall’opposizione. Anzi, Von der Leyen ha sottolineato che nei confronti dell'emergenza c'è «un approccio strutturato» e «può essere utilizzato il fondo di coesione». «Tin bota. L’Europa è con voi. Anche per ripristinare l’equilibrio stravolto tra la natura e l’ambiente edificato. Il Next Generation Eu prevede 6 miliardi di euro per l’Italia, destinati a ridurre i rischi di inondazioni e frane. Per esempio, sarà ripristinato il letto del fiume Po, con interventi di rimozione del cemento e riattivazione del verde lungo le rive, per lasciare spazio alla natura. Dobbiamo fare della natura il nostro partner nella lotta contro i cambiamenti climatici», ha detto ieri intervenendo alla Biennale. Per Von der Leyen serviranno circa tre mesi per fare la conta dei danni, soltanto allora ci sarà una chiara idea del contributo che la Ue fornirà attraverso il fondo di solidarietà dal quale l’Italia ha già attinto per 3 miliardi. Primo tra i Paesi in Europa per ammontare richiesto per fronteggiare i disastri causati dalle catastrofi naturali a partire dal 1999. Nel frattempo, da Bruxelles arriverà un primo «piccolo pagamento». Per la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, la visita di Von der Leyen «è stata preziosa» perché «ci son varie questioni sulle quali la Commissione può darci una mano, anche con il Pnrr», ha detto ieri in collegamento con il palco del Festival dell’Economia di Trento. «Saremo chiamati a trovare le risorse necessarie. Una cosa è leggere i numeri e l’altra è vedere i danni subiti. Attiveremo soprattutto il fondo di solidarietà, c’è anche il fondo di coesione ed è fondamentale la possibilità di flessibilità dei fondi esistenti, anche del Pnrr che riguarda soprattutto la messa in sicurezza del territorio, è un fondo strategico perché viviamo in un tempo in cui l’imprevisto è la previsione più accurata che possiamo fare», ha aggiunto. Ricordando, in generale, che «essere affidabili non significa essere accondiscendenti». Poco prima, sul palco del Festival dell’economia era salito il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto. Sul Pnrr c’è «un dibattito un po’ troppo isterico, polemiche politiche anche surreali, serve serietà e responsabilità, ed è questa la cifra che sta caratterizzando l'azione del governo. Non siamo in ritardo, il termine per la revisione del piano è fissato per il 31 agosto», ha chiarito. Annunciando la convocazione della cabina di regìa sul piano per il prossimo 31 maggio e ribadito che «la relazione semestrale sarà l’occasione per una perfetta fotografia della situazione». Quanto ai rapporti con le istituzioni europee, con il commissario Paolo Gentiloni «ci sentiamo spesso, c’è una ottima collaborazione: con l'Europa non mi sembra che ci sia una questione collegata al nostro Paese. Con la Commissione stiamo lavorando in modo positivo sull’assessment, sulla terza rata, io sono fiducioso. Facciamo entrare anche il dibattito italiano in questo quadro europeo», ha proseguito. Sottolineando che «il lavoro fatto è un lavoro di dettaglio. È la prima volta che abbiamo avuto 55 obiettivi, erano in scadenza al 31 dicembre dello scorso anno e noi ci siamo insediati a ottobre».Proprio ieri, intanto, dal Rapporto 2023 sul coordinamento della finanza pubblica della Corte dei Conti è emerso che a fine 2022 i 24,5 miliardi di spesa sostenuta dalle Amministrazioni centrali titolari di misure del Pnrr «testimoniavano un avanzamento del 12,8%»; considerando anche il progresso dei primi mesi di quest'anno, «il tasso di sale al 13,4%». Se le prime tre missioni (digitalizzazione, transizione energetica e infrastrutture), «evidenziano progressi più ampi, tutti superiori al 16%», le missioni 4 e 5 (legate all’istruzione e all'inclusione) presentano tassi di avanzamento vicini al 5%, mentre la 6 in tema di salute non raggiunge la soglia dell’1 per cento. L'analisi della Corte dei Conti parte dalla spesa dichiarata come sostenuta dalle amministrazioni centrali titolari di misure. Sulla base delle informazioni al 4 maggio 2023, il valore complessivo di questa spesa si attestava a fine 2022 a 24,5 miliardi. Questa è associabile a 106 delle 285 misure previste, di cui 2 riforme e 104 investimenti. A ciò si è aggiunta, nei primi mesi del 2023, un’ulteriore spesa sostenuta per 1,2 miliardi, portando a 25,7 miliardi il livello complessivo.
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