La crisi non sembra intaccare le aziende farmaceutiche. Le aree più interessanti restano le immunoterapie e le terapie geniche. Solo l'oncologia concentra il 35% della ricerca dei 7.000 medicinali in sperimentazione.
La crisi non sembra intaccare le aziende farmaceutiche. Le aree più interessanti restano le immunoterapie e le terapie geniche. Solo l'oncologia concentra il 35% della ricerca dei 7.000 medicinali in sperimentazione.Il settore farmaceutico è una di quelli anti ciclici per definizione. Nonostante le diverse crisi di mercato, il mondo del farmaco ha sempre saputo dire la sua in fatto di investimenti. «Le aree di cura più interessanti da seguire sono quelle legate alle immunoterapie applicate all'oncologia e le terapie geniche, grazie alle quali il settore biofarmaceutico sta vivendo un nuovo periodo di trasformazione e innovazione», spiega Gianpaolo Nodari, amministratore delegato di J. Lamarck, società specializzata negli investimenti nel biotech. «Le prime per l'elevata domanda», dice, «le seconde per il vasto campo di applicazione che possono avere. Guardando agli investimenti in ricerca e sviluppo, il settore oncologico si dimostra ancora di sicuro interesse in una prospettiva di crescita degli utili a medio termine. In esso si concentra il 35% della ricerca dei 7.000 farmaci in sperimentazione. Altri territori molto presidiati sono quelli delle malattie metaboliche (ipercolesterolemia o diabete) e degli antibiotici di nuova generazione, visto il proliferare di batteri super resistenti che rappresentano una gravissima minaccia per l'umanità».Le società su cui puntare sono molte. «Un titolo per noi interessante è Bristol Myers Squibb che, con il recente annuncio dell'acquisizione del colosso biotech Celgene per 74 miliardi di dollari, sta completando il suo percorso di trasformazione da società farmaceutica tradizionale a leader della moderna biofarmaceutica, con un'ampia rosa di molecole in fase di sviluppo per trattare tumori, malattie infiammatorie, immunologiche e cardiovascolari», spiega Nodari. «Sarebbe opportuno lasciare da parte qualche azienda, per esempio quelle che non hanno iniziato o completato il processo di trasformazione della tecnologia di base dalla chimica alla biofarmaceutica e quelle che, dalle nostre analisi, risultano ancora vulnerabili alle scadenze brevettuali, il cosiddetto “patent cliff", che solitamente interessa i farmaci più venduti basati sulla vecchia tecnologia chimica».Tra i titoli ritenuti più interessanti dalla società di gestione Fia Am nel settore farmaceutico ci sono Zoetis Inc che in tre anni ha offerto un rendimento del 36,4%, valore simile alle azioni di Corcept Therapeutics, cresciute in 36 mesi del 32,2%. Bene anche Merck Co. e Biospecifics Technologie, entrambe cresciute del 14% in tre anni. Per chi sceglie di non voler sottostare al saliscendi del mercato azionario, il settore offre anche diversi fondi di investimento. Il Bellevue adamant medtech & services, ad esempio, si è mostrato stabile nella sua crescita ed è salito del 13% in un anno e del 16% in tre anni. Bene anche il Selectra lamarck biotech che è cresciuto del 13% in 36 mesi. Il settore farmaceutico, insomma, si conferma un'opportunità mai troppo influenzata dalla volatilità dei mercato. Un mondo caratterizzato da rendimenti, seppur non sempre altissimi, costanti anche nei momenti in cui la gran parte del mercati presenta il segno meno.
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