
È lungo fino a quasi 8 metri e ha una struttura da piccolo sistema nervoso. Se non funziona si rischia addirittura la depressione. Come aiutarlo? Con dieta sana e una buona masticazione.C'è un organo del quale si è sempre parlato molto poco, ma la tendenza si sta invertendo. Non solo ora lo conosciamo meglio, ma sappiamo anche quanto la sua salute sia importante per quella dell'intero organismo: è l'intestino. Sorta di lungo tubo ripiegato nella nostra pancia, l'intestino è la parte finale dell'apparato digerente. Con pareti flessibili e diametro differente lungo la sua estensione, è suddiviso in prima battuta in intestino tenue e intestino crasso. Il primo misura mediamente 6 metri, nella donna va da un minimo di 3 a un massimo di 7,2 metri, nell'uomo tra 4,8 e 7,8 metri, il suo diametro è di circa 2,5 centimetri ed è a sua volta suddiviso in duodeno, digiuno e ileo. L'intestino crasso (cioè grasso, nel senso di grosso) è invece lungo circa 170 centimetri, ma il suo diametro è di 7 centimetri. Si suddivide in intestino cieco, colon ascendente, colon trasverso, colon discendente, sigma e retto: il retto è il suo ultimo tratto, per la precisione si chiamerebbe intestino retto (perché è retto, ossia diritto ossia longitudinale, con lo scopo di espellere i residui solidi della digestione fuori dal corpo verso il basso), ma per ellissi lo chiamiamo retto. «Proprio al centro di ognuno di noi c'è una specie di hard disk, un organo importante che ha la responsabilità di digerire ed elaborare adeguatamente gli alimenti: l'intestino, il nostro secondo cervello», spiega il medico e naturopata Adrian Schulte, primario e direttore sanitario del F. X. Mayr Zentrum Bodensee di Überlingen, specializzato in pulizia intestinale. «Si tratta di un organo che funziona in maniera affascinante, perlopiù in autonomia e che dovremmo farci amico. Spesso però si trasforma in nostro nemico, perché lo trascuriamo e non siamo sufficientemente informati su come dovremmo trattarlo. Se consideriamo quante persone soffrono di stitichezza, tumori intestinali, diverticolite, infiammazioni intestinali o sindrome del colon irritabile, una cosa è chiara: i nostri intestini non stanno bene. Ancora fino a 20 anni fa solo le persone anziane soffrivano di queste patologie, oggi invece interessano ogni fascia d'età». pensiero «viscerale»Che l'intestino sia una sorta di secondo cervello è stato ribadito da molti, fino a entrare, libro dopo libro dedicato a questo tema, nella cultura popolare. L'apripista è stato lo scienziato della Columbia University Michal D. Gershon con il suo libro The second brain, Il secondo cervello, appunto, pubblicato alla fine degli anni Novanta. Ma perché è il secondo cervello? Perché cellule e fibre neuronali (parliamo di milioni) costituiscono l'intestino, facendone di fatto un piccolo sistema nervoso in parte addirittura autonomo rispetto a quello centrale: la contrazione intestinale e la produzione di enzimi digestivi ne sono una testimonianza. L'intestino elabora stimoli endogeni ed esogeni, come abbiamo detto in parte autonomamente, in parte interagendo, tramite la mediazione del sistema psiconeuroimmunoendocrino (quindi parliamo di rilascio di ormoni, di nervo vago, di sistema immunitario) con il sistema nervoso centrale. In questi casi, i «due cervelli» si influenzano reciprocamente. Stati di stress e ansia possono, ad esempio, stimolare la motilità intestinale e aumentare la sensibilità e l'infiammazione della mucosa intestinale. Da qui può derivare la sindrome del colon irritabile. Così come, di converso, la flogosi intestinale può aumentare la secrezione di serotonina (il noto ormone del buonumore) e poi però dell'enzima deputato alla sua demolizione, con il risultato di una carenza di serotonina nel sistema nervoso centrale e di sviluppo di depressione. Altro importante tema della salute intestinale riguarda il microbiota. Ma cos'è il microbiota? Si definisce così l'insieme di microrganismi simbiontici che convivono con l'organismo umano senza danneggiarlo. il viaggio del ciboIl microbiota intestinale è l'insieme di quei microrganismi che coadiuvano l'intestino nella digestione: è fondamentale per l'assorbimento dei principi nutrizionali degli alimenti. Esso dipende dal patrimonio genetico, ma anche dall'esposizione a fattori ambientali, compreso ciò che mangiamo, e dallo stile di vita, compreso, addirittura, come mangiamo. Il viaggio del cibo all'interno del nostro corpo e soprattutto dell'intestino inizia dalla bocca. La masticazione (di bocconi che devono essere piccoli) prolungata (Schulte invita a far la prova di masticare un boccone 30 volte) fa produrre la saliva lubrificante, prodotta da una «masticazione attiva, necessaria per lubrificare gli alimenti e farli scivolare lungo l'esofago». Bere acqua per inghiottire il boccone masticato due volte non è la stessa cosa: lo stomaco e la successiva elaborazione intestinale ne risentono. Il viaggio del cibo dopo l'ingresso nella porta della bocca prosegue così: esofago, stomaco, intestino tenue, intestino crasso, ano. Man mano che procede lungo questo percorso, i nostri organi digeriscono il cibo allo scopo di farcene assorbire gli elementi nutritivi. L'intestino tenue rappresenta l'80% del nostro sistema immunitario e circa 300 metri quadri di superficie. Sono tanti e sono determinati dal fatto che la parte interna del tenue è espansa in pliche, a loro volta espanse in villi, ancora a loro volta espansi in estroflessioni a spazzola dette microvilli. L'intestino crasso, invece, non ha villi. Se il tenue compie il suo lavoro in 2 ore, quello crasso ci mette circa 15 ore, per questo motivo in condizioni di corretto funzionamento intestinale si va in bagno una volta, al massimo due, ogni 24 ore. Quando si parla di intestino pigro, ci si riferisce a un intestino crasso che aumenta il tempo di lavoro a causa della perdita di elasticità, ma anche della putrefazione batterica, della fermentazione e dei gas derivanti che lo rendono esausto. L'intestino crasso è colonizzato in maniera massiccia dai batteri (il microbiota) e, se non si digerisce bene, i resti della digestione nell'intestino crasso imputridiscono o fermentano. Gas e cattivi odori (anche delle feci) nascono da questo. Schulte consiglia di evitare spuntini, meno che mai a base di snack ascrivibili al junk food, dopo i pasti principali. Non dobbiamo mangiare niente altro per almeno 4 ore, la sera è meglio mangiare molto leggero, eliminare bevande troppo fredde e bevande frizzanti mentre si mangia (meglio l'acqua naturale al posto di quella effervescente), masticare a lungo e bene, bere molto lontano dai pasti, consumare anche fibre rifacendosi a un'alimentazione che sostanzialmente è quella mediterranea dei nostri padri e nonni, anche dal punto di vista della produzione, genuina e non artificiosa come quella contemporanea. Anche Pier Luigi Rossi, specialista in scienza dell'alimentazione, igiene e medicina preventiva, nel bel libro L'intestino. Il sesto senso del nostro corpo, spiega come il microbiota pesi «circa 1-1,5 chili ed è composto da centinaia di specie batteriche, funzionali e interconnesse fra loro». La sua composizione, aggiunge, «dipende principalmente dai vegetali introdotti attraverso la dieta, i quali influenzano il grado di complessità e di biodiversità batterica. Le molecole alimentari sono, quindi, un modulatore naturale della composizione e della funzionalità del microbiota». la sindrome misteriosaUna sindrome che sta incuriosendo molto l'indagine scientifica è la sindrome dell'intestino permeabile, un disturbo molto diffuso: i sintomi, spesso scambiati per altro, sono generici dolori all'addome, gonfiore, irregolarità intestinale con episodi di stipsi o diarrea. Ma come viene? Le giunzioni tra una cellula intestinale e l'altra si possono allentare e così passano nel lume intestinale molecole che invece non dovrebbero transitare nella circolazione sanguigna. Oltre a uno stato infiammatorio locale e generale, si sviluppa una sensibilizzazione verso antigeni nei confronti dei quali l'organismo diventa intollerante, perché li trova localizzati laddove non dovrebbero essere e così il sistema immunitario si attiva per difendersene. La localizzazione percentuale così alta del sistema immunitario nell'intestino, d'altronde, serve proprio a questo: a difenderci dall'ingresso di sostanze per noi pericolose. Se l'intestino è sano, attraversano la mucosa soltanto gli elementi che la devono attraversare. Se non sta bene, la mucosa intestinale infiammata non blocca più ciò che deve e se nemmeno il fegato riesce a detossificare, ebbene, «abbiamo un problema, Houston». Gli studi hanno finora dimostrato correlazione tra sindrome della permeabilità intestinale e molte altre patologie. «Anche nelle malattie infiammatorie intestinali c'è la prova certa della tendenza a un maggior passaggio di molecole attraverso l'epitelio», ha dichiarato in un'intervista Massimo Campieri, gastroenterologo direttore dell'Unità di malattie infiammatorie croniche intestinali del Policlinico Universitario Sant'Orsola di Bologna. «Le giunzioni strette fra cellule risultano alterate, l'integrità della barriera intestinale è anomala e diversi antigeni passano, scatenando un'infiammazione locale. È verosimile che anche in altre condizioni cliniche ci sia una modifica della permeabilità dell'intestino: nelle intolleranze alimentari, per esempio, è possibile che alcune proteine passino dal lume intestinale nel sangue. I dati però sono molto meno sicuri ed è ancora da capire se il danno intestinale sia causa o effetto delle patologie che si imputano alla leaky gut syndrome». Se la leaky gut syndrome è sospettata di essere all'origine di varie patologie (dalla celiachia all'infezione da candida, dal morbo di Crohn a tante allergie e intolleranze alimentari, dall'artrite reumatoide a, in generale, tutte le malattie autoimmuni…), le «prove provate» non sembrano ancora esserci. Tuttavia, un'alimentazione accorta e il rispetto del proprio intestino possono fare molto già per sanare una sindrome dell'intestino permeabile e, sebbene non possiamo affermare che guarita quella guariranno le altre patologie, di certo guarirla non può aggravarle. Come migliorare, dunque, l'alimentazione in questo senso? Diventando consapevoli del fatto che ci alimentiamo male e cercando di mangiare meglio. Eliminare l'eccesso di zuccheri, alcol, caffeina, grassi, rettificare carenze nutrizionali, per esempio evitare diete iperproteiche e al contempo diete esclusivamente fruttariano-vegane, utilizzare solo quando strettamente necessario medicinali come antinfiammatori (cortisone compreso) e antibiotici, prenderci cura del microbiota (benvenuti sono prebiotici e probiotici, che si trovano in bustine in farmacia oppure sono naturalmente forniti da yogurt e kefir), bandire i cibi troppo raffinati e pieni di conservanti. Campieri stesso spiega: «È ragionevole supporre che oggi quasi nessuno possa dire di avere un intestino davvero “sano", senza disturbi riferibili ad alterazioni strutturali di grado almeno lieve. Questo perché la nostra alimentazione e l'ambiente in cui viviamo sono cambiati moltissimo negli ultimi 30 anni, così rapidamente che non ci siamo potuti abituare con un'adeguata evoluzione delle nostre caratteristiche, che avrebbe richiesto generazioni. La dieta degli italiani, per esempio, è molto diversa da quella mediterranea delle origini per composizione dei pasti: consumiamo molti più grassi e zuccheri e introduciamo meno vegetali, con un effetto negativo diretto sui ceppi della flora batterica intestinale. È cambiata poi la qualità dei cibi stessi, come vengono prodotti, trasformati e conservati: nella catena alimentare sono entrate tante sostanze molto probabilmente lesive per il nostro intestino, da oligoelementi forse dannosi come il titanio, il silicio o il bismuto ad additivi e conservanti che in passato non esistevano. fattori di rischioChi ha una predisposizione genetica può sviluppare un morbo di Chron, chi non ce l'ha magari si ritrova con un'allergia o un'intolleranza alimentare. L'inquinamento atmosferico ha aumentato negli ultimi decenni l'impatto dei problemi respiratori, l'inquinamento alimentare sta incrementando i disturbi digestivi». E anche lui concorda con la cura dell'alimentazione, che va resa di nuovo genuina «scegliendo alimenti di qualità di cui sia ben controllata la filiera produttiva e migliorando la composizione della dieta: l'alimentazione di stampo mediterraneo è la migliore per tutti. Alcuni nutrienti poi sembrano particolarmente d'aiuto: è il caso degli omega 3, che pare abbiano la capacità di ripristinare l'integrità della mucosa e ridurre l'infiammazione locale nell'intestino». Anche la dieta dei bambini: «Tutta la partita si gioca nella prima infanzia. Allattare al seno i neonati a lungo e proporre una dieta povera di zuccheri e grassi ma ricca di fibre nei primi tre-quattro anni di vita, seleziona una flora batterica intestinale protettiva e favorisce lo sviluppo di un sistema immunitario sano».
Robert Redford (Getty Images)
Incastrato nel ruolo del «bellone», Robert Redford si è progressivamente distaccato da Hollywood e dai suoi conformismi. Grazie al suo festival indipendente abbiamo Tarantino.
Leone XIV (Ansa)
Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.