2024-12-21
Il rave gli devastò l’azienda agricola: «Non c’era ancora la legge, paghi lui»
Nell’estate 2021 migliaia di ragazzi provenienti da tutta Europa invasero Valentano (Viterbo) per un party illegale, in cui ci scappò il morto. Ora una sentenza punisce il titolare e non gli abusivi, che vennero scortati.«Hanno invaso la mia azienda agricola, ma alla fine è colpa mia». Il tono di voce di Piero Camilli è rabbioso, quasi incredulo. Titolare di una grande azienda di allevamento ovino e personalità di spicco del Viterbese (più volte sindaco di Grotte di Castro, oltre che consigliere provinciale e proprietario di varie squadre di calcio), Camilli nell’estate 2021 assistette attonito all’invasione della sua azienda da parte dell’orda giunta a Valentano per partecipare al rave organizzato in casa sua. Sei giorni di follia, con polemiche politiche annesse, per cui alla fine non c’è stato alcun colpevole. Anzi: l’unico che dovrà tirar fuori i soldi è proprio Camilli, che qualche giorno fa si è visto respingere dalla seconda sezione civile del tribunale di Roma la richiesta di danni formulata contro il Viminale. Sarà lui, in compenso, a dover rifondere le spese processuali, per un totale di 10.591 euro. Riavvolgiamo il nastro. Era il 13 agosto del 2021 quando, nel bel mezzo della Tuscia, in un campo privato, prese vita il Teknival space travel: una carovana impressionante di veicoli venuti da mezza Europa catapultò nell’amena località del Viterbese migliaia di ragazzi pronti a scatenarsi. In ogni modo. Durò fino al 19 agosto, poi organizzatori e avventori, così come erano venuti, se ne andarono, incuranti delle proteste di Camilli, che lì aveva animali, strutture e veicoli, della bufera politica che in quei giorni si abbatteva sul ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, e del vasto spiegamento di forze dell’ordine, servito a denunciare un’unica persona su 10.000 presenze, l’albanese Adurel Karafili, tragicomico capro espiatorio di una storia nata male e gestita peggio. Giova ricordare che, nell’estate del 2021, parte delle restrizioni Covid era ancora in vigore. Nelle discoteche legali non si poteva ballare, nei campi della Tuscia sì. E che al termine della festa abusiva un partecipante, che inizialmente risultava scomparso, venne poi ritrovato morto. Cosa è successo in quei giorni a Valentano lo possiamo leggere nella stessa sentenza, che così riassume le tesi degli avvocati di Camilli: «Il terreno su cui si estende l’azienda agricola, per quanto esposto dalle parti attrici, è stato invaso da un flusso di persone e mezzi, con creazione di una situazione caratterizzata da condizioni igieniche precarie, nonché spaccio e uso indiscriminato di droghe pesanti e leggere, all’interno di un’area dove insistono una Zps (zona di protezione speciale) e un Sic (sito di interesse comunitario) e dove si trovano animali al pascolo, che sono stati spaventati e, in alcuni casi, uccisi. L’evento non autorizzato ha altresì causato la morte di un giovane».Per tutto questo, la famiglia Camilli ha chiesto un risarcimento danni al ministero dell’Interno: 588.476 euro a nome dell’azienda e 25.000 in favore di Roberto Camilli, figlio del patron e titolare dell’azienda di famiglia. Perché al ministero e non agli occupanti? «Su 10.000 ne hanno preso uno solo, un albanese che sta in carcere per altri motivi. A chi li devo chiedere i danni, a lui?», replica sarcastico Piero Camilli alla Verità. Negli atti finisce anche un nostro articolo: quello del 7 settembre 2021 in cui Giacomo Amadori e Paolo Gianlorenzo hanno ricostruito la cronistoria della nascita del rave. In particolar modo, nella notte del 14 agosto 2021 si diffuse un tam tam da parte delle forze dell’ordine, allertate dalla vistosa carovana che stava attraversando il centro Italia. Ma dalla sala operativa del Dipartimento di pubblica sicurezza di Roma venne l’ordine di «monitorare il transito e non di bloccarlo». Anzi, agli agenti venne persino ordinato di «scortare» i partecipanti.Forte di queste responsabilità oggettive da parte delle autorità, Camilli ha chiesto i danni a chi avrebbe potuto bloccare un evento illegale, ma scelse di non farlo. I legali del ministero hanno tuttavia obiettato che l’azienda di Camilli non era proprietaria del terreno in oggetto («è vero, ma l’azienda era la mia, gli animali e le strutture erano mie», commenta l’imprenditore) e che «la responsabilità per i danni provocati dall’invasione dei terreni privati ricade unicamente su coloro che attuano detta condotta». Il che suona decisamente beffardo: dopo aver dato ordine di lasciar andare tutti gli occupanti, il ministero allora guidato dalla Lamorgese spiega che è a loro che si sarebbero dovuti chiedere i danni.Ma c’è di più. Nella sentenza si legge anche questo: «D’altro canto, soltanto con il decreto legge n. 162 del 31-10-2022 convertito in l. n. 199 del 30-12-2022 è stato introdotto l’art. 633 bis nel codice penale italiano repressivo dei raduni illegali. Prima dell’entrata in vigore di tale normativa, al tempo dei fatti di causa accaduti nell’anno 2021, non era configurabile, pertanto, un obbligo giuridico specifico delle forze di polizia italiane di impedire la condotta di raduno di persone sul territorio italiano». I giudici, quindi, mettono nero su bianco che la normativa rave varata dal governo Meloni avrebbe consentito di intervenire per fermare il party selvaggio. Alla faccia della «legge inutile»…E ora? Camilli non demorde: «Sono amareggiato, ma non smetto di combattere. Ricorrerò in appello, andrò fino alla Corte europea. È una questione di principio, non di soldi. Anche perché ho già dichiarato che quei 500.000 euro li avrei poi donati alla Croce rossa».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.