2019-02-09
Il ponte di Genova può arenarsi in tribunale
All'inizio dei lavori di abbattimento l'esecutivo si impegna a ricostruire entro il 15 aprile 2020. Per Giuseppe Conte «è il giorno del riscatto» ma sulla traduzione di una perizia dal tedesco si può bloccare tutto. Intanto il traffico sale e Autostrade brinda a risultati record.«Tra un anno potremo tornare a guardare in su», questo dicono i genovesi mentre i tecnici stanno cominciando la demolizione del ponte Morandi. Quel vuoto sopra il Polcevera lo hanno davanti agli occhi da quasi sei mesi. Era il giorno prima di Ferragosto quando è crollata la campata centrale, inghiottendo con sé la vita di 43 persone: operai, camionisti, famiglie che partivano per le vacanze al mare. Sono in tanti a seguire i lavori, non è solo per curiosità, si tratta anche di partecipazione. Perché con quel viadotto sono caduti tutti i genovesi e adesso vogliono rialzarsi. Il primo troncone, che pesa circa 900 tonnellate ed è lungo 36 metri, dovrebbe toccare terra nella notte. Viene calato da un'altezza di 43 metri sul letto del torrente tramite un complesso sistema di funi, martinetti idraulici e contrappesi. «Un'operazione delicata. L'impalcato da sollevare, i denti da tagliare e poi l'abbassamento del pezzo», spiega Paolo Cremonini, direttore dei progetti speciali dell'impresa Fagioli. L'esperto che ha anche coordinato il sollevamento della Costa Concordia, dopo il naufragio all'isola del Giglio.percorso tortuosoNon ci sono solo i genovesi ad assistere con il fiato sospeso allo smantellamento del gigante, che ancora incombe su strade, palazzi e fabbriche della zona rossa. Il governo ha voluto essere presente, stare vicino alla città. Accanto al sindaco e commissario, Marco Bucci, c'è il premier, Giuseppe Conte, con in testa il casco rosso dei vigili del fuoco: «Oggi è un giorno importante. Quello del bilancio, del riscatto e del rilancio della città di Genova, che non è mai uscita dal mio cuore. L'importante è che si proceda in modo spedito, voglio che il mondo ci ammiri».Per rispettare il cronoprogramma bisogna sbrigarsi: il prossimo 30 giugno dovrebbe essere concluso lo smontaggio, in piedi ci sono dieci delle undici campate, oltre 1.000 metri di ponte. Quindi partirà la costruzione del nuovo, su progetto di Renzo Piano, che dovrebbe portare al taglio del nastro il 15 aprile 2020. L'incognita maggiore è legata alla demolizione del moncone Est, quello strallato, ovvero sorretto dai grandi tiranti sospettati di essere causa del disastro. Su questo infatti si concentrano le indagini non ancora concluse della magistratura. Il primo abbattimento con l'esplosivo, per la pila Est, è comunque prevista per il 15 aprile mentre l'ultima il 28 maggio.Con Conte in cantiere c'è anche il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, lui senza casco, che non risparmia accuse: «Stiamo abbattendo un sistema di gestione dei beni pubblici. Su quei pistoni idraulici non viene giù solo un pezzo del vecchio ponte», dice, «stiamo abbattendo un sistema di gestione dei beni pubblici che ha messo gli interessi di pochi davanti alla sicurezza e al benessere di tutti. Stiamo ribaltando le priorità e i rapporti di forza». Il riferimento è alle concessionarie che, proprio in questi giorni, festeggiano un 2018 da record, nonostante la tragedia del Morandi: il traffico di veicoli è salito dello 0,5% e gli affari vanno a gonfie vele. Dal 2008 al 2017 hanno totalizzato 11,4 miliardi di utili, di cui 7,4 la sola Autostrade per l'Italia che ha in concessione il viadotto crollato. Gran parte degli utili sono affluiti sotto forma di dividendi nella holding Atlantia, controllata al 30 per cento dalla famiglia Benetton.Autostrade in tribunale si sta difendendo dalle accuse di disastro, con effetti che potrebbero essere devastanti. Infatti, mentre le imprese corrono notte e giorno per demolire e ricostruire in rapidità, a palazzo di Giustizia tutto si impantana. Il fronte caldo è quello delle perizie, in particolare un documento che non si riesce a tradurre dal tedesco in modo che soddisfi le varie parti in causa. Il gip Angela Nutini ha deciso che la traduzione deve essere rifatta. Si tratta della perizia depositata due mesi fa dai laboratori di Zurigo che hanno analizzato i reperti del ponte, fra i quali la «prova regina»: la parte terminale dello strallo il cui cedimento è sospettato di essere la causa primaria del cedimento. Gli avvocati di Autostrade hanno chiesto e ottenuto di dichiarare la nullità della traduzione per un errore di procedura, infatti è stata realizzata solo in presenza degli ausiliari della Procura e quindi in assenza del contraddittorio delle parti. Quindi la traduzione in italiano delle analisi svizzere non può essere utilizzata nel processo. Una situazione che ha del paradossale e che rischia di provocare ritardi anche nella ricostruzione. L'udienza è stata rinviata al 15 febbraio per nominare un nuovo traduttore.imprese in ginocchioUn ritardo sarebbe fatale, per la città ma non solo. Notizia di ieri è che a Genova chiude la Giugiaro Architettura & Structures, costola del gruppo Giugiaro specializzata in produzione di vetrate per edifici, treni e navi. Motivo dell'abbandono? Le difficoltà insorte dopo il collasso del viadotto, come spiega l'amministratore, Alberto Fumagalli: «A seguito del tragico crollo del ponte Morandi», si legge nella lettera inviata agli operai, «la logistica dell'area è stata fortemente penalizzata sia per quanto riguarda gli approvvigionamenti sia con riferimento all'operatività del sistema portuale, con ripercussioni sull'attività». Risultato è che la Giugiaro si trasferirà vicino a Verona e che sono state avviate le pratiche di licenziamento per 32 dipendenti.Nei mesi scorsi avevano già chiuso altre tre aziende nella zona: la Lamparelli, che si occupava di autodemolizioni, la Piccardo e la Vergano, fornitrici di materiali da costruzione. Questo spiega perché ai genovesi costi tanta fatica guardare in alto, dove prima c'era il Morandi.
Francesco Nicodemo (Imagoeconomica)
(Ansa)
L'ad di Cassa Depositi e Prestiti: «Intesa con Confindustria per far crescere le imprese italiane, anche le più piccole e anche all'estero». Presentato il roadshow per illustrare le opportunità di sostegno.
Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)