2020-01-13
Il peccato di Sodoma non fu chiudere i porti
C'è chi vorrebbe trasformare questa storia, narrata nei testi sacri, in una condanna della mancata accoglienza degli stranieri I termini ebraici però parlano chiaro: Dio punì gli atti omoerotici. Possiamo infischiarcene, ma non fingere che la Genesi dica altro.Peccato (di Sodoma)Sto ricevendo mail, finora almeno tre, di un qualche tizio esperto in ebraico che mi spiega che il vero peccato di Sodoma è l'inospitalità e non la pratica di erotismo tra maschi ma, visto che non c'è un comandamento che ordina di essere ospitali, Dio non può distruggere una città per poca generosità. Basta leggere i due episodi che parlano dell'argomento - uno nella Genesi e l'altro nel Libro dei Giudici - per capire che, chi sostiene questa tesi, fa umorismo involontario. In verità, la stessa scempiaggine l'ha tirata fuori anche la sempre più spumeggiante e pirotecnica nuova Chiesa 3.0. Quindi, vale la pena di parlarne: qual è il peccato di Sodoma?La teoria della scarsa magnanimità nasce da un verso di Ezechiele: «Ecco, questa fu l'iniquità di Sodoma, tua sorella: lei e le sue figlie vivevano nell'orgoglio, nell'abbondanza del pane, e nell'ozio indolente; ma non sostenevano la mano dell'afflitto e del povero» (Libro di Ezechiele 16, 49). Letto insieme al successivo, il verso non contraddice, anzi completa, la spiegazione - l'unica - del peccato di Sodoma.La distruzione delle città di Sodoma e Gomorra è raccontata nella Genesi. «I due angeli giunsero a Sodoma verso sera, mentre Lot era seduto alla porta di Sodoma; come li vide, egli si alzò per andare loro incontro, si prostrò con la faccia a terra, e disse: “Signori miei, vi prego, venite in casa del vostro servo, passatevi la notte, e lavatevi i piedi; poi domattina vi alzerete per tempo e continuerete il vostro cammino". Essi risposero: “No, passeremo la notte sulla piazza". Allora egli insistette così tanto che vennero da lui ed entrarono in casa sua» (19,1-3). Lot insistette così tanto per far entrare i due messaggeri in casa perché non voleva che questi fossero esposti all'orgoglio dei sodomiti (umorismo involontario).«Allora egli [Lot] insistette così tanto che [i due messaggeri] vennero da lui ed entrarono in casa sua. Quindi [Lot] preparò per loro un banchetto, fece cuocere dei pani senza lievito ed essi mangiarono. Ma prima che si fossero coricati, gli uomini della città, i Sodomiti, circondarono la casa: giovani e vecchi, la popolazione intera venuta da ogni lato. Chiamarono Lot e gli dissero: “Dove sono quegli uomini che sono venuti da te questa notte? Falli uscire, perché vogliamo abusare di loro" (in ebraico: y¹da±, letteralmente «conoscerli carnalmente»). Allora Lot uscì verso di loro sull'ingresso della casa e, dopo aver chiuso la porta dietro di sé, disse: “Vi prego, fratelli miei, non fate questo male! Ecco, ho due figlie che non hanno conosciuto (di nuovo l'ebraico y¹da±) uomo: lasciate che io ve le conduca fuori, e voi farete di loro quel che vi piacerà; ma non fate nulla a questi uomini, perché sono venuti all'ombra del mio tetto". Ma quelli risposero: “Togliti di mezzo!". E ancora: “Questo individuo è venuto qua come straniero e vuol fare il giudice! Ora faremo a te peggio che a quelli!". E spingendo Lot con violenza, si avvicinarono per sfondare la porta. Allora, dall'interno, quegli uomini [i due messaggeri] stesero le loro mani, trassero Lot in casa con loro e chiusero la porta». (Genesi 19, 3-10). Ezechiele conferma: «[Sodoma, Gomorra e le città vicine] commettevano abominazioni [ebraico: Tô`ëbâ (hb'[eAT)] davanti a me; perciò le tolsi di mezzo» (Libro di Ezechiele 16, 49-50).La gente di Sodoma, dunque, era orgogliosa, arrogante, ricca, non soccorreva i poveri e soprattutto «commetteva abominazioni». La parola «abominazione» o «abominio» traduce il termine ebraico Tô`ëbâ, che ricorre ancora: «Non avrai con un uomo rapporti sessuali come si hanno con una donna: è un abominio [Tô`ëbâ]» (Levitico 18, 22). «Se un uomo ha con un uomo rapporti sessuali come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio [Tô`ëbâ]; siano messi a morte. Il loro sangue ricada su di loro» (Levitico 20,13). Per evitare il peccato supremo, dunque, Lot offre le sue figlie. La sodomia è addirittura più grave dello stupro di una fanciulla innocente e vergine perché è un peccato contro l'ordine di Dio.Un episodio analogo a quello di Sodoma è narrato nel Libro dei Giudici e avviene nella città di Ghibea. Un levita è aggredito da uomini che vogliono congiungersi con lui e per evitare questo peccato supremo anche qui è sacrificata una donna (che morirà). La città di Ghibea sarà punita con la distruzione. Il Signore è chiaro: «Se un uomo ha con un uomo rapporti carnali come si hanno con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio [torna l'ebraico Tô`ëbâ (hb'[eAT)]» (Levitico 20,13).E arriviamo al Nuovo Testamento. Più volte Cristo cita la distruzione di Sodoma. Nel primo secolo, anche l'apostolo Paolo scriveva: «Non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né fornicatori, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né omosessuali, né ladri, né avari, né ubriaconi, né oltraggiatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio» (1 Corinzi 6, 9-10).Nessuno dica che «erano altri tempi». I tempi di Paolo erano quelli dell'imperatore Nerone che, secondo varie fonti, avrebbe celebrato due matrimoni pubblici con uomini: una volta col liberto Pitagora o Doriforo, un'altra volta con il giovanissimo liberto Sporo. Afferma Tacito (Annali, XVI, 6) che nel 65 dopo Cristo Nerone uccise la moglie Poppea, incinta, con un calcio nell'addome (lo storico scrive di non essere convinto dall'ipotesi di avvelenamento). Subito dopo, però, l'imperatore decise di trovare qualcuno che somigliasse alla donna. Il giovane liberto Sporo, per sua sfortuna, era molto somigliante: perciò, il ragazzo fu castrato, adornato con una parrucca, coperto di gioielli e portato in giro come moglie.Ma torniamo a Sodoma. Che cosa ci dice la sua storia? Che nell'ebraismo, e quindi nel cristianesimo, un uomo che si congiunge con un altro uomo è considerato abominio. Ognuno ha il diritto di infischiarsene, ma nessuno può stravolgere il senso del testo scritto. La storia di Sodoma racconta anche una realtà taciuta: l'aggressione è sempre descritta contro le persone con comportamenti omoerotici. Nessuno calcola mai l'aggressività degli uomini a comportamento omoerotico. Dove la cosiddetta omosessualità è tollerata e incoraggiata, è possibile che qualcuno sarà costretto a subirla contro la sua volontà. Così avveniva per schiavi e giovinetti a Roma e in Grecia. Così avveniva per i paggetti di cui si invaghiva il fratello del Re Sole. Il più famoso martire dell'Uganda, San Carlo Lwanga, morì sul rogo con altri compagni cristiani per essersi rifiutato di accondiscendere alle voglie del re di Buganda Mwanga II. Se la cosiddetta omosessualità fosse congenita e irreversibile, allora cristianesimo ed ebraismo sarebbero religioni crudeli. Se, invece, accettiamo l'idea che sia un comportamento che genera malattia e che possa essere abbandonato, con grande fatica ma anche con grande guadagno, allora la condanna ha senso. Joseph Sciambra, ex pornodivo gay, scrive con collera di tutti i sacerdoti che gli hanno detto che «lui è così», «doveva accettare la sua omosessualità» e che «Dio lo voleva omosessuale». Quando ha capito che non era il suo destino, ne è uscito come si esce da una prigione.L'articolo 19 della nostra Costituzione recita: «Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume». La legge contro l'omofobia punirebbe chi riferisce la parola della Bibbia: quindi, viola la libertà religiosa e anche la Costituzione.