2019-12-13
Il Pd incorona Bibbiano: «Il migliore sistema di gestione minori in Italia»
In Commissione infanzia, l'incredibile intervento del deputato dem Paolo Siani: «Non esiste un caso emiliano, i bimbi tolti ai genitori erano pochissimi. Così si vuole criminalizzare un'eccellenza nazionale».«Il caos affidi? Era già nei dati sull'Emilia usciti nel 2016». Il pediatra Vittorio Carlo Vezzetti: «Denunciai stranezze e anomalie. Ma nessuno ha approfondito».Lo speciale comprende due articoli.Per convincerci che fosse vero abbiamo dovuto riascoltare l'audio più volte. Non ci volevamo credere. Eppure è accaduto davvero. Durante un'audizione della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza il Partito democratico è riuscito ad affermare che il sistema Bibbiano è un'eccellenza nazionale per quanto riguarda la gestione dei minori. Precisiamo: una dichiarazione di questo tipo non sarebbe affatto una novità se fosse stata pronunciata nel 2016 o ancora nel 2018, anni in cui gli amici democratici amavano vantarsi delle conquiste bibbianesi nel sociale. Il punto è che le frasi a cui facciamo riferimento sono di mercoledì 11 dicembre 2019, tre giorni fa. Vediamo di spiegare. La Commissione infanzia, nell'ambito di una indagine conoscitiva sulle forme di violenza fra i minori e ai danni di bambini e adolescenti, ha convocato in audizione i rappresentanti del Coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento e l'abuso all'infanzia (il celebre Cismai). Il senatore leghista Simone Pillon ha rivolto alcune domande piuttosto puntuali agli esponenti del Cismai, chiedendo conto in particolare dei loro rapporti con il centro Hansel e Gretel di Cladio Foti. Il Cismai non ha inteso dissociarsi o criticare l'operato del terapeuta torinese, nonostante sia stato sospeso per 6 mesi dall'attività per intervento di un giudice e nonostante un altro giudice abbia avanzato seri dubbi sulla scientificità dei suoi metodi. La cosa di per sé è inquietante, anche perché il Cismai riunisce una marea di associazioni che si occupano di minori, e continua a collaborare con l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza. Dunque ci si aspetterebbe che, per lo meno, prendesse le distanze da Foti e soci. Ma ancora più raggelante è quanto accaduto poco prima che i rappresentanti del Cismai rispondessero a Pillon. Ci riferiamo all'intervento di Paolo Siani, capogruppo Pd in Commissione infanzia. Le sue dichiarazioni sono allucinanti, e le riportiamo parola per parola: «Non esiste un sistema Bibbiano. Non esiste. Esiste solo sui giornali», attacca rivolto a Pillon. «Sta indagando la magistratura. Abbiamo saputo che quello che è stato detto all'inizio non è vero, non è tutto vero. Ci sono pochi casi, pochi casi, da valutare e sono, dai dati che leggiamo non sui giornali ma su riviste serie, sono in quantità minore rispetto ai casi di tutta Italia. Non c'è un caso Bibbiano, non c'è un bubbone, non tocca a noi stabilire se c'è un caso Bibbiano ma tocca alla magistratura. Non tocca a noi in questa commissione creare una informazione errata e dare quindi l'impressione che ci sia già stata una decisione finale né tocca a noi criminalizzare il miglior sistema di sostegno all'infanzia che c'è a Reggio Emilia e in Emilia Romagna». Che ci siano pochi casi di affidi in Emilia Romagna, e in particolare nella provincia di Reggio Emilia è semplicemente falso. L'Emilia Romagna ha un tasso di affidi di circa il 3%, dunque nella media nazionale, ma nella provincia reggiana si arriva al 5,2%. E i bibbianesi dichiararono - nel 2016 - un tasso del 7,5 per mille. Su un centinaio di segnalazioni avanzate dai servizi bibbianesi al Tribunale dei minori di Bologna, solo 15 si sono tradotte in affidi. In tutti questi casi i bambini sono stati - purtroppo dopo parecchio tempo - rimandati a casa. Dunque nessuno di questi piccoli avrebbe dovuto essere tolto ai genitori. Segno che un «sistema Bibbiano» esiste eccome. È falso pure che la magistratura non si sia pronunciata, come sostiene Siani, poiché ben due giudici si sono espressi su Claudio Foti, proibendogli per 6 mesi di condurre terapie sui minori. Il deputato Pd, tuttavia, è talmente fiero della sua mistificazione da averla ripetuta pari pari (solo con una lievissima correzione di tiro) in un comunicato stampa. Nel testo ribadisce: «Non spetta a noi criminalizzare in maniera strumentale il miglior sistema di sostegno dell'infanzia esistente nel Paese e, cioè, quello che abbiamo a Reggio Emilia e in Emilia Romagna».Tutto chiaro: Bibbiano non esiste, e il sistema reggiano di gestione minori è il migliore della regione, anzi il migliore di tutta Italia. Un sistema dove i bambini venivano tolti ingiustamente alle famiglie e affidati a coppie arcobaleno che li maltrattavano. Un sistema che si era abbandonato totalmente nelle abili mani di Claudio Foti, uno che esercitava ingiustificate pressioni sui bimbi perché raccontassero abusi mai subiti. Finora il Pd si era limitato a insabbiare, a sminuire, a mistificare. Le ha provate tutte: ha cercato di impedire le presentazioni del libro sullo scandalo affidi, ha minacciato azioni legali. I suoi esponenti hanno fatto gli smargiassi in lungo e in largo pretendendo assurde scuse, e ovviamente hanno taciuto ogni volta che i magistrati li smentivano. Ora fanno di più: celebrano «il miglior sistema di sostegno ai minori in Italia». Vadano a dirlo ai genitori a cui hanno ingiustamente strappato i figli, e ascoltino la risposta. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/il-pd-incorona-bibbiano-il-migliore-sistema-di-gestione-minori-in-italia-2641581937.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="particle-1" data-post-id="2641581937" data-published-at="1758005053" data-use-pagination="False"> «Il caos affidi? Era già nei dati sull’Emilia usciti nel 2016» Che qualcosa non andasse, a Bibbiano e dintorni, era già chiaro molto prima che l'inchiesta «Angeli e demoni» deflagrasse. A sostenerlo è Vittorio Carlo Vezzetti, stimato medico pediatra, membro del Comitato scientifico dell'International Council on Shared Parenting and European Platform for Joint Custody e presidente dell'associazione «Figli per sempre». Nel 2012, Vezzetti pubblicò sulla Rivista della società italiana di pediatria preventiva e sociale una ricerca statistica sui minori fuori famiglia in Italia. Dal suo studio emergevano «importanti criticità tra cui le incredibili e logicamente inspiegabili differenze di tassi per quanto riguarda l'invio di minori fuori famiglia tra Regione e Regione (e sicuramente anche all'interno della stessa Regione anche se non dimostrabili per la carenza di dati). Segnalavo in particolare», dice Vezzetti, «che, di fronte a un tasso medio nazionale di minori fuori famiglia all'epoca del 3 per mille, emergevano alcune criticità molto serie, dimostrate con calcolo statistico, in Trentino e Liguria (oltre il 5 per mille), meritevoli di attenzione e indagine». Per via della sua ricerca, Vezzetti fu audito, martedì 19 aprile 2016, dalla Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, e in quella sede espresse tutte le sue perplessità. «La mia analisi era su base statistica», racconta. «Come facciamo a dire se c'è emergenza affidamenti o no? Dobbiamo fare un confronto con i dati di altri Paesi. A livello nazionale risultava che l'Italia rientrava perfettamente nella media europea. Il problema erano le differenze, assolutamente inspiegabili, tra una Regione e l'altra». Tali differenze, secondo lo studioso, si dovevano al fatto che «si erano evidentemente create nelle varie Regioni scuole di pensiero svincolate da ogni forma di controllo». Insomma, il guaio stava nella difformità di giudizio. Intere zone d'Italia avevano un tasso di allontanamenti di minori superiore al 5 per mille. «Tre mesi dopo la mia audizione sono stati sentiti gli assistenti sociali e il sindaco di Bibbiano», continua Vezzetti. «Presentarono una realtà in cui il tasso di allontanamento di minori - stando ai dati da loro forniti - era almeno del 7,5 per mille. Stavano parlando soltanto dei minori abusati...». Nessuno però si è allarmato. Anzi, in commissione Vanna Iori del Pd si profuse in elogi per il gruppo bibbianese: «Volevo solo ringraziare», spiegò. «E dire che il motivo per cui ho proposto questa audizione è che per la prima volta abbiamo non solo la denuncia di un fenomeno, ma anche un tentativo di risposta. Tengo a sottolinearlo, perché di auditi che ci hanno sottoposto problemi ne abbiamo avuti altri; di risposte vere, concrete, che hanno dato dei risultati non ne abbiamo avute, quindi grazie davvero». Non solo, dunque, il problema fu ignorato, ma addirittura Bibbiano fu presentato come un esempio. Il problema con le percentuali, non a caso, non è ancora risolto. Basta dare uno sguardo ai dati presentati dalla Commissione regionale sui fatti di Bibbiano messa in piedi dall'Emilia Romagna. Secondo la Commissione, il dato regionale (relativo al 2017) è in linea con la media italiana: 2,7 per mille. Ma se andiamo a vedere i dati provincia per provincia scopriamo che a Reggio Emilia si arriva al 5,2 per mille. «O nella zona di Reggio Emilia sono tutti orchi, stupratori e abusanti», dice Vezzetti, «oppure significa che da quelle parti è stato utilizzato un differente criterio di valutazione. Quando vediamo che a Ferrara il dato è 1,6 per mille e a Reggio Emilia è oltre il 5 significa che bisogna come minimo riflettere. Io sono medico, e se prescrivo il triplo di antibiotici rispetto all'anno prima l'Asl mi chiama e mi chiede perché. Ma a Bibbiano nessuno ha chiamato. Sono andati avanti con percentuali triple rispetto ad altre province e nessuno si è mai chiesto come fosse possibile. C'è stata una totale omissione di vigilanza mentre con una banale valutazione statistica si poteva capire che un problema c'era eccome».
Matteo Salvini (Imagoeconomica)
La stazione di San Zenone al Lambro, dove il 30 agosto scorso un maliano ha stuprato una 18enne (Ansa)