2022-06-11
Il Pd arruola il prete che tifa eutanasia contro la Cei di Zuppi
Il gesuita Carlo Casalone (Ansa)
Scontro tra teologi in Parlamento durante le audizioni sul ddl: i dem chiamano il gesuita Carlo Casalone, la Lega monsignor Roberto Malpelo.Tutto si può dire tranne che papa Francesco non sia stato chiaro. «Dobbiamo accompagnare alla morte, ma non provocare la morte o aiutare il suicidio assistito», ha detto lo scorso febbraio. E ha affermato con decisione che «va sempre privilegiato il diritto alla cura e alla cura per tutti, affinché i più deboli, in particolare gli anziani e i malati, non siano mai scartati. Infatti, la vita è un diritto, non la morte, la quale va accolta, non somministrata. E questo principio etico riguarda tutti, non solo i cristiani o i credenti». A fronte di parole del genere, verrebbe da pensare che la Chiesa si senta in dovere di mostrarsi compatta sul cosiddetto «fine vita», schierandosi apertamente contro l’eutanasia. Invece accadono fatti singolari, da cui si deduce che forse nel corpo dell’istituzione non tutte le membra si muovono allo stesso ritmo. Il 30 maggio, presso le commissioni riunite Giustizia e Sanità del Senato, sono iniziate le audizioni sul ddl 2553 riguardante le «disposizioni in materia di fine vita». Come funzionino tali appuntamenti, è noto: i vari gruppi parlamentari invitano esperti competenti sulla specifica materia onde ascoltare le loro opinioni. Ovviamente, ogni gruppo politico chiama personalità a sostegno della propria tesi. Fin qui, tutto normale: il mese scorso sono stati sentiti professori e scienziati indicati da Forza Italia e M5s, e fra qualche giorno si presenteranno pure i luminari invitati dagli altri partiti. Ed è qui che arriva la sorpresa. Il primo nome indicato dal Partito democratico per l’audizione è quello di un sacerdote. Proprio così: i dem, favorevoli al suicidio assistito, convocano un uomo di chiesa a sostegno delle proprie argomentazioni. Si tratta di padre Carlo Casalone, membro della Pontificia accademia per la vita e docente di Teologia morale alla Pontificia università Gregoriana. Casalone si è fatto già notare, in passato, per il suo ruolo di presidente della Fondazione Carlo Maria Martini di Milano e, soprattutto, per le sue idee, come dire, piuttosto avanzate sul terreno del progressismo. Già nel 2008, come ha ricordato su queste pagine Lorenzo Bertocchi, il teologo firmò sulla rivista Aggiornamenti sociali uno studio in cui si sosteneva che «la scelta di riconoscere il legame tra persone dello stesso sesso appare giustificabile da parte di un politico cattolico». Molto di recente, l’illuminato gesuita ha prodotto un altro interessante articolo, uscito a gennaio su La Civiltà cattolica diretta da padre Antonio Spadaro, il quale come tutti sanno è «l’uomo che sussurra a Bergoglio», a sua volta conosciuto per le simpatie rivolte a sinistra. Il testo di Casalone per la rivista dei gesuiti aveva un titolo sobrio, La discussione parlamentare sul «suicidio assistito, ma un contenuto bello robusto. A proposito del disegno di legge sul fine vita, il teologo si domandava se «occorra dare di questa proposta una valutazione complessivamente negativa, con il rischio di favorire la liberalizzazione referendaria dell’omicidio del consenziente, oppure si possa cercare di renderla meno problematica modificandone i termini più dannosi. Tale tolleranza sarebbe motivata dalla funzione di argine di fronte a un eventuale danno più grave». Al netto dei toni felpati giustificati dall’ambiente, il messaggio era chiaro: la legge si può approvare. Usando come scusa il fatto che, in assenza di intervento legislativo, si potrebbe incorrere in un male peggiore, il gesuita dava nei fatti il via libera alla proposta progressista. «In questo contesto, l’omissione di un intervento rischia fortemente di facilitare un esito più negativo», teorizzava Casalone. «Per chi si trova in Parlamento, poi, occorre tener conto che, per un verso, sostenere questa legge corrisponde non a operare il male regolamentato dalla norma giuridica, ma purtroppo a lasciare ai cittadini la possibilità di compierlo. Per altro verso, le condizioni culturali a livello internazionale spingono con forza nella direzione di scenari eticamente più problematici da presidiare con sapiente tenacia». Conclusione del ragionamento: «Per la situazione del Paese e il richiamo della Corte costituzionale al Parlamento, ci sembra importante che si arrivi a produrre una legge. […] Nell’attuale situazione culturale e sociale, sembra, a chi scrive, da non escludersi che il sostegno a questa proposta di legge non contrasti con un responsabile perseguimento del bene comune possibile».Niente male: un bel giro di parole per dire che, alla fine, beh, una mano al Pd la si può anche dare. E infatti il Pd ringrazia, invitando padre Casalone al Senato proprio per permettergli di portare acqua al mulino di chi sostiene questa legge sul suicidio assistito. A questo punto ci sono almeno altri due particolari da notare. Il primo è che l’articolo di Casalone sulla Civiltà cattolica è stato pubblicato a gennaio, dunque appena prima dell’intervento di Bergoglio sul suicidio assistito. Se al momento di scrivere il testo il gesuita poteva non conoscere la posizione del Papa, ora di sicuro deve averla sentita. Dunque, a maggior ragione, sorprende che si presenti a sostenere le posizioni del Pd (tutto può essere, ma è difficile immaginare che, invitato dai dem, Casalone se ne esca dicendo che questo ddl è uno schifo). Il secondo particolare riguarda più direttamente la Chiesa. Tra i convocati in audizione c’è pure un altro sacerdote, e piuttosto autorevole. Si tratta di monsignor Roberto Malpelo, sottosegretario della Cei. Non esattamente un passante, insomma. Il suo nome è stato presentato dal gruppo della Lega, e si suppone che la sua posizione sarà in linea con quella papale, anche in conformità all’orientamento del nuovo presidente della Cei, monsignor Matteo Zuppi, il quale non è certo conosciuto per distaccarsi da ciò che dice Bergoglio. In buona sostanza, ci saranno due teologi schierati dai partiti su due fronti diversi, se non opposti. Seguiranno entrambi la linea papale, come sarebbe auspicabile e logico? Oppure remeranno in direzioni opposte? Viene il sospetto che la seconda ipotesi sia la più plausibile. Purtroppo, è anche la più disturbante, e la meno piacevole per il futuro della Chiesa.
Jose Mourinho (Getty Images)