
Addio all'assegno, la proposta Pillon prevede la bigenitorialità: «Basta con il 50 e 50, per mantenere i figli pagherà di più l'ex coniuge più ricco». Le femministe protestano.Bigenitorialità perfetta e nessun mantenimento di comodo. Rimette al centro delle decisioni per i figli «la famiglia e i genitori» il disegno di legge con primo firmatario il leghista Simone Pillon, avvocato specializzato in diritto di famiglia, già promotore del Family Day, grande sostenitore del valore sociale della famiglia e della chiusura domenicale dei centri commerciali. Il testo, che ha iniziato il suo iter in commissione Giustizia del Senato, punta a riscrivere la legge del 2006 sull'affido condiviso dei figli dopo separazioni e divorzi, legge che ha scatenato guerre sanguinarie tra genitori in nome del figlio, ma soprattutto papà penalizzati economicamente (non pochi finiti a dormire in auto) ed affettivamente, visto che spesso non riescono a vedere i propri figli più di un paio di volte al mese. La proposta del senatore del Carroccio sta già facendo discutere, perché se dovesse essere approvata porterebbe alla cancellazione dell'assegno di mantenimento, all'istituzione del doppio domicilio per il minore - con tempi previsti paritari - e introdurrebbe l'obbligo della figura del mediatore familiare in caso di minori anche per evitare ogni forma di alienazione o estraniazione dei minori, ma anche il coordinatore genitoriale, per accompagnare i genitori nella delicata fase della separazione (per massimo 6 mesi). Il disegno di legge, firmato anche da senatori del Movimento 5 stelle, metterebbe un punto ai «papà ridotti a padri bancomat o a genitori della domenica» perché, ha detto Pillon, facendosi portavoce dei diritti dei padri separati, «il mantenimento non sarà fifty-fifty: il genitore che guadagnerà di più contribuirà di più e ogni genitore, d'ora in poi, saprà che ogni euro sarà speso per il figlio e non per l'ex coniuge. Qua non si fanno né gli interessi della madre né quelli del padre». Reazioni negative soprattutto delle associazioni femministe contrarie alla bigenitorialità perché la legge, se approvata in questo modo, «comporterebbe per le donne, con minori risorse economiche, l'impossibilità di chiedere la separazione e mettere fine a relazioni violente». Secondo le volontarie del Telefono rosa «l'obiettivo è quello di scoraggiare e complicare le separazioni». Intanto la rete «Dire» dei centri antiviolenza ha lanciato una petizione su Change.org e indetto, contro la proposta di Pillon, una grande manifestazione a Roma il 10 novembre prossimo.
Nadia e Aimo Moroni
Prima puntata sulla vita di un gigante della cucina italiana, morto un mese fa a 91 anni. È da mamma Nunzia che apprende l’arte di riconoscere a occhio una gallina di qualità. Poi il lavoro a Milano, all’inizio come ambulante e successivamente come lavapiatti.
È mancato serenamente a 91 anni il mese scorso. Aimo Moroni si era ritirato oramai da un po’ di tempo dalla prima linea dei fornelli del locale da lui fondato nel 1962 con la sua Nadia, ovvero «Il luogo di Aimo e Nadia», ora affidato nelle salde mani della figlia Stefania e dei due bravi eredi Fabio Pisani e Alessandro Negrini, ma l’eredità che ha lasciato e la storia, per certi versi unica, del suo impegno e della passione dedicata a valorizzare la cucina italiana, i suoi prodotti e quel mondo di artigiani che, silenziosi, hanno sempre operato dietro le quinte, merita adeguato onore.
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».





