2020-12-21
Il Natale è sotto controllo, il virus no. E Roma è fuori dal vertice europeo
Panico per la variante inglese del Sars-Cov-2: il patogeno (che strano!) aggira i morbosi divieti di Giuseppe Conte e soci, che ne approfitteranno per prolungare i domiciliari. Mentre l'Ue ci snobba e consulta solo Angela Merkel e Emmanuel Macron.Eravamo tutti impegnati nel gran sudoku preparato dagli enigmisti giallorossi. Cercavamo di capire se, nella loro grande bontà e lungimiranza, gli illuminati di Palazzo Chigi pretendessero il sacrificio dei figli colpevoli di aver compiuto il quindicesimo anno di età, e dunque meritevoli di essere esclusi dal pranzo natalizio con i nonni. Tentavamo di capire come eludere l'occhiuta vigilanza degli eventuali Vopos di Giuseppe Conte e Rocco Casalino, dei droni di Roberto Speranza e Francesco Boccia, dei check point di Luigi Di Maio e Alfonso Bonafede. Stavamo escogitando piani astutissimi per evitare di essere colti in flagranza di agnolotti con la zia (Conte, per una volta opportunamente, avrebbe perfino potuto parlare di «fragranza», nel caso). Temevamo, in caso di grigliata non autorizzata o di abbacchio senza autocertificazione, di essere considerati serial griller, categoria oggi più pericolosa di qualunque serial killer. Interpretavamo ogni virgola delle Faq del governo non senza lanciare qualche fuck al governo medesimo. Insomma, eravamo al massimo della tensione psicofisica per prepararci (direbbe il ministro della Salute, nelle pause della frenetica attività per tentare di far dimenticare il suo libro autocelebrativo) a un Natale consapevole e «resiliente». Senonché, all'improvviso, direbbero i britannici out of the blue, è arrivata da Londra (poi confermata anche in Olanda, Danimarca e Australia) la notizia di una possibile variante del virus, con relativa decisione annunciata dal nostro governo di bloccare le comunicazioni aeree con l'Uk e sottoporre a tampone chi è già arrivato in Italia. Ohibò: noi che non siamo virologi, e non oseremmo improvvisarci nemmeno a fare un'iniezione, avevamo tuttavia appreso da ragazzini, durante l'ora di scienze, che i virus, in generale, possono mutare continuamente, cioè evolvere, oltre a replicarsi e diffondersi. E quindi siamo assolutamente certi che gli scienziati più seri non siano stati affatto presi di sorpresa da questa evenienza. Da quanto La Verità ha potuto ricostruire, sentendo nella serata di ieri voci scientifiche autorevoli, i casi possibili sono i più diversi. A volte, le mutazioni che sopravvivono alla selezione naturale sono meno aggressive. Altre volte, possono cambiare altre caratteristiche, come la capacità di infettare. E se fosse confermato, come si teme, che questo ulteriore ceppo britannico (pur non peggiore per gravità) possa essere capace di infettare più velocemente, sarebbe ovviamente una novità assai preoccupante. Tuttavia, il circo politico delle dichiarazioni a raffica e della creazione del panico è ripartito immediatamente, anche senza che si sapesse nulla di preciso. Ed è fin troppo facile prevedere che, nelle prossime ore, proprio questo sarà il giochino mediatico: ci si dirà che la situazione è troppo incerta, e allora a maggior ragione viva il governo e le sue vessazioni, che dovremmo subire senza obiettare. E così prosegue e si aggrava la schizofrenia a cui il governo ci ha abituato: la settimana prima, entusiasmo, primule petalose, e grandi spot per il cashback; la settimana dopo, con le stesse facce, panico e terrore a piene mani. Intanto, sempre ieri, mentre in Italia si straparlava, è stato convocato un vertice tra Parigi, Berlino e Bruxelles, per discutere dell'ipotesi di chiudere i voli con l'Uk in tutta Europa. Anche qui occorre cautela nell'interpretazione politica: può esserci stato un saggio uso del principio di precauzione, o anche un po' di (non dichiarata) polemica anti Brexit, dopo che il Regno Unito si è mostrato assai più rapido dell'Ue nella partenza dell'operazione vaccini. La cosa chiara è che l'Italia sembra essere stata esclusa dal vertice, il che non depone a favore della credibilità dell'esecutivo. In ogni caso, sono proprio le reazioni politiche isteriche a non convincere, per almeno due ragioni. La prima è che, nelle prossime settimane e mesi, non solo assisteremo presumibilmente a nuove possibili varianti del virus, ma a una prevedibile sovrapposizione con l'influenza stagionale (picco previsto tra gennaio e febbraio). La seconda è che, per generale ammissione, l'Italia accumulerà tempi lunghissimi per consentire a un numero adeguato di cittadini di vaccinarsi: si arriverà a fine del 2021, e pare anzi che una tipologia di vaccino possa essere disponibile solo a inizio 2022. E allora che propongono i nostri iperchiusuristi? Serrare tutto per un altro anno? Servirebbe un redivivo Friederich von Hayek per rispiegare che quella dei superpianificatori di Stato è una «presunzione fatale», che nessun governante, nessuna legge, nessun dpcm può prevedere l'infinita molteplicità dei casi della vita. Né tutte le possibili evoluzioni di un virus che, per definizione, non legge gli astrusi decreti di Conte. Servirebbe testa fredda: usare le precauzioni, non sottovalutare i rischi, ma pure cercare di non uccidere l'economia. Se al record dei morti (che purtroppo l'Italia già vanta) si aggiungerà anche il record dei fallimenti di imprese, sarà una tragica chiusura del cerchio.
Il fiume Nilo Azzurro nei pressi della Grande Diga Etiope della Rinascita (GERD) a Guba, in Etiopia (Getty Images)
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