2020-05-20
Il mistero del biglietto magico di Roma-Cska
Da sinistra: Suriano, Zaccaro, Criscuoli, Cascini e figlio
Una foto conferma che Giuseppe Cascini portò il figlio allo stadio tra le autorità. Ma nessuno dice chi staccò il ticket.Scripta (e foto) manent. L'immagine che pubblichiamo risolve il piccolo giallo che il nostro giornale aveva sollevato nei giorni scorsi a proposito della presenza del figlio ventenne del procuratore aggiunto (e consigliere del Csm), Giuseppe Cascini, in tribuna autorità all'Olimpico in occasione di un match di cartello di Champions league il 23 ottobre 2018. Lo vediamo in fondo insieme al papà e a tre suoi colleghi di Palazzo dei Marescialli, Mario Suriano, Giovanni Zaccaro e Paolo Criscuoli. Con loro, doveva esserci anche un altro magistrato con biglietto omaggio, Alessandra Dal Moro. Tuttavia la consigliera del Csm, pur regolarmente accreditata, aveva dato forfait. Abbiamo provato a contattarla ma, appena ci siamo presentati, ha tagliato corto: «Sto lavorando, e non parlo con i giornalisti». Inutile pure il tentativo di comunicare via Whatsapp per domandarle se, per caso, avesse ceduto il ticket d'ingresso per la partita Roma-Cska a Cascini. Ha ribadito che non intende «parlare di alcunché né con alcun giornalista. La prego di non insistere». Abbiamo ripetuto lo stesso quesito al magistrato, ma senza ottenere risposta. Eppure, proprio questi, nella replica alla Verità, con preannuncio di querela per diffamazione, aveva anzitutto spiegato di non aver «mai chiesto favori a nessuno né per me né per altri», fornendo questa versione dei fatti. «Appena arrivato al Consiglio ho ricevuto una tessera del Coni che mi autorizzava a entrare allo stadio (un benefit che ora è stato giustamente eliminato) […] ho solo chiesto a Luca [...] se era possibile portare mio figlio con me e se aveva un riferimento al Coni per chiedere». Nella sua puntualizzazione, Cascini però non aveva spiegato se il figlio fosse effettivamente entrato allo stadio e con quale biglietto. La foto risponde al primo dubbio: sì, «Lollo» ha assistito al match dei giallorossi; ma non al secondo: con quale tagliando il ragazzo ha potuto accomodarsi in tribuna autorità? Un quesito non capzioso perché, dallo scambio di chat Whatsapp tra Cascini e Luca Palamara, allegate all'inchiesta di Perugia per corruzione, quest'ultimo aveva chiaramente detto che «le scorte biglietti in tribuna autorità sono esaurite». E quindi la richiesta del consigliere di Area, cioè di «portare anche Lollo» allo stadio sarebbe rimasta inesaudita.La storia rivelata dal nostro giornale ha offerto il destro al giudice di Verona Massimo Vaccari di bacchettare il consigliere del Csm con un post pubblicato sul sito Uguale per tutti, blog che si occupa di cose di giustizia. Vaccari ha ricordato la presenza del magistrato di Area nel collegio disciplinare che aveva condannato alla sospensione dall'incarico (senza stipendio) il giudice Giuseppe Sidoti, indagato per corruzione a Caltanissetta anche per aver chiesto e ottenuto per una sua amica e per la famiglia di lei «biglietti gratuiti per assistere alle partite di una squadra di calcio», e per aver assistito -lui, il figlio e due amici del ragazzo - a una partita del Palermo in tribuna autorità nonostante i suoi biglietti fossero di tribuna laterale (risparmiando così 528 euro). In quell'occasione, ha scritto Vaccari, l'organo disciplinare aveva ravvisato, nel comportamento di Sidoti, «un grave e oggettivo “vulnus" della credibilità professionale del magistrato […] non compatibile con l'esercizio delle funzioni». A beneficio della memoria dei lettori, la toga veronese ha concluso richiamando il codice disciplinare della categoria che punisce «l'uso della qualità di magistrato al fine di conseguire vantaggi ingiusti per sé o per altri», e il codice deontologico che prevede che il magistrato corretto «…non si serve del suo ruolo istituzionale o associativo per ottenere benefici o privilegi per sé o per altri».