2019-10-25
Il M5s affonda Strasburgo sui porti aperti
L'astensione di 14 grillini al Parlamento europeo non fa passare la risoluzione pro migranti. E fa sbandare l'alleanza Ursula Pentastellati sotto attacco da parte della sinistra. Andrea Marcucci (Pd): «Sono come la Lega». Matteo Salvini: «Schiaffo a Matteo Renzi e Emmanuel Macron».Benvenuto nel fantastico mondo del M5s, dove la linea politica è dettata da quello che passa, in quel momento, nella testa di chi si trova a dover votare, o non votare, un provvedimento. Del modo di far politica dei grillini se n'è accorto ieri anche il Parlamento europeo: una risoluzione sui salvataggi in mare degli immigrati, che avrebbe portato all'obbligo di tenere i porti aperti sempre e comunque alle navi delle Ong, è stata (per fortuna) bocciata con soli 2 voti di scarto. I sì sono stati 288, i no 290, gli astenuti 36: tra questi ultimi, i 14 eurodeputati del M5s, che in questo modo hanno aperto le danze dell'imprevedibilità dei comportamenti anche a Strasburgo, facendo saltare la maggioranza di sinistra che si era formata a favore del provvedimento, e scatenando le ire di quelli che, in Italia, sono i loro alleati: Pd e Leu. Premesso che la bocciatura della risoluzione «porti aperti» è un'ottima notizia, l'episodio è l'ennesima dimostrazione di quanto in realtà il M5s sia una forza politica totalmente inaffidabile pronta a cambiare idea da un giorno all'altro su qualunque argomento.La risoluzione bocciata ieri a Strasburgo dalla sessione plenaria dell'Europarlamento invitava «gli Stati membri a mantenere i loro porti aperti alle navi, comprese le navi delle Ong, che hanno effettuato operazioni di salvataggio intendono far sbarcare i passeggeri». La risoluzione era stata varata dalla commissione Libertà pubbliche, la stessa che, lo scorso 3 ottobre, aveva accolto manco fosse una rockstar Carola Rackete, la comandante della Sea Watch, che lo scorso giugno fu arrestata dopo essersi resa protagonista dello speronamento ai danni di una motovedetta della Guardia di finanza, dopo che aveva forzato il blocco ordinato dall'allora ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ed era entrata nel porto di Lampedusa. Una versione, quella originaria, prevedeva poi di vietare a livello Ue la «criminalizzazione« delle attività di assistenza in mare. La risoluzione chiedeva anche di «potenziare le operazioni proattive di ricerca e soccorso fornendo una quantità sufficiente di navi e attrezzature specificamente dedicate alle operazioni lungo le rotte sulle quali possono contribuire efficacemente al salvataggio di vite umane». Tra i 290 contrari al testo, la stragrande maggioranza del Ppe (con Forza Italia); l'Enf (il gruppo che comprende la Lega e il Rassemblement national di Marine Le Pen; l'Ecr dove siede Fratelli d'Italia e qualche eurodeputato di Renew Europe. I 288 eurodeputati che hanno votato a favore appartengono al gruppo dei Socialisti e democratici con dentro il Pd, ai Liberali, alla Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica. Immediatamente, sul M5s è caduta la scomunica della sinistra italiana: «L'astensione del M5s in Europarlamento», ha attaccato la senatrice Loredana De Petris, di Leu, «che ha portato alla bocciatura della risoluzione sulle Ong per il soccorso in mare, è incomprensibile e comunque grave. Per chi salva vite umane i porti devono essere aperti». Critiche sono arrivate anche dal Pd: «L'astensione del M5s», ha sottolineato il capogruppo dei dem al Senato, Andrea Marcucci, «alla risoluzione sui migranti poi bocciata dal Parlamento europeo, segnala un problema rilevantissimo. Non credo che sia possibile costruire un'alleanza con un movimento che ha una posizione sostanzialmente molto simile a Salvini su una questione determinante come quella dei salvataggi e dei soccorsi nel Mediterraneo». Marcucci deve rassegnarsi: il timing stabilito dal Pd per mandare a casa il governo guidato da «Giuseppi» Conte prevede che la resa dei conti avvenga tra febbraio e marzo, e dunque almeno fino a quel momento Nicola Zingaretti e i suoi parlamentari dovranno ingoiare questo a chi sa quanti altri bocconi amari. Del resto, che la coerenza non appartenga al Dna del M5s non è un mistero, e più di tutti dovrebbero saperlo proprio Pd e Leu, che pur di non tornare alle elezioni hanno stretto con i grillini addirittura un accordo di governo. Non solo: il M5s anche nell'occasione del voto di ieri ha dimostrato di essere terrorizzato dall'idea di prendere una posizione netta, ricorrendo così all'acrobazia dell'astensione, non avendo il coraggio politico di schierarsi con un deciso «no».«I deputati del M5s», ha tuonato Simona Baldassarre, europarlamentare della Lega, «hanno preferito astenersi in modo ignavo. Questo risultato è anche dimostrazione che quando il centrodestra lavora unito, non ci sono sinistre che tengano! Apriamo una riflessione politica per tutelare i nostri cittadini e lavorare compatti».Il leader della Lega e del centrodestra, Matteo Salvini, ha definito il voto del Parlamento europeo «uno schiaffo alla maggioranza delle poltrone Macron-Pd-M5s-Renzi. L'Europarlamento ha bocciato una risoluzione per spalancare i porti alle Ong. Vittoria della Lega e dell'Italia: non perdoniamo chi infrange le nostre leggi, vuole riempirci di clandestini e ha messo a rischio la vita dei nostri finanzieri come fatto da Carola Rackete. Rialziamo la testa», ha concluso il segretario del Carroccio, «a cominciare da domenica quando gli umbri spazzeranno via l'inciucio Pd-M5s nato in Europa e maturato a Roma e Perugia».«Come avevamo detto», ha dichiarato Luigi Di Maio, ministro degli Esteri e capo politico dei grillini, «in Europa il M5s è e resta ago della bilancia. Sul tema immigrazione le parole non bastano più. L'Italia non può farsi carico da sola di un problema che riguarda tutta l'Ue».