2019-07-11
Dopo l'affare Cmc ora il Kenya aiuta l'Italia anche sul caso Regeni
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In queste ore è in corso la visita del direttore del Dpp (Director of public prosecution) Noordin Haji e del suo collega del Dci (Director of criminal investigations) George Kinoti in Italia. Incontri con il procuratore generale di Roma Giovanni Salvi e il capo della procura Michele Prestipino. Al centro della collaborazione c'è l'inchiesta sulla cooperativa di Ravenna, ma spunta anche il caso del ricercatore italiano trovato torturato e ucciso vicino al Cairo all'inizio del 2016: un agente dei servizi segreti egiziani ne avrebbe parlato a Nairobi durante una cena.Durante un incontro a Nairobi tra agenti dei servizi segreti dell'Egitto e del Kenya sarebbe emerso il caso dell'omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore universitario italiano trovato morto e torturato vicino al Cairo nei primi mesi del 2016. C'è anche questo dossier sul tavolo degli incontri tra una delegazione di forze dell'ordine kenyote e la procura di Roma. E' un dettaglio di non poco conto, perché la collaborazione tra Kenya e Italia si allarga a questo punto - oltre che all'inchiesta sulla Cmc di Ravenna e alla scomparsa della cooperante Silvia Romano - anche a una vicenda tutt'ora oscura, su cui la procura di Roma sta provando da anni a fare luce. E' una storia che tocca i rapporti tra Egitto e Italia, su cui adesso anche il Kenya vuole collaborare. A quanto apprende La Verità, infatti, i magistrati romani avrebbero già chiesto una rogatoria per interrogare l'agente dei servizi segreti egiziani che si trovava a cena a Nairobi e che avrebbe parlato dell'omicidio di Regeni. Ma c'è di più. La visita del direttore del Dpp (Director of public prosecution) Noordin Haji e del suo collega del Dci (Director of criminal investigations) George Kinoti è incentrata soprattutto sull'inchiesta che vede coinvolta la nostra cooperativa di costruzioni, vincitrice di tre appalti per la costruzione di tre dighe in Kenya. Come più volte riportato dalla Verità in questi mesi, unico quotidiano italiano a parlarne, gli investigatori africani sospettano che il governo abbia speso milioni di scellini del Kenya per progetti che in realtà esistono solo sulla carta, con un ingente spreco di denaro pubblico. Il valore degli appalti delle dighe di Arror e Itare superano insieme i 500 milioni di dollari, (240 milioni euro per Itare e 270 milioni Arror), mentre Kimwarer vale 220. Da tempo le istituzioni del Kenya sono in contatto con quelle italiane per capire se alcuni funzionari sono stati corrotti o meno. Si parla di almeno 22 persone coinvolte nel governo kenyota. Cmc versa da tempo in grave crisi economica, da qualche settimana è stata accolta la richiesta di concordato preventivo. In questi giorni Haji e Kinoti hanno incontro il procuratore generale di Roma Giovanni Salvi, l'attuale capo della procura Michele Prestipino e i magistrati Francesco Caporale, Lucia Lotti e Sergio Colaiocco. Non solo. Gli incontri sono anche con i vertici della Guardia di finanza come con il numero uno dell'Antimafia Federico Cafiero de Raho. Si tratta di uno dei primi accordi di collaborazione giudiziaria tra i due paesi. All'attenzione dei magistrati italiani c'è anche un documento che La Verità ha pubblicato il 7 luglio scorso. La Cooperativa cementisti muratori di Ravenna, infatti, ha stipulato nel 2013 un contratto confidenziale di consulenza di svariati milioni di euro con l'azienda di Stanley Muthama, parlamentare kenyota arrestato per presunta evasione fiscale il 27 giugno. Il documento risale al novembre 2013 ed è firmato dall'allora direttore generale Africa Australe di Cmc Paolo Porcelli (oggi direttore generale dell'azienda) e da Muthama, parlamentare ma anche direttore generale di Stansha Limited, società di costruzioni del Kenya. Ed è proprio Stansha l'azienda per la quale il fisco kenyota ha chiesto l'arresto del parlamentare. Secondo il documento che La Verità ha potuto visionare, la cui confidenzialità è sottolineata all'articolo 7, Stansha riceve dalla coop una parcella del 3% del prezzo di contratto per consulenza e advisory sulle dighe di Itare e Ruiru II nel caso in cui l'azienda del ravennate avesse ottenuto l'appalto. L'ultima diga, una delle tante alla cui gara ha partecipato Cmc, è stata assegnata alla fine altri, quindi non è più rientrata nel contratto di consulenza, che invece è scattato con l'arrivo dei pagamenti anticipati per Itare.
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Ernesto Maria Ruffini (Ansa)