2021-11-19
Il grande inganno: ora la libertà è un premio
La retorica dei talebani sanitari è cambiata: basta coi castighi a chi rifiuta la puntura, ora arrivano le ricompense per chi va all'hub. Ovvero, poter circolare liberamente, andare al bar o godersi il cenone di Natale in famiglia: diritti naturali trasformati in contentini.La nuova parola d'ordine è «premiare i vaccinati». Ti sei fatto la punturina? Una volta? Due volte? Magari anche tre? Sei stato buono? Prima di andare a dormire hai ringraziato il Padre, il Figliuolo e lo Spirito santo? L'angelo custode Rna messaggero? Hai recitato l'Ave Moderna e il Salve Regina Pfizer? Ti sei confessato (mea culpa, mea culpa) per aver talvolta dubitato del sacro potere salvifico del Dio Ago e del suo profeta hub vaccinale? Perfetto. Allora potrai ricevere il premio concesso a tutti coloro che si comportano bene intanto non sarai distrutto dal napalm, come vorrebbe il governatore della Campania De Luca. Poi potrai andare a fare la spesa. Potrai andare al bar. Al cinema. A teatro. Potrai addirittura fare sport. E, sei proprio fortunato e vinci il primo premio della Lotteria della Befana Vax, potrai anche fare il cenone di Natale. Proprio così: il cenone di Natale. Antipasti e panettone compresi. E persino insieme ai parenti. Roba da andare subito ad accendere un cero all'altare dei santi Burioni&Bassetti. Poi dite che non siamo fortunati. Fino a qualche ora fa si parlava soltanto di «restrizioni per i non vaccinati», qualcuno sognava da tempo di «richiuderli in casa come sorci», qualcuno addirittura di abbatterli con armi pesanti tipo lanciafiamme. Ma, insomma, era tutto un linguaggio negativo, fatto di castighi, sanzioni e punizioni. Un po' plumbeo. Forse troppo. Lassù nella centrale operativa del Minculvax, il Ministero della cultura vaccinale, qualcuno se ne deve essere accorto. E così è partita la velina: contrordine compagni, laddove c'era «punizione» ora mettete «ricompensa»; basta parlare di «castigo»: si indugi sulla parola «premio»; sostituite le raffigurazioni dell'inferno per i non vaccinati con quelle dell'Eden per i vaccinati. Gli adepti hanno subito recepito il messaggio. E l'hanno rilanciato. Così ha cominciato a rimbalzare dappertutto la nuova parola d'ordine al sapor di latte e miele: «Vaccinati e andrai in paradiso». Peccato che, presi com'erano dalla foga della riconversione linguistica, non si siano accorti che il paradiso promesso non era propriamente un paradiso ma, al massimo, una cena al ristorante o una visita ai parenti. Che, per l'amor del cielo, sono sempre una bella cosa, a volte persino piacevole. Ma piuttosto distanti dall'atteso regno dei cieli. Eppure. «Bisogna premiare i vaccinati: consentiremo loro attività ricreative», hanno ipotizzato i governatori delle Regioni. «Bisogna premiare i vaccinati: consentiremo loro le attività legate allo svago come ristorante, bar, cinema e teatro», ha aggiunto il virologo Bassetti. «Bisogna premiare i vaccinati: loro potranno fare il cenone di Natale», ha specificato Deborah Serracchiani nel talk show Agorà, (Raitre). E così d'incanto gli italiani hanno scoperto che tutto ciò che immaginavano essere una conquista ormai consolidata, cioè la libertà di circolare liberamente, di andare al bar, al cinema, a fare la spesa, financo a fare il cenone di Natale con i parenti, è diventato un «premio». Che non è scontato. Ma va meritato. Con comportamenti consoni. Oggi con la vaccinazione. Domani chissà. È questa trasformazione logica (o meglio illogica), questo salto nell'abisso dei diritti naturali che diventano diritti ottenibili con concorso a premi, questa aberrazione della libertà octroyé, cioè non più bene connaturato con l'esistenza di ogni uomo ma di bene concesso dall'alto secondo comportamenti che ciascuno mette in atto (se sei buono sei libero, altrimenti no), ecco: è tutto questo che fa paura. E lo so qual è la risposta che darebbero coloro che notte e giorno popolano i salotti tv: questa è la pandemia dei non vaccinati, l'unico modo per fermarla è fermare loro. Ma chi legge La Verità sa che non è vero: a Waterford, in Irlanda, ci sono il 99,7 per cento di vaccinati e un tasso di contagi 38 volte più alto che in Italia. A Gibilterra ci sono il 100 per cento dei vaccinati eppure l'epidemia dilaga. Ed è la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità a dire che i continenti dove sta riesplodendo il contagio sono Nord America ed Europa. Guarda caso i due con il più alto tasso di vaccinazioni. Epidemia dei non vaccinati? È la premessa che è sbagliata. Ma sì: hanno sbagliato la premessa. E di conseguenza le analisi. Hanno sbagliato interventi, tattica, strategia e ora sperano di coprire tutto raccontando qualche favoletta a reti unificate. La favoletta principe è quella che descrive chi non si è vaccinato come il demonio, l'untore, il disertore, lo sterminatore di anziani. Il colpevole di ogni male che ci è capitato e che ci capiterà. Ma ora, visto che i toni del terrore hanno un po' stancato tutti, ecco l'innovazione del messaggio, che sostituisce la narrazione della paura con quella della promessa. Così la favoletta diventa quella del premio (che poi sarebbe il diritto di essere liberi e di vivere la propria vita) concesso solo a chi si vaccina. Ma perché solo a chi si vaccina? «Perché chi rispetta le regole deve essere avvantaggiato», rispondono, dandosi ragione l'un l'altro nei vari dibattiti tv a senso unico. Senza mai spiegare, però, perché diavolo chi si vaccina rispetta le regole più di chi non si vaccina. Chissà: forse non conoscono le regole. O forse anche per usare il cervello di questi tempi bisogna vincere un premio.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)