2020-09-09
Il governo studia la golden power anche sulle stelle del campionato
Nelle ore cruciali per stabilire il futuro dei diritti sulla trasmissione televisiva dei match, gli onorevoli del Pd e di Italia viva vorrebbero allargare al calcio il criterio dell'interesse nazionale: il business vale miliardi.Adriano Galliani, ad dei brianzoli, scrive alla Lega in vista della creazione della newco con la partecipazione dei fondi d'investimento: «Che si fa con promossi e retrocessi?»Lo speciale contiene due articoli.Nel mondo del calcio le lame non sono mai state affilate come in queste ore. Oggi cade l'assemblea della Lega e i presidenti dei 20 club devono depositare il loro sassolino. Per far pendere la bilancia a favore della cordata capeggiata dal fondo Cvc o da quella di Bain Capital e Nb Reneissance. In ballo i diritti televisivi per il periodo 2021-2025 e il futuro del potere di molte squadre e dei rispettivi patron. Cvc infatti valuterebbe in 16,25 miliardi di euro la media company che dovrebbe detenere i diritti, mentre lo schema di ingresso sarebbe il medesimo anche per l'altra cordata che però offre 13,5 miliardi. In pratica, i fondi entrerebbero con un 10% nella società che dovrebbe avere in pancia i diritti trasformando quella che è sempre stata una trattativa tra emittenti e club in un mero business finanziario. Al di là della valutazione immediata tra i due contendenti che porta solo a primo occhio a propendere per la prima (circa 300 milioni di Cvc sono rinuncia ai dividendi) i due schemi sono molto simili con la conseguenza - secondo il parere di alcuni presidenti - di depotenziare tutti i soci e soprattutto cristallizzare la situazione al momento della distribuzione del capitale sociale. Da qui le fratture interne alla Lega. Urbano Cairo sarebbe grande sostenitore del progetto. Claudio Lotito al contrario ha nelle ultime settimane sondato l'ipotesi di coinvolgere un player come Fortress per portare a casa un finanziamento. Non equity ma debito, per non perdere la proprietà del pallone. Perché di fatto è questo ciò di cui discutono i vari presidenti. Ad esempio Aurelio De Laurentiis sarebbe solleticato dall'idea di creare un canale tv di proprietà della Lega senza interventi esterni. Ma non è come dirlo. Sebbene l'idea riporti direttamente all'altro tema dibattuto in queste ore. Si tratta della rete unica in via di formazione in Italia con la partecipazione di Tim, Open Fiber e dopo la sentenza del tribunale europea in molti si chiedono se possa mettere un piede pure Mediaset. L'ipotesi è in realtà poco verosimile, piuttosto serve a Silvio Berlusconi per trattare con Vivendi sull'altra partita e magari uscire vincitore. Più editorialisti hanno invece fatto notare che dietro il Milan c'è il fondo Elliott e che lo stesso è socio di Tim. Un modo per stressare il tema dei contenuti. Una volta che è sarà stata creata l'infrastruttura unica e sarà avviata la linea 5G che metterci sopra da vedere? Il calcio è in fondo un enorme valore aggiunto, ma non si può equiparare ai film o ad altri contenuti video. Certo, la telefonia di per sé è ormai una mera commodity e «se non veicola la ciccia non porterà in futuro ricavi», sostengono alcuni presidenti di club. Gli stessi che sono in questo momento più refrattari ad aprire le porte ai fondi d'investimento. Ma a temere una svalutazione del calcio in mano alla finanza non sono solo gli esperti e i proprietari di club. Ieri è spuntata pure una interrogazione parlamentare a firma Fratelli d'Italia. Francesco Lollobrigida chiede al governo: «Quali iniziative di competenza intendano adottare per scongiurare il rischio che fondi speculativi internazionali si approprino della gestione dei diritti televisivi, acquisendo la capacità di influenzare, con le proprie logiche di profitto, il campionato di calcio italiano di serie A e la sua organizzazione, a detrimento dell'intero sistema sportivo italiano». Il parlamentare si dice palesemente contrario ad affidare la gestione e il controllo della più importante risorsa dello sport italiano a fondi speculativi. Il senso è che il calcio finanzia a cascata lo sport. Non solo le squadre di A e le serie minori, ma anche gli sport minori. In accordo con il governo che ha per l'appunto un ministero ad hoc. L'uscita dell'esponente del movimento di Giorgia Meloni può sembrare buttata lì, in realtà rischia di essere solo la punta dell'iceberg. Nel senso che ci sono rappresentanti di Pd, Italia viva e almeno uno dei grillini che - negli ultimi giorni - hanno contattato il ministero dell'Economia per far inserire l'industria del calcio e degli altri sport sotto l'ombrello del golden power. Si tratta di un mondo che vale all'incirca 17 miliardi di euro per il nostro Paese. Il calcio professionistico è la punta di diamante di un network che parte dagli oratori e al tempo stesso è l'elemento che consente di monetizzare gli eventi. I diritti televisivi sono l'espressione commerciale dell'intero business. Cedere in modo strutturale l'utilizzo dei diritti significherebbe per una fetta della maggioranza giallorossa dirottare su altre logiche i soldi potenzialmente prodotti. In pratica, gli operatori televisivi dovrebbero rimanere un mero strumento «degli enti preposti alla governance del calcio», si legge in una bozza circolante tra i parlamentari. Da qui il pressing nei confronti del Mef e - a quanto risulta alla Verità - anche a Palazzo Chigi per utilizzare le norme in via di definizione sul golden power. Come è stato fatto per le autostrade, le reti e altre attività concernenti la sicurezza e la stabilità della nazione. Tradotto: nel prossimo iter di conversione dei Dpcm sul golden power, alcuni deputati di Pd e Iv vorrebbero inserire norme rigide per la commercializzazione dei diritti e l'impossibilità da parte dei naturali detentori di cessione a favore di terzi. Il tutto con l'obiettivo di non cambiare la governance del calcio. Stamattina Enrico Preziosi cercherà di convocare metà dei club prima dell'assemblea con l'obiettivo di mediare. Il risultato potrebbe andare bene a molti, perché consentirebbe a tutti di prendere altro tempo e non decidere nulla. Se non cercare di concedere quello stesso tempo alla politica per entrare dopo Alitalia, Ilva e rete unica anche negli spogliatoi di Cristiano Ronaldo e Zlatan Ibrahimovic.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/il-governo-studia-la-golden-power-anche-sulle-stelle-del-campionato-2647523637.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="sulla-tv-il-monza-gioca-gia-in-serie-a" data-post-id="2647523637" data-published-at="1599590469" data-use-pagination="False"> Sulla tv il Monza gioca già in serie A
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