2020-09-11
I tagli ai Comuni si pagano a colpi di multe e tasse
Con il nuovo codice della strada anche i netturbini potranno sanzionare le auto. Mancano 1,9 miliardi. Su Imu e Tasi.L'esecutivo pensa al bonus di 300 euro come cashback solo sulla piattaforma Pagopa.Lo speciale contiene due articoli.Alla fine c'è sempre qualcuno che deve pagare il conto. Perché la teoria è fatta di Recovery fund e di piani quinquennali. Mentre la pratica è costituita di imposte sui rifiuti, tasse sulla casa e soprattutto multe. Ed è proprio da qui che lo Stato si riprenderà ciò che il Covid gli ha tolto: il gettito. Torniamo al 28 marzo scorso. Comuni ed enti locali hanno subito fatto il calcolo di quanto lo stop alle attività pubbliche e il lockdown avrebbe fatto perdere in termini di fondi, necessari a finanziare i servizi e l'operatività degli stessi enti. La fondazione Ifel, il braccio armato dell'Anci (l'Associazione nazionale dei Comuni italiani) lo scorso marzo aveva valutato tre scenari di impatto da Covid-19. Il più conservativo viaggiava su un minimo di 3,7 miliardi di mancati incassi. Il mediano intorno ai 5,6 e il più drastico appena sotto i 9 miliardi di buco. L'Ifel ha realizzato un carotaggio su 60 capoluoghi. Adesso, stando a quanto risulta alla Verità, la forchetta si è fatta più precisa e il 2020 dovrebbe chiudersi con circa 8 miliardi di buco. A fronte di questo enorme problema, il governo ha corretto il tiro, in modo significativo - va detto - ma non sufficiente. In occasione del 28 marzo Giuseppe Conte sbandierò ai quattro venti un Dpcm in cui annunciava 4,3 miliardi di fondi per i Comuni più 400 milioni destinati ai buoni spesa per le famiglie meno abbienti. In realtà la somma miliardaria era una fregatura. Si trattava solo di un anticipo delle spettanze del fondo da erogare a maggio. I 400 milioni erano sì cash, ma in pratica erano meno di 50.000 euro a ente, e sono stati «bruciati» in pochi giorni. Così con l'aumentare delle proteste degli amministratori, il governo ha messo mano al deficit e in occasione del dl Rilancio ha stanziato 3,5 miliardi di euro. Un netto miglioramento a cui ha fatto seguito il mese scorso il dl Agosto che a sua volta ha aggiunto altri 2,6 miliardi. Una scelta legata anche al fatto che, sempre per via del Covid, si sono anche ristretti i cordoni dei dividendi di gran parte delle partecipate.A conti fatti, da qui a dicembre i Comuni dovranno trovare 1,9 miliardi circa se non vorranno essere costretti a tagliare servizi essenziali. Dal momento che da Roma non arriverà più nulla, il governo ha pensato bene di creare nuove armi per fa cassa in autonomia. Ieri pomeriggio è stato approvato il dl Semplificazioni. Dopo aver superato il Senato a colpi di fiducia, ha subìto la stessa sorte alla Camera (ovviamente senza alcuna modifica) ed è passato con 214 voti favorevoli (due esponenti grillini hanno addirittura votato contro). Il pacchetto approvato così alla cieca contiene pure la riforma del codice della strada. Un pastrocchio che consente di installare gli autovelox in centro anche con limiti a 30 chilometri all'ora. E la possibilità di far multare i cittadini da tranvieri e addetti alle società di trasporti e pure dai netturbini in caso di divieto di sosta. La modifica al codice è qualcosa di estremamente malizioso. Da un lato si andrà a sguinzagliare per strada un esercito di persone che renderanno ancora più costoso avere un'auto. Dall'altro, i Comuni come Milano, sulla scia di Greta Thunberg e approfittando del lockdown, hanno ridisegnato le strade e ridotto drasticamente i posti per i parcheggi.In pratica, sarà difficile trovare un buco e facilissimo la mattina dopo scoprire sotto il tergicristallo il foglietto. Dimostrando un assunto tutto italiano: chi ha un bene o un patrimonio viene a priori perseguito. Ma non finisce qui. Muoversi anche con l'elettrico o la forza propulsiva delle gambe nei centri cittadini sarà più complicato, e basterà sgarrare di poco per essere pizzicati. Sul tema è intervenuto duramente anche il Presidente dell'Automobile Club d'Italia, Angelo Sticchi Damiani: «Non ci sembra corretta la possibilità di installare autovelox perfino sulle strade locali. L'autovelox», ha rilevato, «è un utile strumento per controllare e limitare la velocità degli utenti nei punti più critici in modo da consentire di guidare in sicurezza. È, viceversa, diseducativo - quando non addirittura pericoloso - l'autovelox diffuso, magari installato per far cassa», ha concluso tornando sul tema più delicato. Tanto più che colmare in pochi mesi quasi 2 miliardi di multe è quasi impossibile. Ed è per questo che anche il dl Agosto darà il suo contributo aggiuntivo. La legge finanziaria 2020 ha visto incorporare in un unico tributo l'Imu e la Tasi, rispettivamente imposta sulla casa e sui servizi indivisibili. Quest'ultima aveva un'aliquota massima dell'0,8 per mille. E dunque andando a sommare Imu e Tasi già dallo scorso gennaio si sarebbe arrivati all'11,4 per mille. Un'aliquota che non è stata mai raggiunta dai Comuni, dato che il governo aveva imposto il tetto massimo del 10,6 per mille. E così, con il decreto agostano, è bastato abbattere il tetto per consentire agli amministratori locali di portare a casa più tasse. Con il vantaggio, politicamente parlando, di prendersi tutte le colpe, sgravando il governo centrale della responsabilità. Per cui quando in campagna elettorale la prossima settimana molti politici parleranno delle meraviglie dei fondi Ue, è bene ricordare che anche la parte che figura che sotto la voce «fondo perduto» non sarà mai gratis. La ripagheremo anche grazie al nuovo codice della strada e alle strisce bianche.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/il-governo-lascia-i-comuni-in-mutande-poi-da-loro-le-armi-per-farci-piu-multe-2647573160.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="il-rimborso-per-chi-paga-con-la-carta-non-vale-online-e-viola-la-privacy" data-post-id="2647573160" data-published-at="1599764339" data-use-pagination="False"> Il rimborso per chi paga con la carta non vale online e viola la privacy
Lo scorso 25 novembre è stata presentata alla Fao la campagna promossa da Focsiv e Centro sportivo italiano: un percorso di 18 mesi con eventi e iniziative per sostenere 58 progetti attivi in 26 Paesi. Testimonianze dal Perù, dalla Tanzania e da Haiti e l’invito a trasformare gesti sportivi in aiuti concreti alle comunità più vulnerabili.
In un momento storico in cui la fame torna a crescere in diverse aree del pianeta e le crisi internazionali rendono sempre più fragile l’accesso al cibo, una parte del mondo dello sport prova a mettere in gioco le proprie energie per sostenere le comunità più vulnerabili. È l’obiettivo della campagna Sport contro la fame, che punta a trasformare gesti atletici, eventi e iniziative locali in un supporto concreto per chi vive in condizioni di insicurezza alimentare.
La nuova iniziativa è stata presentata martedì 25 novembre alla Fao, a Roma, nella cornice del Sheikh Zayed Centre. Qui Focsiv e Centro sportivo italiano hanno annunciato un percorso di 18 mesi che attraverserà l’Italia con eventi sportivi e ricreativi dedicati alla raccolta fondi per 58 progetti attivi in 26 Paesi.
L’apertura della giornata è stata affidata a mons. Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso Fao, Ifad e Wfp, che ha richiamato il carattere universale dello sport, «linguaggio capace di superare barriere linguistiche, culturali e geopolitiche e di riunire popoli e tradizioni attorno a valori condivisi». Subito dopo è intervenuto Maurizio Martina, vicedirettore generale della Fao, che ha ricordato come il raggiungimento dell’obiettivo fame zero al 2030 sia sempre più lontano. «Se le istituzioni faticano, è la società a doversi organizzare», ha affermato, indicando iniziative come questa come uno dei modi per colmare un vuoto di cooperazione.
A seguire, la presidente Focsiv Ivana Borsotto ha spiegato lo spirito dell’iniziativa: «Vogliamo giocare questa partita contro la fame, non assistervi. Lo sport nutre la speranza e ciascuno può fare la differenza». Il presidente del Csi, Vittorio Bosio, ha invece insistito sulla responsabilità educativa del mondo sportivo: «Lo sport costruisce ponti. In questa campagna, l’altro è un fratello da sostenere. Non possiamo accettare che un bambino non abbia il diritto fondamentale al cibo».
La campagna punta a raggiungere circa 150.000 persone in Asia, Africa, America Latina e Medio Oriente. Durante la presentazione, tre soci Focsiv hanno portato testimonianze dirette dei progetti sul campo: Chiara Concetta Starita (Auci) ha descritto l’attività delle ollas comunes nella periferia di Lima, dove la Olla común 8 de octubre fornisce pasti quotidiani a bambini e anziani; Ornella Menculini (Ibo Italia) ha raccontato l’esperienza degli orti comunitari realizzati nelle scuole tanzaniane; mentre Maria Emilia Marra (La Salle Foundation) ha illustrato il ruolo dei centri educativi di Haiti, che per molti giovani rappresentano al tempo stesso luogo di apprendimento, rifugio e punto sicuro per ricevere un pasto.
Sul coinvolgimento degli atleti è intervenuto Michele Marchetti, responsabile della segreteria nazionale del Csi, che ha spiegato come gol, canestri e chilometri percorsi nelle gare potranno diventare contributi diretti ai progetti sostenuti. L’identità visiva della campagna accompagnerà questo messaggio attraverso simboli e attrezzi di diverse discipline, come illustrato da Ugo Esposito, Ceo dello studio di comunicazione Kapusons.
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Mark Zuckerberg (Getty Images)
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