2019-12-18
Il governo fa il gioco delle tre carte e salva i soldi per i 100 anni del Pci
La maggioranza usa la fiducia per rinfilare il comma nel bilancio: l'unica differenza è che non viene indicata la cifra di 400.000 euro che sarà erogata da Palazzo Chigi. Ma su chi produce si abbatte una pioggia di tasse.La norma verrà riproposta, come il rinvio del mercato tutelato dell'energia al 2022. Approvato il decreto fisco.Lo speciale contiene due articoliIl comunismo cambia forma ma resta coerente alle proprie pretese: avere fondi pubblici a disposizione. Il governo giallorosso, nonostante le polemiche, ha deciso di infilare lo stesso in manovra il comma che regalerà ben 400.000 euro per i festeggiamenti del centenario del Pci a Livorno. Dopo aver messo in frigo l'emendamento ha infilato un nuovo comma approfittando della fiducia. A pagina 78 del testo approvato al Senato e diretto alla Camera per essere votato alla cieca spicca il comma 405. Qui si elevano i festeggiamenti dell'anniversario al rango di promozione culturale. Così nel comma successivo si delega a Palazzo Chigi il compito di emettere un decreto entro la fine di febbraio per stanziare i fondi.Così il cerchio della presa in giro si chiude. Le polemiche si erano infatti anche concentrate sull'importo da destinare. In questo modo si omette la cifra per infilarla in cdm, magari uno di quelli che terminano a tarda notte. Duole però sapere che il governo presti tutta questa attenzione alle attese e ai desideri degli eredi del Pci e nessuna alle istanza di decine di categorie produttive, proprio quelle che lottano tutti i giorni contro la mentalità statalista e comunista e nonostante ciò consentono a quei nostalgici di festeggiare la loro storia e i loro fallimenti. Un esempio su tutti: i commercianti e i proprietari di immobili. «Sulla mancata proroga della cedolare secca per i nuovi contratti di affitto dei negozi si sono fatti sentire i commercianti oltre a noi, ed è la prova che non era un favore ai proprietari, ma una necessità del mercato immobiliare e del commercio», ha giustamente sintetizzato il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa. Il quale ha anche sottolineato come senza la proroga ci sia il rischio «di una possibile mancata apertura dei negozi, perché la misura riguardava i nuovi contratti e consentiva di facilitare la loro apertura. Se rimangono chiuse le attività è un danno per lo Stato e per i Comuni, che non incassano tasse». Quindi, ha concluso Spaziani Testa, «temo che dovremo aspettare un altro governo» per rivedere la misura. «Non c'era motivo per non farla subito. Era una proroga dal costo basso, 160 milioni di euro. È una cosa inspiegabile, dovrebbero spiegarla coloro che hanno fatto questa scelta». In realtà, la spiegazione non è così complicata, la matrice rossa di questo governo unita alla componente gialla dei 5 stelle crea un'avversione a tutto ciò che produce ricchezza. Raramente il Paese ha assistito a una tale sordità di fronte alle istanze di chi contribuisce a far crescere il Pil. Lo si comprende dalla corsa a infilare microtasse che servono a comporre un gettito complessivo (quello necessario a evitare l'aumento dell'Ilva) e a costituire nuove clausole di salvaguardia nel 2021. Infatti, lo scandalo per i 400.000 euro destinati a festeggiare il Pci è tanto grande quanto è simbolico e contribuisce a offuscare la mente anche dei più critici. Non bisogna dimenticare che la manovra appena approvata dal Senato è una cambiale che sposta in là la fregatura. Nella prima versione del testo si poteva leggere che nel 2021 ci saranno maggiori tasse per 26 miliardi di euro di cui 18 sotto la voce di clausole di salvaguardia per l'aumento dell'Iva. Gli altri 8 miliardi erano indicati come coperture inserite nel Nadef per mettere in sicurezza i conti del 2020 e garantire il disinnesco totale delle clausole di salvaguardia sull'Iva ereditate dai governi precedenti (i famosi 23 miliardi). Il calcolo dei 26 miliardi è però da aggiornare. Le tensioni e le urla dentro la maggioranza hanno portato a un ridimensionamento delle imposte sul 2020.Tra tagli alle detrazioni e nuove tasse correlate all'ambiente si arriva a 27. A questa cifra andrà aggiunto il fondo taglia tasse. Giuseppe Conte sa che nessun governo sarà mai in grado di portare a casa dal contrasto all'evasione una tale somma. Ecco perché è stato pensato un fondo da 3 miliardi di euro. Si tratta di altre tasse che creano una riserva chiamata appunto «taglia tasse» (che però intanto le aumenta) e che, siccome deve realizzare gli obiettivi della manovra, domani potrà essere usata a copertura di eventuali buchi. Ad esempio quello causato dai 3 miliardi di euro non recuperati dall'evasione nel 2020. «Il voto del Senato ci consegna una maggioranza solida e coesa e una manovra che esce non solo confermata ma anche rafforzata nel suo impianto», ha detto ieri il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri concludendo: «Questa legge di bilancio può essere considerata un piccolo miracolo». Meglio così. Viene da chiedersi quante tasse avremmo dovuto pagare se il miracolo fosse stato grande.Claudio Antonelli<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/il-governo-fa-il-gioco-delle-tre-carte-e-salva-i-soldi-per-i-100-anni-del-pci-2641630472.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="la-cannabis-light-libera-rientrera-dalla-finestra-con-il-milleproroghe" data-post-id="2641630472" data-published-at="1762534140" data-use-pagination="False"> La cannabis light libera rientrerà dalla finestra con il Milleproroghe Legalize Cannabis Movement Ansa La proroga fino al 2022 del mercato tutelato dell'energia torna nel decreto Milleproroghe dopo che era stata stralciata dal bilancio. È quanto emerge dalla bozza del decreto che venerdì dovrebbe arrivare in consiglio dei ministri. Se tutto andrà secondo i piani, la norma che andrà nel Milleproroghe sarà la stessa che avrebbe dovuto entrare in manovra e che era stata ritenuta inammissibile dalla presidenza del Senato per estraneità. Secondo la bozza, sarà il Mise -dopo aver discusso con l'autorità di regolazione per l'ener - a definire con un decreto «le modalità e i criteri dell'ingresso consapevole nel mercato dei clienti finali tenendo altresì conto della necessità di concorrenza, pluralità di fornitori e di offerte nel libero mercato». La norma riguarderà circa 18 milioni di utenze nel settore elettrico e quasi 10 milioni in quello del gas. Si tratta di tutti i clienti che fino a oggi si sono affidati alla tariffa base determinata ogni tre mesi dall'autorità (e che, va detto, spesso è risultata conveniente). La volontà di prorogare al 2022 una norma che, altrimenti, sancirebbe la fine del mercato tutelato dal 1° luglio 2020 è arrivata anche da un'intervista che il viceministro dell'Economia Antonio Misiani ha rilasciato al Corriere della Sera: «Entro fine anno il governo approverà un decreto di proroga termini. Credo che quello sia uno strumento utile per rinviare la fine del mercato tutelato». Sempre all'interno della stessa intervista, Misiani ha lasciato intendere che il governo potrebbe inserire anche in altri provvedimenti, probabilmente proprio nel Milleproroghe, anche la liberalizzazione della vendita della cannabis light. Anche in questo caso, la riforma era stata stralciata dal maxiemendamento perché ritenuta inammissibile per estraneità di materia. «Fatta la legge di bilancio non è che finisce il mondo», ha detto il viceministro, «Ci saranno altri provvedimenti e, visto che su quel punto era stata trovata una convergenza, ci si potrà tornare». Ma la norma sul mercato tutelato dell'energia non è l'unica uscita dalla manovra per rientrare nel Milleproroghe. Nell'ultima bozza, infatti, c'è l'istituzione di uno strumento di autofinanziamento delle imprese: le cambiali digitali. Sarebbero soggette all'imposta di bollo proporzionale con un'aliquota pari al 12 per mille, esattamente come le cambiali finanziarie. Nel decreto, poi, poi si parla anche di educazione civica. L'idea è di inserire in questa materia anche temi riguardanti l'educazione finanziaria aumentando di 200.000 euro l'anno «le risorse destinate alla formazione dei docenti sulle tematiche afferenti all'insegnamento trasversale dell'educazione civica». Nella bozza ci sono anche novità sulle intercettazioni. Anche in questo caso, la norma doveva essere inserita nella manovra, ma troverà posto nel Milleproroghe. Nel decreto viene infatti posticipata di sei mesi, al 30 giugno 2020, l'entrata in vigore della riforma voluta da Andrea Orlando. Quella di ieri è stata anche la giornata in cui il dl fisco è diventato legge dopo una seconda lettura blindata e il voto con fiducia del Senato (166 sì) senza modifiche rispetto a quelle introdotte nel passaggio alla Camera. Tante le novità contenute nella norma: sono previsti fino a otto di carcere per chi froda il fisco, una stretta sugli appalti oltre i 200.000 euro, ma anche un giro di vite sulle false compensazioni e sulle frodi sui carburanti. Via anche a una prima parte di incentivi ai pagamenti elettronici, con il tetto al contante in progressivo calo (2.000 euro da luglio 2020 e 1.000 da gennaio 2022) e la lotteria degli scontrini che slitta a luglio. Viene invece esteso anche ai pagamenti digitali via telefonino il credito d'imposta concesso agli esercenti. Inoltre, per venire incontro ai cittadini in difficoltà, ci sarà un bonus sociale per la tassa rifiuti. Per la Tari e gli altri tributi locali arriva anche il ravvedimento operoso, con i ritardatari che potranno ottenere uno sconto sulle sanzioni. In più chi si è visto la casa pignorata dalla banca negli anni della crisi potrà chiedere un nuovo mutuo per riscattarla. E calerà anche l'assicurazione per auto e motorini, con tutti i mezzi di famiglia che potranno ottenere, al rinnovo della polizza, la classe più favorevole (e quindi un premio più basso). La scadenza per il 730 slitta inoltre dal 23 luglio al 30 settembre. Gianluca Baldini
Un appuntamento che, nelle parole del governatore, non è solo sportivo ma anche simbolico: «Come Lombardia abbiamo fortemente voluto le Olimpiadi – ha detto – perché rappresentano una vetrina mondiale straordinaria, capace di lasciare al territorio eredità fondamentali in termini di infrastrutture, servizi e impatto culturale».
Fontana ha voluto sottolineare come l’esperienza olimpica incarni a pieno il “modello Lombardia”, fondato sulla collaborazione tra pubblico e privato e sulla capacità di trasformare le idee in progetti concreti. «I Giochi – ha spiegato – sono un esempio di questo modello di sviluppo, che parte dall’ascolto dei territori e si traduce in risultati tangibili, grazie al pragmatismo che da sempre contraddistingue la nostra regione».
Investimenti e connessioni per i territori
Secondo il presidente, l’evento rappresenta un volano per rafforzare processi già in corso: «Le Olimpiadi invernali sono l’occasione per accelerare investimenti che migliorano le connessioni con le aree montane e l’area metropolitana milanese».
Fontana ha ricordato che l’80% delle opere è già avviato, e che Milano-Cortina 2026 «sarà un laboratorio di metodo per programmare, investire e amministrare», con l’obiettivo di «rispondere ai bisogni delle comunità» e garantire «risultati duraturi e non temporanei».
Un’occasione per il turismo e il Made in Italy
Ampio spazio anche al tema dell’attrattività turistica. L’appuntamento olimpico, ha spiegato Fontana, sarà «un’occasione per mostrare al mondo le bellezze della Lombardia». Le stime parlano di 3 milioni di pernottamenti aggiuntivi nei mesi di febbraio e marzo 2026, un incremento del 50% rispetto ai livelli registrati nel biennio 2024-2025. Crescerà anche la quota di turisti stranieri, che dovrebbe passare dal 60 al 75% del totale.
Per il governatore, si tratta di una «straordinaria opportunità per le eccellenze del Made in Italy lombardo, che potranno presentarsi sulla scena internazionale in una vetrina irripetibile».
Una Smart Land per i cittadini
Fontana ha infine richiamato il valore dell’eredità olimpica, destinata a superare l’evento sportivo: «Questo percorso valorizza il dialogo tra istituzioni e la governance condivisa tra pubblico e privato, tra montagna e metropoli. La Lombardia è una Smart Land, capace di unire visione strategica e prossimità alle persone».
E ha concluso con una promessa: «Andiamo avanti nella sfida di progettare, coordinare e realizzare, sempre pensando al bene dei cittadini lombardi».
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Francesco Zambon (Getty Images)
La deposizione in mare della corona nell'esatto luogo della tragedia del 9 novembre 1971 (Esercito Italiano)
Quarantasei giovani parà della «Folgore» inghiottiti dalle acque del mar Tirreno. E con loro sei aviatori della Royal Air Force, altrettanto giovani. La sciagura aerea del 9 novembre 1971 fece così impressione che il Corriere della Sera uscì il giorno successivo con un corsivo di Dino Buzzati. Il grande giornalista e scrittore vergò alcune frasi di estrema efficacia, sconvolto da quello che fino ad oggi risulta essere il più grave incidente aereo per le Forze Armate italiane. Alle sue parole incisive e commosse lasciamo l’introduzione alla storia di una catastrofe di oltre mezzo secolo fa.
(…) Forse perché la Patria è passata di moda, anzi dà quasi fastidio a sentirla nominare e si scrive con la iniziale minuscola? E così dà fastidio la difesa della medesima Patria e tutto ciò che vi appartiene, compresi i ragazzi che indossano l’uniforme militare? (…). Buzzati lamentava la scarsa commozione degli Italiani nei confronti della morte di giovani paracadutisti, paragonandola all’eco che ebbe una tragedia del 1947 avvenuta ad Albenga in cui 43 bambini di una colonia erano morti annegati. Forti le sue parole a chiusura del pezzo: (…) Ora se ne vanno, con i sei compagni stranieri. Guardateli, se ci riuscite. Personalmente mi fanno ancora più pietà dei leggendari piccoli di Albenga. Non si disperano, non singhiozzano, non maledicono. Spalla a spalla si allontanano. Diritti, pallidi sì ma senza un tremito, a testa alta, con quel passo lieve e fermissimo che nei tempi antichi si diceva appartenesse agli eroi e che oggi sembra completamente dimenticato (…)
Non li hanno dimenticati, a oltre mezzo secolo di distanza, gli uomini della Folgore di oggi, che hanno commemorato i caduti di quella che è nota come la «tragedia della Meloria» con una cerimonia che ha coinvolto, oltre alle autorità, anche i parenti delle vittime.
La commemorazione si è conclusa con la deposizione di una corona in mare, nel punto esatto del tragico impatto, effettuata a bordo di un battello in segno di eterno ricordo e di continuità tra passato e presente.
Nelle prime ore del 9 novembre 1971, i parà del 187° Reggimento Folgore si imbarcarono sui Lockheed C-130 della Raf per partecipare ad una missione di addestramento Nato, dove avrebbero dovuto effettuare un «lancio tattico» sulla Sardegna. La tragedia si consumò poco dopo il decollo dall’aeroporto militare di Pisa-San Giusto, da dove in sequenza si stavano alzando 10 velivoli denominati convenzionalmente «Gesso». Fu uno di essi, «Gesso 5» a lanciare l’allarme dopo avere visto una fiammata sulla superficie del mare. L’aereo che lo precedeva, «Gesso 4» non rispose alla chiamata radio poiché istanti prima aveva impattato sulle acque a poca distanza dalle Secche della Meloria, circa 6 km a Nordovest di Livorno. Le operazioni di recupero dei corpi furono difficili e lunghissime, durante le quali vi fu un’altra vittima, un esperto sabotatore subacqueo del «Col Moschin», deceduto durante le operazioni. Le cause della sciagura non furono mai esattamente definite, anche se le indagini furono molto approfondite e una nave pontone di recupero rimase sul posto fino al febbraio del 1972. Si ipotizzò che l’aereo avesse colpito con la coda la superficie del mare per un errore di quota che, per le caratteristiche dell’esercitazione, doveva rimanere inizialmente molto bassa.
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