2021-05-05
«Il governo dimentica i matrimoni»
Il presidente di Federmep Serena Ranieri: «Non abbiamo una data per la ripartenza, piovono disdette E per colpa del coprifuoco, la Grecia e la Spagna ci stanno soffiando gli sposi stranieri»Serena Ranieri è il presidente di Federmep, l'associazione di categoria che riunisce tutti gli addetti al settore dei ricevimenti. Lei stessa ha un'impresa che si occupa di destination wedding: pacchetti dedicati agli stranieri che vengono a sposarsi e a trascorrere la luna di miele in Italia. Manco a dirlo, l'attività è al palo da un anno.Quanto fatturato ha perso il vostro settore?«Nel 2019 avevamo fatturato 50 miliardi di euro. Nel 2020 abbiamo perso l'85%. Per quest'anno abbiamo già stimato un calo del 30%, ma la situazione peggiorerà».Perché?«Perché il decreto sulle riaperture non dice una parola su di noi».Non esistono protocolli per svolgere le cerimonie in sicurezza?«Certo. E sono molto ragionevoli».Cosa prevedono?«Mantenere un metro tra i tavoli e tra ogni persona, unire i conviventi ai tavoli, con un massimo di quattro persone, usare le mascherine Ffp2 quando ci si alza, prediligere location all'aperto, o comunque dehors con i lati aperti per garantire la ventilazione. E si può persino ballare».Sul serio?«Basta mantenere due metri di distanza».Be', ma queste limitazioni non scoraggiano le persone? «No. Perderemmo veramente poco rispetto alle annate normali. Se potessimo ripartire, ci salveremmo da soli».In che senso?«Ci basterebbe questa stagione di lavoro, sia pur parziale, per tenere in piedi le nostre aziende e, quindi, i nostri dipendenti».E il decreto Riaperture s'è scordato di voi?«Così pare. Ma noi abbiamo bisogno di programmare: chi aveva programmato matrimoni a giugno, addirittura a settembre, sta annullando e rinviando tutto all'anno prossimo. E in certi casi, si tratta di gente che aveva già dovuto rimandare al 2021 dallo scorso anno. Il fatto che non sia stata neppure ipotizzata una data - che so, primo luglio, insieme alle fiere - fa sorgere il sospetto che non ci sia proprio l'intenzione di farci ripartire».È così pessimista?«Pensi a un'azienda che si occupa di catering, o di procurare i fiori: merce che va acquistata molto prima dell'evento, in quantità, per assicurarsi i giusti margini di guadagno. Quest'anno, bisognerà comprare all'ultimo secondo e ci sarà il pericolo di dover buttare via tutto, in caso di ulteriori chiusure».Entro quando dovrebbe darvi una data, il governo?«Entro ieri…».È già troppo tardi?«Siamo ancora in tempo. Però domani (oggi per chi legge, ndr) c'è la Conferenza Stato Regioni. E la situazione del nostro settore non è all'ordine del giorno». No?«Eppure, le Regioni avevano predisposto i protocolli. Ora è tutto in mano al cdm. E sa per quale altro motivo è importante sbrigarsi?».Dica.«Perché tante feste si stanno svolgendo clandestinamente. O nei ristoranti, “travestite" da pranzi normali. Non è giusto ed è più rischioso che lasciarci lavorare».Ipotizziamo che il governo vi lasci ripartire. Che succede se fisso un matrimonio a luglio e la mia Regione finisce in zona arancione o rossa?«Ecco, questo è un problema, perché non è un'eventualità che si possa prevedere mesi prima».Dunque?«Dovremmo godere di una sorta di corridoio, per poter lavorare comunque. Magari, applicando ai ricevimenti la logica del green pass o del pass vaccinale. Così entrerebbero al ricevimento solo immuni, guariti e negativi al tampone. La location diventerebbe una zona bianca».Del tetto al numero di invitati, cosa pensa?«Fu una decisione presa dalle Regioni lo scorso anno: non più di 30 persone. Ma ora che abbiamo altre possibilità, questo metodo è inutile e pericoloso. Tre 30 persone pescate a caso, potrebbe pure esserci un positivo».Lei in che acque naviga?«Cattive, perché lavoro con gli stranieri che vengono a sposarsi in Italia. Era il lavoro più bello del mondo, fino al 2019».È tutto fermo.«Sì. Anche per colpa del coprifuoco: perché uno, dall'America, deve venire a sposarsi in Italia, se poi alle 22 deve rientrare? Così abbiamo perso un vantaggio competitivo pazzesco».Rispetto a chi?«A Grecia e Spagna, ad esempio, dove questi limiti non ci sono. Gli sposi, che sono persone giovani, certamente non vengono ad Amalfi, se poi devono andare a dormire alle 22...».