2020-01-31
Il Fmi: «Pensioni giù del 30%». E il Pd esegue
Il Fondo monetario ordina di legare assegno, età del ritiro e contributi versati: questo si tradurrebbe in un salasso per gli anziani. I sindacati, che stanno trattando sull'addio a quota 100, si accorgono della fregatura, mentre il viceministro dem Antonio Misiani si accoda.All'indomani delle elezioni in Emilia Romagna, il governo giallorosso ha avviato in pompa magna il cantiere per la riforma delle pensioni. Da un lato ha compreso di dover scippare alla Lega la battaglia per riportare l'età anagrafica delle uscite dal mondo del lavoro a una soglia più accettabile. Perché andare in pensione a 70 anni non è umano e al tempo stesso non agevola la produttività. Nunzia Catalfo, Cgil, Cisl e Uil si sono incontrati il 27 gennaio, per avviare il confronto istituzionale che si svilupperà nei prossimi mesi. L'idea è quella di trovare un'alternativa a quota 100 e una strada per avviare la pensione contributiva di garanzia per i giovani; discutere del futuro di Opzione donna e Ape sociale che la legge di bilancio 2020 ha prorogato soltanto di un anno. I sindacati si sono detti subito entusiasti, immaginando di creare una forma di quota 101 o 102 (uno schema che consenta di andare in pensione con 62 anni di età e 38 o 39 di contributi. Per i sindacati sarebbe stato il modo perfetto per fare da sponda al Pd e portare a casa un risultato concreto. Tant'è che già nel primo tavolo si è discusso di flessibilità in uscita. In pratica, un modo per consentire a chi lo voglia di godere di una finestra di beneficio purché si affronti un ricalcolo della posizione contributiva. Anche i sostenitori sfegatati della legge Fornero, i cosiddetti competenti docenti universitari di area, non hanno replicato nemmeno di fronte all'ipotesi di un costo sul bilancio dello Stato di una ventina di miliardi. A gettare invece una secchiata di acqua gelida in testa ai sindacati ci ha pensato il Fondo monetario internazionale che nel consueto report d'inizio anno si è rivolto al governo indicando dove tagliare le pensioni. Perché passi la flessibilità, purché sia onerosa, fanno sapere dal quartier generale del Fondo. L'idea è che bisogna andare verso una riforma ispirata alla flessibilità ma che leghi l'età pensionabile all'entità dell'assegno in base ai contributi effettivamente versati nel corso della vita lavorativa. Tradotto un taglio che varia dal 15 al 30%. La reazione dei sindacati è stata - giustamente - stizzita. Evidentemente hanno capito l'inghippo. L'hanno compreso anche per il fatto che il viceministro del Mef, Antonio Misiani, ha pensato bene di rilasciare un'intervista nella quale ha messo in fila le raccomandazione del Fmi senza quasi battere ciglio. Non solo sul tema del reddito di cittadinanza e delle relative critiche, ma appunto sulla riforma delle pensioni. Ammette che quota 100 è da eliminare (nella forma attuale) e alla domanda sul ricalcolo delle pensioni risponde che la discussione è aperta e che comunque bisognerà trovare un modo per sostenere le pensioni delle fasce più basse. Una mezza risposta che sembra tanto essere un'ammissione e al tempo stesso un vincolo dal quale il Pd non potrà smarcarsi. L'altro ieri il Fmi ha pure analizzato lo stato complessivo dell'economia italiana. «Il Fondo monetario internazionale promuove l'Italia anche se quest'anno il deficit salirà al 2,4% più della stima del governo ferma al 2,2%», scriveva ieri Repubblica, omettendo che per lo stesso numero nel 2018 aveva fatto le barricate. Il governo gialloblù, formato da Lega e 5 stelle, andò allo scontro frontale con l'Ue proprio sulla percentuale di 2,4% di deficit. La sinistra e i giornali di sinistra descrissero uno scenario infernale per l'Italia, mentre oggi sono costretti a deviare il discorso per non dover ammettere che i giallorossi faranno più deficit dei predecessori. Sappiamo che è solo il gioco delle parti. L'Fmi parla di conti pubblici per il 2019 «migliori delle aspettative» e segnala che questa circostanza ha «migliorato l'atteggiamento dei mercati». Inoltre - il secondo punto sottolineato dall'Fmi - il rapporto costruttivo tenuto da Roma con la Commissione europea ha consentito di evitare il lancio di una proceduta di infrazione da parte di Bruxelles. Anche l'ultima legge di bilancio viene definita «prudente, nonostante l'introduzione dei due programmi sociali, quota 100 e reddito di cittadinanza e le entrate fiscali siano maggiori delle aspettative». Lo schema, gemello di quello Ue, è sempre lo stesso: anche se i tavoli di crisi sono ai massimi storici si elogia l'economia dell'Italia solo quando i governi sono chini alle politiche internazionali altrimenti si alzano le barricate. Risultato: i giornali portano avanti lo storytelling e intanto si avvia il cantiere per tagliare le pensioni. La controparte che il Pd mette sul tavolo per rimanere al governo.