2019-06-19
Il fantasma della Scala. Tutti dicono Meyer, ma da Roma si chiede un nome italiano
True
Alla fine del consiglio di amministrazione di martedì 18 giugno il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, non ha voluto sciogliere la riserva sul nome del nuovo sovrintendente. «Lo lascio immaginare a voi». Il francese alla guida della Staatsoper di Vienna sembra il favorito. Ma in tempi di sovranismo c'è chi spinge per una guida italiana al Piermarini. Ci sono ancora dieci giorni di tempo.«Alla Scala designato Meyer». «Fumata bianca alla Scala. Il nuovo sovrintendente sarà il francese Meyer». «Meyer verso il posto di Pereira». All'unisono i quotidiani italiani del 19 giugno hanno titolato sul cambio di passo al teatro milanese dopo il consiglio di amministrazione di martedì. Eppure, nel perfetto stile del fantasma dell'opera, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, non ha ancora sciolto la riserva su chi sarà il nuovo sovrintendente. «Abbiamo trovato consenso sul nome. La prima cosa che farò adesso è chiamarlo e incontrarlo» ha detto il primo cittadino. «Il nome lo lascio immaginare a voi», ha aggiunto, innescando l'immediata reazione dei cronisti nel sostenere che non possa essere altro che Dominique Meyer, francese, attuale guida della Staatsoper di Vienna: il suo nome gira da tempo nei corridoi del Piermarini come in quelli di palazzo Marino. Eppure il nome ancora non c'è. Qualcosa non torna. Non a caso il sindaco ha rimandato la decisione ufficiale al 28 giugno, tra dieci giorni, quando il consiglio di amministrazione dovrà ratificare la scelta sul successore di Alexander Pereira. Lo stesso addio dell'attuale sovrintendente austriaco non è ancora chiaro. Nel 2020 a scadenza naturale? O forse qualche mese dopo? In questi ultimi mesi la successione del teatro alla Scala è stata molto dibattuta all'interno del consiglio di amministrazione. Pereira ha provato a resistere fino all'ultimo, chiedendo di chiudere il suo mandato nel 2022, in concomitanza con quello del direttore musicale Riccardo Chailly. Dalla sua Pereira aveva la maggior parte del consiglio di amministrazione, dal numero uno di Eni Claudio Descalzi fino a Giovanni Bazoli, lo storico banchiere che ha fermato la nomina di Carlo Fuortes dell'Opera di Roma. Francesco Micheli, invece, altro componente del consiglio ha sempre tifato per un nome italiano, dopo anni di dominio straniero sul nostro teatro simbolo del mondo. A bloccare la conferma di Pereira è stato appunto Sala, che ha deciso di dare un'impostazione diversa alla nomi e non scendere a patti con le richieste dell'austriaco. Per di più il primo cittadino ha di fatto stoppato il consiglio di amministrazione. Del resto in tempi di sovranismo, con la Lega di Matteo Salvini sempre più forte da nord a sud siamo proprio sicuri che sulla Scala sarà diretta da uno straniero? Da quel che trapela la decisione dovrà passare anche dal ministero dei Beni culturali di Alberto Bonisoli, quindi il governo potrebbe avere un peso non indifferente sulla scelta. Questo giornale lunedì scorso ha dato un'indiscrezione che è molto girata negli ambienti scaligeri. Perché tra i nomi indicati dalla società cacciatrice di teste Egon Zhender non c'era anche quello di Cristiano Chiarot del Maggio fiorentino. O forse in realtà nella lista i nomi sono molti di più e magari un italiano alla fine potrebbe spuntarla.