2021-07-28
Il Covid non ferma la maternità surrogata: negli USA boom di richieste a prezzi ridotti
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Con la pandemia non cala la richiesta di bambini nati dall'utero in affitto. Quel che cambia però è il costo: l'impossibilità di muoversi liberamente ha abbatuto le cifre. E ora si spendono fino a 20.000 dollari in meno per avere un bimbo negli Stati Uniti. La richiesta folle: surrogate sì, ma no-vax. Oltreoceano spopola la richiesta di donne che accettino di non sottoporsi al vaccino anti Covid. Lo speciale comprende due articoli.Nemmeno una pandemia ha fermato la voglia di diventare genitori attraverso la maternità surrogata. Chi pensava che il Covid ci avrebbe reso un po' più attenti e, forse, addirittura diffidenti nei confronti degli altri, si sbagliava. Perché negli Stati Uniti, dove ancora oggi a causa della variante Delta la "normalità" sembra lontanissima, le cliniche che si occupano di maternità surrogata e di assistenza alle portatrici, lavorano a pieno regime. «Il Covid non ha fermato quelle coppie che vogliono diventare genitori a tutti i costi» hanno spiegato dalla Cenceptual Options, una clinica di Los Angeles che dal 1999 svolge il ruolo di connettore tra mamme surrogate e futuri genitori ma anche di trovare donatori di ovuli o di sperma. Certo, le difficoltà non mancano. Se prima infatti i colloqui tra i futuri genitori e la portatrice avvenivano, almeno una volta alla settimana di persona, oggi si utilizza la tecnologia. Muoversi non è solo complicato, ma addirittura pericoloso. «E tutte le cliniche» come ribadiscono da Los Angeles «hanno adottato un severo protocollo Covid-19 che non può essere in alcun modo violato». Il sistema è ancora più semplice del previsto e, soprattutto, economico. Oggi un bimbo nato da una surrogata costa fino a 20.000 dollari in meno del periodo pre-pandemia. Ad abbattere il costo è l'impossibilità di spostamenti per le surrogate. Con la conseguente mancanza di spese per benzina, corsi e attività per le future mamme e massaggi rilassanti. Chi pensava a un calo di richieste, dovuto soprattutto alle consegne in ritardo dei bimbi dovute alle restrizioni - ancora attive - sui viaggi, si sbagliava. La maternità surrogata non ha mantenuto i suoi standard durante tutto il 2020 e, oggi, addirittura, sembra vivere una nuova primavera. Sebbene infatti le difficoltà di spostamento permangano, molte surrogate ritengono questo periodo sia addirittura «il migliore» per portare avanti una gravidanza per altri. È il caso di Princess High, una mamma surrogata che vive nell'area intorno a Milwaukee, 31enne, con un figlio che a oggi è stata portatrice gestazionale per due coppie e ha firmato un contratto con una terza, sperando di servire presto come surrogata. «Quando hanno annunciato il primo lockdown ho pensato "fantastico!" sono incinta, passerò tutto il tempo a casa» ha commentato «La gravidanza procedeva tranquilla, ho lavorato da remoto. Non ho avuto alcun tipo di problema o paura». A seguire la gestazione della ragazza era la ConceiveAbilities, agenzia per surrogate con sede a Chicago, che all'inizio del 2020 ha dovuto fare i conti con i cambiamenti imposti all'inizio della pandemia. «I centri IVF hanno chiuso. Quindi non c'erano davvero pazienti da abbinare, non potevamo abbinare le nostre surrogate. Così quella parte si è fermata», ha spiegato Nazca Fontes, fondatrice e CEO di Conceivabilities. «Ma la volontà di diventare genitori non si è mai interrotta. E ora che vediamo che questa crisi sanitaria che sta cominciando a diminuire, i genitori intenzionati a utilizzare la pratica dell'utero in affitto e che, per qualche motivo, si sono visti costretti a mettere in pausa la loro decisione durante l'ultimo anno, ora sono invece pronti a iniziare questo viaggio».A confermare come il boom di richieste, soprattutto negli Stati Uniti, è anche la dottoressa Mary Birdsall della Fertility Associates neozelandese che ha sottolineato come «Pu r essendo ovviamente difficile viaggiare in un altro Paese per creare un embrione con il proprio materiale genetico in questi tempi di Covid, la volontà di diventare genitori attraverso la maternità surrogata non ha subito una battuta d'arresto». «È difficile per una surrogata viaggiare in una clinica per un trasferimento a causa delle restrizioni di viaggio interne ed è un momento davvero stressante per cercare di gestire una gravidanza a distanza» ha continuato la dottoressa Birdsall «ma pur essendo tutto questo estremamente stressante, l'ironia è che a causa del Covid la voglia maternità surrogata è più attraente in alcuni dei Paesi. Forse è solo un momento, perché il ritmo della vita è rallentato e quindi sembra un buon momento per essere incinta, ma le richieste anziché diminuire sembrano, invece aumentare».<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/il-covid-non-ferma-la-maternita-surrogata-negli-usa-boom-di-richieste-2654009370.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="la-richiesta-folle-surrogate-si-ma-no-vax" data-post-id="2654009370" data-published-at="1627404645" data-use-pagination="False"> La richiesta folle: surrogate sì, ma no-vax Genitori che non solo non vogliono che il loro bambino non sia vaccinato, ma che pretendono che anche la madre surrogata, presente o futura, scelga di non vaccinarsi contro il Covid-19. La folle richiesta arriva, ancora una volta, dagli Stati Uniti dove sono in aumento i casi di genitori no-vax che chiedono, contrattualizzandolo, che le mamme surrogate non si sottopongano al vaccino contro il Covid. Le agenzie di maternità surrogata sono state infatti inondate di genitori che richiedono specificamente donne non vaccinate per portare i loro bambini. In un caso estremo, come riportato dai media statunitensi, una donna ha persino chiesto se era nei suoi diritti far abortire il bambino alla sua madre surrogata, se questa avesse scelto di farsi vaccinare contro la sua volontà. A raccontare questa raccapricciante storia è Victoria Ferrara, fondatrice di Worldwide Surrogacy che a Vice ha spiegato come «una madre surrogata negli Stati Uniti aveva gli stessi diritti al vaccino di un operatore sanitario. Ma la donna in questione si è vista costretta a rifiutare la dose a causa delle pressioni ricevute dalla futura mamma del bambino che, addirittura, minacciava di richiedere un aborto nel caso la donna si fosse comunque sottoposta alla vaccinazione». Ma la follia non finisce qui. Perché alcun famiglie, come ha spiegato Ashley Mareko della Surrogate First, sarebbero anche disposti a pagare le mamme surrogate per non farsi vaccinare. «Alcuni si sono anche detti disposti a pagare il salario mensile per gli ultimi tre mesi di gestazione nel caso in cui le donne avessero perso il lavoro per non essersi sottoposte alla vaccinazione» ha commentato Mareko. L'Organizzazione Mondiale della Sanità e il CDC promuovono entrambi la vaccinazione delle donne incinte, ma rimane un diffuso sentimento anti-vaccino che deriva significativamente dalle teorie della cospirazione, dalla sfiducia nel governo statunitense.A confermare il trend delle mamme surrogate no-vax è Jordan McCutcheon, 28 anni e assistente dentale, che ha dichiarato a Vice di aver addirittura firmato un contratto che permette ai genitori del suo bambino di fare le sue scelte mediche, compresa la decisione di non prendere il vaccino contro il coronavirus. «Questo è il loro bambino» ha commentato «quindi se questo è il modo in cui vogliono proteggere il loro bambino, allora come genitore dovrebbero essere in grado di prendere questa decisione». La donna, che vive in Ohio, si era ammalata di Covid lo scorso novembre proprio durante un viaggio per un primo tentativo di impianto dell'embrione. «Io l'ho avuto, e a parte la perdita del sapore stavo bene. La decisione spetta comunque ai genitori. Non a me».