2019-11-04
Il controllo delle nascite cancella il futuro
Le teorie malthusiane sono diventate il verbo universale nel 1968, influenzando anche la Cina e la sua politica del figlio unico. Poi, il movimento di liberazione femminista, insegnando alle donne a evitare gravidanze «indesiderate», ci ha resi tutti più miseri.La prima idea di controllo delle nascite si trova nel Saggio sul principio della popolazione e i suoi effetti sullo sviluppo futuro della società, pubblicato nel 1798 dal pastore anglicano Thomas Robert Malthus. Più noto come economista, Malthus elaborò la teoria demografica secondo la quale l'incremento della popolazione procede più veloce della disponibilità di alimenti al punto che, nel tempo, la carenza di beni di sussistenza provoca la fine dello sviluppo economico. E, da rigido pastore anglicano, ipotizzò un controllo preventivo da parte dell'uomo seppur basato sulla castità.L'anglicanesimo è una strana religione fondata da un re, Enrico VIII, per una feroce irritazione (un divorzio negato) a causa di una feroce ubriacatura per una giovane donna, Anna Bolena. Tutto questo costò la testa a parecchia gente, ma ci furono esecuzioni ben più creative. Questa era la cosa divertente: il tuo re cambiava religione o ne fondava una, e tu dovevi rinnegare la tua oppure il boia ti spaccava le ossa prima di verificare chi avesse ragione. L'anglicanesimo si deve essere perso non solo il concetto di Provvidenza, ma l'umanesimo cristiano. L'umanesimo cristiano afferma che, se siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio, anche noi siamo creatori e siamo in grado di creare una realtà in armonia con le sue leggi, con la sua volontà e mantenere i bambini che ha deciso che nascano.La fame nel mondo esiste perché l'uomo si è distratto e non ha posto in atto la potenzialità che Dio gli ha dato di moltiplicare le derrate alimentari. Se non siete credenti questo discorso vi sembrerà buffo, quindi restiamo su un piano laico. La dottrina malthusiana vede la ricchezza, il cibo, il mondo come una torta: se qualcuno ha una fetta più grande, uno ce l'ha più piccola. Quindi, se eliminiamo un bel po' di commensali le fette saranno più grosse, mentre se i commensali sono troppi ci si dividerà le briciole. Come notò anche Ralph Waldo Emerson, questa ipotesi non tiene conto delle spettacolari capacità umane di moltiplicare le derrate alimentari. Il tristissimo pastore anglicano, evidentemente privo di qualsiasi fede nell'uomo e quindi anche in Dio, aveva previsto milioni di morti per fame entro il XIX secolo, in fondo incentivando i totalitarismi del XX secolo, il mito della guerra come igiene del mondo, il genocidio come mezzo lineare per avere fette di torta più grandi.Oggi siamo sei volte più numerosi dell'era di Malthus (sette miliardi e mezzo contro un miliardo), eppure gli affamati non sono mai stati così pochi. Il numero di persone che mangiano meno di quanto sarebbe necessario è il più basso di sempre: 795 milioni (216 milioni in meno rispetto al biennio 1990-92), secondo il rapporto Fao del 2015. Anche la qualità della vita delle persone è migliorata, ma le teorie del triste anglicano continuano a imperversare, rilanciate ora dalla piccola Greta Thunberg che rischia di catalogare ogni bimbo come produttore di anidride carbonica.Le tristissime teorie di Malthus - che i numeri dimostrano essere false - sono diventate il verbo universale nel 1968. Ci fu, in realtà, una precisa esigenza economica alla base di questo fenomeno: esiste un'economia «carogna», priva di etica ed è l'economia che vince sulle corte distanze. In quegli anni eravamo tutti in pieno miracolo economico, l'industria aveva bisogno di manodopera, le frontiere erano chiuse. Così, le donne acquisirono il diritto di farsi «sfruttare» in un posto di lavoro, mentre fino a quel momento erano gli uomini che si erano dati da fare. Per convincerle si spiegò loro che avere figli non è poi così bello e che non è vero che vedere il tuo bimbo di due mesi che ti sorride per la prima volta vale qualcosa.Le teorie del triste anglicano influenzarono anche la Cina: chi ha creduto a Karl Marx, Vladimir Lenin e Joseph Stalin può credere anche a Malthus. La Cina ha perseguito la politica del figlio unico con lo sterminio sistematico di milioni di bimbe già nate, uccise artigianalmente per annegamento in un secchio di acqua o con la fame negli orfanotrofi di Stato, oppure prima della nascita con un aborto tardivo, appena se ne determinava il sesso. E quasi sempre questo è stato fatto su una donna recalcitrante: la legge repressiva sulla pianificazione familiare causò migliaia di sterilizzazioni e aborti forzati all'anno.Malthus e la sua corrente malthusiana, che sostiene il ricorso al controllo delle nascite per impedire l'impoverimento dell'umanità, ha creato un'umanità immonda che uccide i nuovi nati o impedisce il concepimento per il terrore di non avere abbastanza. Un'umanità troppo stupida per capire che le nostre potenzialità sono sterminate. Sono stati venduti come diritti dal movimento di liberazione femminile il controllo delle nascite, il diritto a una sessualità «usa e getta» di tipo maschile, il diritto a danneggiare il sistema endocrino, quello riproduttivo e, nei casi meno fortunati, quello vascolare con la pillola anticoncezionale. Insomma, il diritto di uccidere un bimbo.Il femminismo ha avuto due momenti: il movimento di emancipazione femminile e quello di liberazione. Spesso confusi l'uno con l'altro, questi due movimenti sono assolutamente antitetici. Il movimento di emancipazione era un onesto movimento che voleva diritti civili, pari opportunità e il diritto di gestire la propria sessualità. Era un movimento che chiedeva che prima di tutto si fosse persona e poi un uomo o una donna. Era basato sull'amore: l'amore per sé stesse, per gli uomini, per la vita, per il mondo. Il movimento di liberazione è stato, invece, un movimento basato sull'odio isterico per i maschi, per la vita, per la maternità, per la civiltà ebraico-cristiana, per il mondo occidentale e soprattutto per sé stesse. Odio per la maternità e per l'ancestrale potenza che noi donne abbiamo nel dare la vita. Noi abbiamo il nostro corpo fatto in maniera tale da poter accogliere un altro essere umano nelle nostre viscere. Dato che, come diceva Albert Einstein, «Dio non gioca a dadi con l'universo», intendendo dire con questa frase che nel Creato ci sono sempre linee logiche, la mente femminile è tarata sull'accoglienza. Se non ha bambini da accogliere, accoglierà gatti, cani, canarini, pesci rossi o magari falliti e sadici, perché nella sua mente l'accoglienza gira a vuoto. Non avere figli ci spezza il cuore, abortirli ci spezza l'anima, ma una propaganda micidiale (e carissima) ci ha convinto che la peggiore maledizione biblica - «morirai senza figli» - sia un diritto. In effetti, anche il suicidio è un diritto e morire senza concepirli o ucciderli se già concepiti è una forma di suicidio differito: uccido la mia progenie, la mia proiezione nell'immortalità, il mio futuro e il futuro della mia stirpe.Per la guerra alle gravidanze indesiderate sono state investite cifre esorbitanti, sia in campagne dirette sia indirette: pubblicità ai giornali femminili, sostegno a film e documentari. Le lezioni di educazione sessuale insegnano sesso promiscuo e tecniche per evitare gravidanze indesiderate ma nessuno parla di come sia bello avere un bimbo. La guerra alle gravidanze indesiderate ha avuto effetti devastanti. Siamo disperati, miserabili. Dove crollano le nascite crolla il Pil e per ulteriori dettagli sul rapporto tra crollo delle nascite e crollo del Pil raccomando La culla vuota della civiltà. All'origine della crisi di Ettore Gotti Tedeschi e Lorenzo Fontana (edizioni gondolin). Le mancate nascite dal 1968 in poi sono state compensate dal maggiore consumismo. Anche di questo iperconsumismo isterico, caricato cioè di emotività eccessiva e incontrollabile, sono stati paladini i giornali femminili. Siamo convinte che se non abbiamo il rossetto giusto, il mondo crollerà. Il controllo delle nascite è nato nel 1968. Da allora, la depressione è aumentata del 1.200%. Per ulteriori particolari al riguardo, guardate qualsiasi statistica sul numero dei suicidi e del consumo di antidepressivi.