2020-03-28
Il Consiglio Ue è stato inutile. Tutti in attesa di capire se passa la linea Draghi
Charles Michel e Ursula von der Leyen (Ansa)
La follia di Charles Michel e Ursula von der Leyen: festeggiano la scelta di rimandare i coronabond di 14 giorni. La delegazione italiana si coordina direttamente con Palazzo Chigi. Dopo una giornata di scontri, il presidente del consiglio Ue, Charles Michel, e poi la collega della commissione, Ursula von der Leyen, si sono presentati alle telecamere per annunciare che finalmente era stato trovato un accordo per proteggere l'economia europea dal coronavirus. L'accordo consiste nel darsi 14 giorni per trovare un vero accordo, e passare la palla all'Eurogruppo. In quei pochi istanti in cui l'ex premier belga, classe 1975, ha rappresentato l'inconsistenza della carica che rappresenta oltre che l'inadeguatezza della sua figura politica, si è compreso il dramma che i cittadini europei sono chiamati a vivere sulla propria pelle nei prossimi giorni. La posizione di Germania, Olanda e Austria è rimasta la medesima. Non vogliono alcun tipo di mutualità. Né attraverso emissioni dirette né attraverso garanzie per sostenere emissioni targate Bei, Banca europea per gli investimenti. Il fronte del Nord non ha voluto nemmeno spacchettare il Mes, fondo Salvastati, e concedere liquidità per nuovi strumenti aggiornati alla situazione attuale, quella che Mario Draghi ha definito una guerra. Mercoledì i leader di Francia, Italia, Spagna e altri sei Paesi avevano chiesto, in una lettera indirizzata proprio a Michel, la creazione di uno strumento comune di debito europeo in grado di sostenere i Paesi più in difficoltà. Anche a costa di gestire garanzie separate, senza coinvolgere il resto dell'Ue. L'obiettivo era forzare la mano e far comprendere a Germania&C. il rischio di rompere l'euro. Il blitz non è riuscito. A un certo punto, giovedì sera, i funzionari italiani avrebbero affermato che la discussione dei leader si sarebbe conclusa senza alcuna dichiarazione comune. Dopo l'incontro, l'ufficio del primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, ha dichiarato che il suo governo ora si aspetta che l'Eurogruppo presenti «proposte concrete di finanziamento a medio e lungo termine». Tuttavia, il premier olandese, Mark Rutte, ha dichiarato di non potersi «immaginare alcuna circostanza in cui» i Paesi Bassi sostengano l'opzione di emettere debito comune. La cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha detto che fornire ai Paesi l'accesso al Mes è l'opzione preferita della Germania senza aggiungere dettagli. «Nel Mes abbiamo uno strumento di crisi che apre molte possibilità e che non mette in discussione i principi di base della nostra azione comune e della nostra responsabilità individuale», ha chiosato. Lasciando virtualmente il microfono alla von der Leyen, che sempre giovedì sera ha chiuso la conferenza stampa notturna chiedendo ai leader Ue di mostrarsi uniti con «amore e compassione». Si è ben guardata dal calcolare quante persone moriranno nei prossimi 14 giorni e quante aziende falliranno in queste due settimane nell'attesa che si trovi una soluzione comune che è al di fuori dal Dna dell'Unione. Due settimane sono un lasso di tempo incommensurabile per un virus come il Covid-19. Ma chi siede sulle poltrone più alte di Bruxelles non ha gli strumenti per capirlo. I ruoli apicali sono connaturati ad attività schematiche e routinarie che confliggono con le sfide delle prossime ore. L'ha detto bene Draghi. Ma un sasso non può correre. A meno che non lo si prenda a calci. Vedremo se qualcuno sarà in grado di indossare la veste del dispensatore di pedate politiche e se, dopo aver fatto rotolare i sassi, l'Ue resterà unita. Nel frattempo ci avviamo alla quotidianità delle trattative. Visto che gli schieramenti sono invariati, il ruolo dei cosiddetti sherpa sarà fondamentale. A quanto risulta alla Verità, a coordinare il team dovrebbe essere Palazzo Chigi e non il Mef. Il che lascia intendere che a dare gli input sarà Giuseppe Conte con l'aiuto della rappresentanza italiana permanente guidata dall'ambasciatore Maurizio Massari e coordinata dall'aggiunto Michele Quaroni, esperto tecnico cresciuto alla scuola di Tomaso Padoa Schioppa. Il team porterà avanti la linea di condivisione del rischio o almeno di una parziale mutualità. L'idea di Roberto Gualtieri, ancora pro Mes, finisce accantonata anche nella filiera pratica e logistica delle trattative. A maggior ragione dopo il discorso di ieri sera tenuto alla Nazione da Sergio Mattarella la linea Draghi avrà la prevalenza. Almeno sul fronte interno italiano. Nei prossimi giorni, in parole povere, capiremo chi detta la linea agli sherpa. E come si assesteranno i nuovi equilibri di potere. Mattarella ha chiesto di superare i vecchi schemi e di trovare un'azione comune. Tradotto: si cambia politica anche se non c'è alcuna certezza dell'esito finale. Conte ne è il temporaneo portavoce e la sua permanenza a Palazzo Chigi sembra sempre collegata a doppio filo alla pandemia. Più dura il picco, più resta premier.
La commemorazione di Charlie Kirk in consiglio comunale a Genova. Nel riquadro, Claudio Chiarotti (Ansa)
Il food è ormai da tempo uno dei settori più di tendenza. Ma ha anche dei lati oscuri, che impattano sui consumatori. Qualche consiglio per evitarli.
Charlie Kirk (Getty Images)
Carlo III e Donald Trump a Londra (Ansa)