2020-12-15
Il consiglio per la gara miliardaria: «Parlate con Zingaretti o Bettini...»
Nel procedimento per corruzione a carico del governatore del Lazio (poi archiviato) le intercettazioni con l'emissario del gigante rosso Manutencoop. La previsione di Salvatore Buzzi che però non fu creduto dal gip,Nel processo Mafia Capitale il governatore del Lazio Nicola Zingaretti è stato iscritto sul registro degli indagati per aver reso in udienza dichiarazioni false o reticenti su alcune circostanze. Ma anche in questo caso la procura di Roma ha chiesto l'archiviazione. L'ennesima. Il governatore, lo ricordiamo, quando l'ex procuratore Giuseppe Pignatone andò in pensione, lo chiamò telefonicamente per salutarlo cordialmente.Mercoledì abbiamo parlato della controversa gara Cup della Regione Lazio, tornata d'attualità per il nuovo processo d'appello a Roma, per cui il segretario del Pd era stato accusato di turbativa d'asta ed è stato prosciolto.Oggi affrontiamo un'altra importante gara bandita sempre nel 2014 dalla Regione Lazio del valore di 1 miliardo e mezzo di euro, sulla quale Buzzi fece agli inquirenti importanti dichiarazioni che non vennero ritenute credibili.Per questo Zingaretti venne prima iscritto sul registro degli indagati per corruzione e poi archiviato. Come la gara per il Cup, anche questa procedura venne bandita ad aprile 2014, divisa in 8 lotti e sempre secondo Buzzi assegnata politicamente: 7 lotti alla maggioranza e uno alla opposizione. Se ne parla abbondantemente nelle intercettazioni ambientali captate nell'ufficio di Luca Odevaine, già a capo dei vigili della provincia di Roma proprio con Zingaretti e vicecapo di gabinetto con il sindaco della Capitale Walter Veltroni dal 2001 a 2008. Odevaine nei vari filoni d'inchiesta Mafia capitale ha patteggiato una pena a cinque anni e due mesi. Buzzi e Odevaine si conoscono dal 2001. Odevaine nel 2013 si ritrova disoccupato e dà vita a Integrazione una fondazione con sede in via Poliziano e costituisce alcune cooperative sociali che si occupano di migranti. Buzzi remunera le attività di Odevaine con 5 mila euro al mese e sovente si reca negli uffici di via Poliziano per periodici incontri che gli investigatori monitorano con telecamere e microspie a partire dal gennaio 2014.Il 30 gennaio 2014, ben tre mesi prima che la gara della energia venisse pubblicata, Odevaine riceve Fabio Bellomo, mediatore d'affari che, in questo caso, rappresenta gli interessi della bolognese Manutencoop, la più grande cooperativa di servizi della Legacoop con oltre un miliardo di fatturato e decine di migliaia di occupati. Bellomo, nelle intercettazioni ambientali, riferisce che la gara sarà di 1,6 miliardi e sarà divisa in otto lotti. Odevaine afferma «che per queste questioni è il capo di gabinetto (Venafro ndr) a gestire le carte su tutta la struttura».Il 3 febbraio Odevaine riferisce a Buzzi che Manutencoop gli ha presentato il direttore commerciale e che c'è questa gara da 1,6 miliardi e che Manutencoop è interessata.Odevaine continua: «Sembrerebbe che questi sarebbero disposti diciamo così a… essere molto generosi se uno riesce a dargli una mano. Tu con Venafro in che rapporti sei?». Buzzi: «Tranquilli… quasi inesistenti». Odevaine: «C'abbiamo qualcuno perché io vorrei evitare di farlo direttamente, in prima battuta, […] che possa andare a parlare con Venafro per capire 'sta roba […] o se c'è uno spazio?».Il 10 marzo Odevaine torna ad incontrare Bellomo e gli dice che conosce bene Venafro perché hanno lavorato insieme in Provincia e che il capo di gabinetto è uomo di Bettini («Quello che Goffredo gli dice di fare lo fa»), che «Zingaretti non se lo voleva portare appresso in Regione» e che «è lì perché Goffredo glielo ha imposto». Infine gli fa presente che quello «è un buon momento per… parlare con lui (Bettini, ndr), perché lui è… in campagna elettorale per le europee». Sempre Odevaine consiglia di «fare insieme a loro con Goffredo (Bettini ndr) e con Nicola (Zingaretti ndr) perché sono in qualche modo sia Nicola che Goffredo debitori nei loro confronti…». Ad aprile 2014 la gara viene bandita ufficialmente e il 29 maggio 2014 c'è la clamorosa la previsione su chi vincerà la gara di Buzzi: «Un miliardo e mezzo de gara, sei lotti alla maggioranza e uno alla opposizione». Odevaine: «Ma sono otto i lotti». Buzzi: «Sette lotti… tre alle cooperative». Odevaine: «Non sono otto? Buzzi: «Sette… tre alle cooperative, tre alle imprese e uno all'opposizione».Buzzi si sbagliava, ma di pochissimo: i lotti erano otto e non sette, ma le sue previsioni rispetto ai vincitori erano esatte. Nel corso di questa intercettazione con Odevaine emerge un interessante richiamo alla vicenda dell'imprenditore Luca Parnasi, sotto processo per la vicenda dello stadio della Roma. Buzzi: «N'artro forte è lui, Calicchia (Antonio, segretario del Consiglio regionale del Lazio, già con Zingaretti ed Enrico Gasbarra alla Provincia di Roma, ndr)». Odevaine sorride: «Hai capito?». Buzzi: «Co' Parnasi se saranno fatti i sordi per generazioni veramente […] Io pure so' buono a fa' er palazzo eh!... tu me lo paghi prima». Odevaine: «Chiaro». Buzzi :«La sai la storia di Parnasi co' Zingaretti, la torre dell'Eur? Quello… te la compro prima e tu la costruisci. Cazzo pure io…». Mario Schina (condannato a quattro anni) interviene: «Zingaretti mo sta un po' all'angolo» e Buzzi replica: «Te pare che Zingaretti non sa niente?». Schina: «No è chiaro». Per chi non ricordasse si tratta dell'acquisto da parte della provincia di Roma di una delle due Torri dell'Eur costruite dal Gruppo Parnasi, acquisto per il quale la provincia ha speso centinaia di milioni di euro. A quanto ci risulta sarebbe ancora in corso un'inchiesta della corte dei Conti che vede sotto indagine Gasbarra, Zingaretti quali ex presidenti della Provincia e Virginia Raggi quale Presidente della città metropolitana per ingenti danni erariali.Torniamo alla gara del calore, che si è conclusa il 22 dicembre 2015. Le cooperative vincono due lotti: il primo del valore di 204 milioni di euro è andato a Manutencoop e il settimo da 82 milioni al Consorzio cooperative costruzioni di Bologna. La profezia di Buzzi di tre lotti alle cooperative non si avvera solo perché il Cns […] coinvolto pesantemente nella inchiesta Mafia Capitale, di cui Buzzi era membro del Consiglio di Sorveglianza, è stato escluso. Nonostante gli arresti del 2 dicembre 2014 e l'avviso di garanzia inviato a Elisabetta Longo, direttore centrale Acquisti regione Lazio, quest'ultima, anche se indagata per la gara del Cup è stata lasciata alla guida della nevralgica direzione. Inoltre Buzzi nell'interrogatorio del 23 giugno 2015 ricostruisce le sue predizioni e spiega che «era conoscenza» della spartizione «per averlo saputo da Luca Gramazio» capogruppo di Forza Italia in Regione e che tale assegnazione dei lotti tra cooperative e imprese private era decisa «secondo le indicazioni di Giuseppe Cionci», l'editore che Buzzi definisce «l'uomo dei soldi di Zingaretti». Il gip Flavia Costantini che ha deciso l'archiviazione di Zingaretti e Cionci ha anche scritto, riassumendo il verbale di Buzzi: «Il lotto dell'opposizione era gestito da Gramazio, il quale si era a lui rivolto. Cionci era un personaggio che gravitava introno al presidente della regione Zingaretti» e «nel corso della campagna elettorale di quest'ultimo […] si erano rivolti a Cionci per le dazioni di denaro finalizzate a sostenere le spese delle campagne elettorali».Ma anche in questo caso Procura e Tribunale ritengono che il «compagno» Buzzi non è credibile quando accusa Zingaretti. «Anche in tal caso si deve tener conto della natura de relato di parte delle dichiarazioni di Buzzi» scrive la gip Costantini nel decreto di archiviazione, «nonché dell'assenza di conferme da parte di Gramazio e della genericità di altra parte delle sue affermazioni». Resta una domanda: come mai la Longo, indagata per la gara Cup, non è stata sostituita da Zingaretti nella direzione ufficio acquisti che ha nominato la commissione del calore? Buzzi nei suoi interrogatori ha detto che «la top gun» non si cambia. E alla fine vissero tutti felici e contenti.
(Ansa)
L'ad di Cassa Depositi e Prestiti: «Intesa con Confindustria per far crescere le imprese italiane, anche le più piccole e anche all'estero». Presentato il roadshow per illustrare le opportunità di sostegno.
Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)