2021-08-06
«Il Colle m’ha fatto Cavaliere per le mie cure domiciliari e ora mi trattano da no vax»
Pietro Luigi Garavelli (Ansa)
Il primario Pietro Luigi Garavelli sotto accusa dopo l'intervento alla marcia anti green pass di Alessandria: «Ho solo spiegato che il vaccino non basta. Che amarezza, non parlerò più di Covid»Quella che leggete è una delle ultime interviste al professor Pietro Luigi Garavelli. «Non parlerò più di Covid», ha giurato. Convincerlo anche semplicemente a sfogarsi è stato difficile. È un uomo deluso. Amareggiato. La settimana scorsa, ha tenuto un discorso dinanzi alla folla che manifestava contro il green pass, ad Alessandria. Subito dopo, l'ospedale Maggiore di Novara ha aperto la procedura per un'eventuale azione disciplinare nei confronti del primario di Malattie infettive. Valuta sanzioni anche l'Ordine dei medici. Un paladino delle terapie domiciliari con l'idrossiclorochina, diventato l'eroe dei malati cui ha salvato la vita, viene trattato come un sovversivo. Il pretesto è il solito: esprimi un dissenso? Sei per forza un no vax. «Per il mio impegno contro il Covid, il presidente Sergio Mattarella mi ha nominato Cavaliere. E poi mi batostano…». Come si sente?«La gamba mi fa male, perché sta cambiando il tempo».Cos'ha alla gamba?«Sono caduto il 29 dicembre sul ghiaccio, provocandomi una distorsione al ginocchio destro e una frattura al femore. Ho un esito in anchilosi».Che vuol dire?«Ho una limitazione della flesso-estensione della gamba. E questo potrebbe portarmi all'impianto di una protesi. Cosa che vorrei assolutamente evitare. Quando cambia il tempo ho veramente male e ho i pensieri più cupi possibili».In che senso? Non penserà di fare qualche sciocchezza?«Voglio dire che ho pensieri cupi sul mio stato di salute».Perché è sceso in piazza con i no pass?«Ero in Alessandria. Sono stato invitato da amici a dare il mio contributo, a fornire qualche spiegazione. Sono stato contestato, sono andato via e poi sono stato letteralmente ributtato dentro».Come mai era stato contestato?«Avevo premesso che mi sono vaccinato».Quindi, non è vero che lei è un no vax.«Ma per favore… Io sono vaccinato, mia moglie pure. Tra noi è in corso un dibattito furibondo, perché lei non vuol far vaccinare la figlia di 13 anni. Io sono più pragmatico».In che senso?«Vorrei farla vaccinare il più presto possibile, così potrà riprendere l'anno scolastico senza tante grane. Se per andare a scuola deve vaccinarsi, meglio quello che lasciarla a casa in Dad».Ma in piazza che ha detto di scandaloso?«Ho parlato dei vaccini e del grande vanto del Piemonte: le terapie domiciliari precoci. Ma ho aggiunto che bisogna sempre stare attenti, che anche chi si è vaccinato e ha il green pass non deve scambiare la sua condizione per un liberi tutti».Roberto Speranza sottoscriverebbe…«Sarà che ho invitato la gente ad andare a casa tranquilla, perché il Piemonte è l'unica Regione che ha un protocollo per le cure precoci».Lei sostiene che il vaccino, da solo, non basta. È questo che dà fastidio ai piani alti?«Io penso che le cure domiciliari precoci possano essere complementari ai vaccini».Non è una follia. Le terapie domiciliari in che consistono?«Una serie di farmaci: idrossiclorochina, cortisone, eparinici… È il protocollo ufficiale della Regione Piemonte, peraltro elaborato da tutta una serie di tecnici fra i quali non figuro io».Domanda complottista: tanta ostilità dipenderà dal fatto che sono farmaci già esistenti, che magari costano pure poco?«Non lo so. Le dico di più: se c'è una cosa che non ho mai saputo nella vita, è quanto costino i farmaci».Lei è come quello che va a fare sempre spesa, ma non sa quanto costa un litro di latte?(Risata) «Glielo confermo».Perché il suo ospedale e l'Ordine dei medici valutano sanzioni, se lei non è un no vax né uno spargitore di fake news?(Sospira) «Non lo so… Non lo so… Non lo so. Guardi, non solo io ho interrotto ogni comunicazione sul Covid, ma ho annullato persino la partecipazione a un importante evento, a metà settembre».Che evento?«L'International Covid summit, che avrà il clou nella presentazione del protocollo di cure precoci nella Sala Capitolare del Senato».E non ci andrà?«No. Mi ha invitato ufficialmente la senatrice Roberta Ferrero. Ma, fedele alla consegna di non parlare più di Covid, ho rinunciato».S'arrende così?«Prima la salute».Che teme? Di cadere nella spirale che potrebbe aver fatto crollare il povero professor Giuseppe De Donno?«Semplicemente, ho deciso di tirare tutti i remi in barca e di pensare alla mia salute».Continuerà a pensare anche a quella dei suoi pazienti?«Assolutamente. Continuerò a fare quello che devo fare, ma con tutto ciò che è di contorno, ho chiuso».Chi lotta per un dibattito scientifico meno dogmatico, a che santo si deve votare?«Non lo chieda a me».Così vincono loro.«Non so chi vince e chi perde. Io voglio starmene tranquillo».Ripeto: si è arreso.«No, no. Non è una resa. Lei non conosce la mia storia».La racconti.«Io ho una valanga di hobby: dalla numismatica, all'araldica, all'esoterismo, ai romanzi storici. Ne ho scritto anche uno di successo. Inoltre, da medico, ho la percezione del fatto che la vita oggi c'è e domani non c'è più».Quindi?«Se non fosse arrivato il Covid, che mi ha ridato un colpo d'ala, io mi sarei già ritirato fra le colline dell'Alessandrino».Se non altro, il Covid ha contributo a tenere in trincea un medico valido.«Ha contribuito a tenermi in trincea fino all'infortunio. Spero non dopo: almeno, significherebbe che la pandemia è finita».Insomma, lei vuole che passi un messaggio: Garavelli non s'arrende, Garavelli torna a fare quello che aveva già programmato. L'imprevisto, semmai, è stato il suo rinnovato impegno durante la pandemia.«Sa che io sono socio del Lions club di Villanova d'Asti? Quest'anno sono Officer distrettuale e devo programmare una serie di eventi. Ho tanto da fare».Ci illustra meglio queste sue passioni?«Ho studiato la storia della mia famiglia, un'antica famiglia veneziana. Ci ho scritto tre libri. Ho scritto anche una favola per bimbi, premiata. Ho scritto un racconto vero per il 90%, Il Vangelo perduto. Campione di vendite in Piemonte nel Natale 2019».Appena prima del Covid. «Appunto: le fa capire che ero già pronto a occuparmi d'altro. Ho avuto l'ultimo colpo d'ala, l'ultimo brivido, per dare un senso all'inverno della mia professione medica».Rifarebbe tutto?«Sì».Anche andare in piazza?«Quello no. Perché mi ha amareggiato. Tenga conto che io sono uno dei pochi alessandrini a essere stato insignito, nel 2019, del maggior riconoscimento cittadino, l'Oscar provinciale del Successo. A mio nome - tra i pochi italiani - ho anche una malattia, la malattia di Zierdt-Garavelli. Sono su tutti i libri di medicina».Scusi l'ignoranza, di che malattia si tratta?«È la parassitosi più diffusa al mondo, la blastocistosi».Un malaccio brutto?«Nooo… È una parassitosi intestinale che dà diarrea. Ma la vuol sapere la storia del Vangelo perduto? È bellissima. E il libro è più bello del Codice da Vinci».Sentiamo.«Nel IV secolo, il Concilio di Nicea salva i quattro Vangeli canonici e scarta gli apocrifi, quelli che raccontano un altro Cristo. Salto in avanti: epoca delle Crociate. Il Papa manda a supporto di Alessandria i Templari, tra i quali un Baliano, nipote dell'ultimo difensore di Gerusalemme».E che succede?«Baliano ristruttura la chiesa più antica di Alessandria, allora intitolata a Santa Maria Maddalena di Betania». Ok. Poi?«Altro salto: periodo tra le due guerre. A Villa Vitale, ora mia, abita un diamantaio che raccoglie migliaia di antichi libri ebraici. Questa raccolta è ora in un bunker alla National library di Gerusalemme».Sono voli pindarici, proviamo a seguirla.«Agosto 2016: sto per partire e arrivano a casa mia importanti ebrei. Stanno per giorni con il metal detector e i georadar nella mia villa e nei dintorni».Che cercano?«I libri mancanti nella raccolta di Gerusalemme: forse i Vangeli apocrifi. Il perché li cercassero, non ho potuto rivelarlo…».Può rivelarlo a noi?«Sono ragioni legate all'esoterismo ebraico: sono testi apocalittici, che descrivono il tempo in cui verrà il vitello rosso, nascerà l'ebreo puro e il vitello rosso sarà sacrificato dall'ebreo puro. Si ricostruirà il Tempio di Salomone e Cristo scenderà fra gli uomini. Ma prima bisogna trovare dei testi che dimostrino la natura umana e non divina di Cristo».Non intenderà mica che il Covid c'entra con l'apocalisse?(Ride) «No, non c'entra niente. C'entra, però, una parte importante della mia vita. Che presto tornerà ai suoi vecchi amori. Ecco, vorrei che capiste questo».Cioè?«Io non sto fuggendo. Sto tornando ai miei vecchi amori».Chissà. Forse, il silenzio di Garavelli sarà davvero il suo urlo più forte.
Palazzo Berlaymont, sede della Commissione europea (Getty Images)
Manfred Weber e Ursula von der Leyen (Ansa)
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