2020-05-23
Il Che Guevara del M5s ora sogna Bruxelles
Riccardo Ricciardi (Ansa)
Riccardo Ricciardi, che ha pugnalato la Lombardia con l'avallo dei big grillini e di Giuseppi, è un gruppettaro ed ex sceneggiatore di serie B. Ma dopo la sua recita in Aula può aspirare a un posto in Europa. Un bel salto, per uno che viveva tra campeggi, pub e centri sociali.Un attacco a freddo. Preparato con cura, studiato nei tempi e nei modi, affidato al figurante più adatto per la raffica alla schiena della Lombardia. Non c'è nulla di improvvisato né di spontaneo come si vuole far credere, nel discorso di Riccardo Ricciardi, il Che Guevara di Massa (come lo chiamavano al liceo Rossi, voto di maturità 67/100, rumore di calcio nel sedere), che ha infiammato la Camera con la sua piazzata pop. Il gregario di Roberto Fico ha parlato con toni e modi che non avrebbe potuto permettersi senza l'avallo dei vertici del Movimento 5 stelle, almeno degli ortodossi, i presunti duri e puri dei quali fa parte. Con un effetto surreale: mentre lui randellava affastellando parole per surriscaldare il clima, il presidente della Camera lo richiamava alla sobrietà nascondendo sotto la mascherina un certo compiacimento. E sospendeva la seduta solo quando il rosario di fake news era stato completato. Giuseppe Conte ha subito preso le distanze dall'agguato con i consueti toni curiali («Opinioni personali, non ho aizzato nulla»), ma nella galassia grillina i sostenitori di Luigi Di Maio ritengono che il premier abbia avallato il colpo di mano, buono anche per mandare un segnale al ministro degli Esteri, da sempre dialogante con l'opposizione. L'episodio è la conferma di un Movimento balcanizzato, in fibrillazione permanente, che il commissario Vito Crimi non riesce a tenere unito e che ad ogni decreto potrebbe applicare il voto isterico. Questa volta serviva un cecchino, l'hanno trovato in teatro a Massa. Ricciardi ha 38 anni e un curriculum variegato all'amarena come i gelati che vendeva al pub Wolfy dove ha imparato la dura legge del marciapiede. Un'estate da assistente al campeggio Principina, una stagione da vice pizzaiolo alla pizzeria Mizzy di Montignoso, poi il sogno in calzamaglia nera sui palcoscenici locali del teatro off. Comincia a scrivere testi, a girare documentari, a partecipare a un numero spropositato di concorsi artistici e sagre. Va per tentativi dentro il perimetro calduccio della sinistra alle vongole nella Toscana rossa: ambientalismo, giustizialismo, culturalismo. Più l'orecchino da freak che fa sempre alternativo. Si laurea in cinema, musica e teatro all'università di Pisa. In pochi anni sforna più sceneggiature cinematografiche di Elmore Leonard, ma per sua sfortuna dimenticabili (Compagne di banco, Fagioli, Il latitante). Poi passa al teatro e si cimenta anche con Arthur Miller (Erano tutti miei figli) in un attimo di distrazione del dio del palcoscenico. La sua opera del destino è Black Bloc, in cui celebra i noti criminali metropolitani che (siamo nel 2015) hanno da poco messo a ferro e fuoco Milano. Spiega il Beckett del vaffa che «l'unica soluzione per un ragazzo che si sente oppresso è alzare il conflitto, agire con violenza, distruggere i simboli della società che lo strozza». Si immaginano gridolini eccitati negli attici di via Spiga a Milano e su certe sdraio di Capalbio. La vita fa il resto, c'è chi diventa Giorgio Albertazzi e chi Riccardo Ricciardi; c'è chi si confronta con Fëdor Dostoevskij e chi con Beppe Grillo. Lui entra in empatia con il comico, risponde ai canoni classici del reclutamento e si candida a sindaco di Massa. L'avventura però è un fallimento. I cittadini non si fidano delle sue spacconate e quando promette: «Se vinco faccio venire in Comune la guardia di finanza» più che attirare consensi li fa evaporare. Arriva terzo, 12% dei voti, solo consigliere comunale. Per consolarsi fa l'animatore al centro estivo Cip e Ciop.Il Movimento cresce nel Paese e un pasdaran come lui può fare comodo. Alternativo, vicino ai centri sociali, inventa il trecentesimo festival della memoria (Memofest di Seravezza, provincia di Lucca) e riesce ad attirare icone rosse come Ilaria Cucchi, Pier Camillo Davigo, Sandro Ruotolo, Piergiorgio Odifreddi, ma anche Francesco De Gregori. La chiamata del destino arriva nel 2018, quando la piattaforma Rousseau lo sceglie e lo scaraventa in Parlamento con l'onda di piena. L'ex gelataio (evidentemente un upgrade per la casa) che violentò Arthur Miller adesso ha i valletti a disposizione e un appannaggio di 15.000 euro al mese. Non male per un rivoluzionario apuano da circolo Arci, che a Montecitorio scopre i vantaggi della «coscienza inquieta a stipendio fisso» (cit. Carlo Emilio Gadda). Vicecapogruppo vicario, durante il lockdown Ricciardi morde il freno e fa le prove generali contro il sindaco di Massa della Lega, Francesco Persiani. Lo vede in una foto Facebook sulla spiaggia deserta e come un drone impazzito gli si scaglia contro. È il classico quarto d'ora warholiano, buono per farsi offrire l'affogato alla vodka quando tornerà al pub Wolfy. Una coraggiosa fucilata alla schiena della Lombardia vale di più, almeno un posto al Parlamento europeo.
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