2021-10-20
Il certificato blocca 100.000 braccianti e i raccolti finiscono a marcire nei campi
Un quarto della manodopera agricola è ferma. Aziende sotto organico. Pierangelo Boatti (Copagri): «Così si favorisce il lavoro in nero».Senatrice non mostra il green pass. Sospesa dall'Aula per dieci giorni. Il blitz di Bianca Granato (Ac) a Palazzo Madama blocca l'esame degli emendamenti alla card. Lo speciale comprende due articoli.L'obbligo del green pass potrebbe rischiare di favorire il lavoro nero nell'agricoltura così com'è concepito. Inoltre, vista la carenza di personale, c'è anche il rischio che i prodotti agricoli finiscano per marcire sugli alberi o nei campi perché non c'è nessuno che li raccoglie. «Va sottolineata la tendenza all'aumento del lavoro nero causato dal green pass, in quanto i lavoratori no vax che non possono lavorare in regola, potrebbero andare ad esercitare comunque senza contratti e senza restrizioni Covid. Dai vari raccolti saremo tra un mese in periodo di potatura e sarà indispensabile porre regole rigide per poter tutelare l'esigenza lavorativa di tante imprese agricole». A parlare è Pierangelo Boatti, titolare della casa vitivinicola Monsupello e responsabile vitivinicolo e agricolo per Copagri, associazione che raccoglie 200.000 imprese del settore. Secondo un'analisi Coldiretti, circa 100.000 lavoratori italiani e stranieri su un totale di 400.000 non potranno lavorare per raccogliere i frutti della terra. «Per non lasciare marcire le produzioni sugli alberi è importante intervenire per facilitare l'accesso al lavoro di quanti sono in regola», afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che «l'attività agricola è legata ai cicli stagionali delle coltivazioni e non può essere fermata».Bisogna insomma muoversi in fretta. L'agricoltura non può attendere e serve manodopera sui campi. Anche perché il problema riguarda anche i lavoratori vaccinati con soluzioni non riconosciute dall'Ema. Secondo Confagricoltura, circa un terzo dei lavoratori in agricoltura è straniero, il 60% dei quali di provenienza extracomunitaria. Molti non sono vaccinati o hanno ricevuto vaccini ancora non riconosciuti dalle autorità sanitarie europee (Sputnik, Sinovac, etc.).«Il ministero del Lavoro deve controllare tutte le aziende agricole e scovare i dipendenti che potrebbero lavorare in nero», dice Boatti. «Con l'obbligo del green pass, il fenomeno del lavoro in nero nell'agricoltura è esploso e serve che qualcuno faccia controlli a tappeto per fermare il lavoro irregolare. Dai vari raccolti sia viticoli che agricoli saremo tra un mese in periodo di potatura e sarà indispensabile porre regole rigide per poter tutelare l'esigenza lavorativa di tante imprese agricole».Come spiega Prandini di Coldiretti, «in primo luogo la semplificazione e la velocizzazione delle operazioni di controllo aiuta le aziende agricole che, essendo all'aperto, non possono contare sui tornelli per la verifica all'ingresso dei lavoratori e in questo contesto è importante rendere disponibili alle aziende celermente i dati di chi è in regola con il green pass. Per garantire l'adeguata copertura degli organici necessari a salvare i raccolti», continua Prandini, «è urgente però introdurre strumenti flessibili, concordati con i sindacati, che consentano a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter collaborare temporaneamente alle attività nei campi ma c'è la necessità di prorogare i permessi di soggiorno ai lavoratori stagionali extracomunitari già presenti in Italia e di pubblicare il decreto flussi 2021».Le associazioni di categoria non sono state ascoltate prima del 15 ottobre, insomma, e ora rischiamo di pagare un conto molto salato. «Come Copagri chiediamo un incontro con il ministro dell'Agricoltura e le altre associazioni di categoria. La vendemmia è ormai finita e ora c'è il problema degli altri raccolti», dice Boatti. «Se non si trova una soluzione il rischio concreto è che il cibo non arrivi sulle tavole degli italiani. Non perché non viene trasportato, ma perché nessuno lo raccoglie». Il problema non è solo che la frutta o la verdura non vengano raccolte. In più, bisogna considerare che, se nessuno raccoglie, i campi e le piante si rovinano. «Il problema», spiega il numero uno di Monsupello, «è che si rischia un danno enorme per tutto il settore e nessuno delle istituzioni sembra interessarsene. Come associazione vorremmo un incontro con il governo, con il premier Draghi e se non veniamo ascoltati porteremo in piazza a Roma 10.000 trattori in arrivo dalle aziende che appartengono alla nostra associazione», sottolinea Boatti. «Nessuno ha sottolineato che quest'anno c'è stata un annata drammatica per lo Champagne», continua l'esperto del vino. «Abbiamo assistito a cali produttivi enormi e questo comporterà un aumento dei prezzi del 20% sul mercato», dice Boatti. «In Francia il mondo della viticoltura si è mosso in fretta per trovare una soluzione e per evitare che migliaia di aziende andassero a picco. In Italia le istituzioni non stanno facendo abbastanza e molti dipendenti resteranno senza lavoro». Dopo la vendemmia, insomma, ora c'è grande preoccupazione per il raccolto delle altre varietà. Se non si trova la quadra, il rischio per il mondo agricolo è quello di non avere sufficiente controllo sulla propagazione del virus a causa di chi lavora in nero o non poter fare affidamento sulla forza lavoro che porti avanti i raccolti e dunque il fatturato aziendale. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/il-certificato-blocca-100-000-braccianti-e-i-raccolti-finiscono-a-marcire-nei-campi-2655325269.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="senatrice-non-mostra-il-green-pass-sospesa-dallaula-per-dieci-giorni" data-post-id="2655325269" data-published-at="1634681095" data-use-pagination="False"> Senatrice non mostra il green pass. Sospesa dall’Aula per dieci giorni La seduta della commissione del Senato che doveva procedere nell'esame del dl green pass è stata sospesa a causa del green pass. Di quello, cioè, che la senatrice di L'alternativa c'è, Bianca Granato, non ha esibito al suo ingresso prima a Palazzo Madama e quindi nell'Aula, provocando un inevitabile subbuglio, una immediata reazione da parte del presidente dem Dario Parrini, la conseguente interruzione dei lavori e, a coronamento di tutto, la sanzione del Consiglio di presidenza comminata e motivata in Aula dalla presidente del Senato, Elisabetta Casellati in persona. Morale della favola, l'esponente della componente del gruppo Misto costituita dai transfughi grillini che hanno rifiutato di sostenere Mario Draghi, è stata interdetta per dieci giorni da tutti i lavori del Senato e dall'ingresso stesso nel Palazzo. Ma non è tutto, perché nella nota diramata dal massimo organo della Camera Alta, si specifica che d'ora in poi analogo divieto e analoga sanzione sarà adottata nei confronti di tutti coloro che tenteranno di emulare la Granato. Un blitz, per la verità, abbastanza annunciato, se è vero che quest'ultima, contestualmente alla presentazione degli emendamenti al ddl di conversione in legge del decreto che da questa settimana obbliga tutti i lavoratori a esibire la certificazione (attualmente in esame alla commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama) aveva già fatto sapere lunedì di voler presentarsi senza esibire il pass. Detto, fatto: dopo aver «forzato» il primo controllo all'ingresso principale, la Granato si è accomodata nel suo seggio in commissione, ma proprio in virtù di quanto aveva anticipato nelle ore precedenti, è stata invitata ad allontanarsi dai colleghi più intransigenti, a partire dal presidente Parrini. Al suo rifiuto, l'interruzione dei lavori e il procedimento disciplinare. Resta ora una questione che non è di poco conto: non potendo più la Granato entrare in commissione per circa due settimane di lavori, le proposte di correzione al decreto del governo ora, a norma di regolamento, rischiano di decadere se non illustrate dal proponente. Il che, potrebbe riproporsi per altri parlamentari e per altri provvedimenti, alterando di fatto gli equilibri parlamentari e quindi la stessa rappresentanza. «Se non mi fosse data - ha detto a caldo la senatrice - di difendere gli emendamenti che ho presentato e questi decadessero, sarebbe un atto gravissimo. Voglio informare i cittadini - ha aggiunto - del grave pericolo che sta correndo la democrazia in Italia». La commissione è stata poi riconvocata in serata al termine dell'aula e si rivedrà oggi nel primo pomeriggio, per stabilire i tempi d'esame degli emendamenti al decreto presentati da Lega, M5s, FdI e Ac, peraltro convergenti in larga parte su temi come il prezzo calmierato per i tamponi, l'allungamento della validità da 48 a 72 ore e del pass ai guariti dal Covid negli ultimi 12 mesi».
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)
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Lo spettacolo Gabriele d’Annunzio, una vita inimitabile, con Edoardo Sylos Labini e le musiche di Sergio Colicchio, ha debuttato su RaiPlay il 10 settembre e approda su RaiTre il 12, ripercorrendo le tappe della vita del Vate, tra arte, politica e passioni.
Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida (Ansa)