2020-04-09
Il cardinal bolletta batte cassa e impone «con umiltà» la carità ai vescovi
Konrad Krajewski (Alessandra Benedetti/Corbis/Getty Images)
Konrad Krajewski scrive agli alti prelati perché «offrano» lo stipendio al fondo del Papa per restare in comunione con lui a Pasqua.Non dovrebbe andare a coprire le famose bollette, ma uno stipendio mensile di cardinali, arcivescovi e vescovi è stato caritativamente reclamato dal cardinale elemosiniere del Papa, il polacco Konrad Krajewski.Quasi un anno fa il cardinale, poi ribattezzato «elettricista», o cardinal «bolletta», si era, infatti, calato nel pozzetto del contatore elettrico di uno stabile di Roma al numero 55 di via Santa Croce in Gerusalemme, stabile occupato abusivamente e in cui non si pagava la bolletta elettrica da circa sei anni. E luce fu. «Da questo momento, da quando è stato riattaccato il contatore, pago io, non c' è problema», disse prontamente Krajewski, ma a quanto risulta quelle famose bollette, sicuramente fino al dicembre scorso, non sono state saldate.Ma la caritativa richiesta pasquale dello stipendio alle eccellenze reverendissime pare proprio che non servirà a saldare il conto elettrico. Leggendo il testo delle missiva datata 4 aprile e fatta pervenire a cardinali, arcivescovi e vescovi è chiaro il riferimento della gentile richiesta per l'emergenza sanitaria: «Propongo e chiedo umilmente», scrive l'elemosiniere, «di offrire uno stipendio mensile da devolvere alla carità del Papa e in questo modo partecipare alla sofferenza di tanti».Il nobile intento è indiscutibile e in fondo molto più soft del dimezzamento proposto da Vito Crimi per gli stipendi dei parlamentari. Però è la motivazione a lasciare un po' così. La moral suasion del cardinale elemosiniere parte dall'impossibilità per porporati, arcivescovi, vescovi, e per tutti coloro che compongono la Cappella pontificia, di partecipare alle celebrazioni papali per la santa Pasqua. Le misure di distanziamento sociale lo impediscono, lo sappiamo, quindi per compensare questa partecipazione liturgica e spirituale come ovviare?Semplice, per essere «intimamente uniti e in modo speciale al nostro Pontefice che “presiede alla comunione universale della carità"», basta togliersi uno stipendio. Basta un clic. Basta, dice il cardinale polacco, «dare le disposizioni allo Ior per fare un giroconto intestato a: Elemosineria apostolica, con causale “Per la carità del Papa - Settimana Santa 2020"». Basta un giroconto per supplire alla mancanza liturgico spirituale, d'altra parte non si parla di «economia della salvezza»? Abituato ai blitz nei pozzetti elettrici, il cardinale è forse diventato esperto anche di blitz nei conti correnti. Perché può darsi che le eminenze e le eccellenze volessero farla di propria iniziativa, la carità. Tra l'altro il richiamo evangelico è quello per cui quando «tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra». Nei dicasteri sotto quarantena la caritatevole richiesta ha fatto venire qualche fastidio, per la serie «io la carità la faccio, ma senza bisogno del suggeritore».Comunque dovrebbero essere circa 250 tra capi dicastero, segretari e altri prelati coloro che potrebbero compiere questo atto di «solidarietà», un bel gruzzoletto. Sarà poi il Papa a «decidere la destinazione» di questa elemosina «umilmente» reclamata. Ma è proprio sulla modalità della richiesta che qualcuno storce il naso: inusuale e con una certa sfrontatezza. Non ci si deve meravigliare perché il furore caritativo che contraddistingue il bravo cardinale polacco è ormai cosa nota. Quando scese nel famoso pozzetto a riallacciare i fili della luce fece capire che la sua motivazione era quella di obbedire alla legge di Dio piuttosto che alla legge degli uomini, visto che non si potevano lasciare senza luce e acqua calda poveri e famiglie abusive. Poco rileva che dentro quello stabile poi ci fossero anche attività svolte a pagamento, dalla discoteca al centro culturale, quello del cardinale elettricista veniva considerato il gesto di un obiettore di coscienza. Dopo un anno, di vera legge giusta con portata universale da restaurarsi contro l'arbitrio del legislatore umano non si scorge traccia. Adesso nel mirino dell'elemosiniere ci sono gli stipendi dei colleghi, un obiettivo facile. Far sborsare alle eminenze e alle eccellenze i loro emolumenti è operazione da sicuri applausi, resta quella perplessità sul fatto di barattare la mancata presenza liturgico spirituale con la «spontanea» devoluzione dello stipendio. Si poteva anche chiedere a cardinali, vescovi e prelati di unirsi spiritualmente e magari lasciare alla carità di fare il suo corso, una questione di «economia della salvezza».