2020-08-05
Il bando per i banchi verso un altro flop. E stavolta l’Azzolina rischia di saltare
Lucia Azzolina (Antonio Masiello, Getty Images)
Oggi scade la nuova gara per gli arredi a rotelle: per le imprese, forniture e tempi restano proibitivi. Il ministro e Domenico Arcuri nei guai.Delle due l'una: o c'è qualcosa che nessuno sa e nessuno ha potuto prevedere (eventualità che non può certamente essere esclusa), oppure il duo formato dal commissario Domenico Arcuri e dal ministro Lucia Azzolina si è infilato in un vicolo cieco.Stiamo parlando dell'ormai famigerata gara per i banchi scolastici, in vista dell'apertura delle scuole il prossimo 14 settembre. Oggi è un giorno decisivo: secondo il bando, scade infatti proprio il 5 agosto il termine entro cui le imprese fornitrici devono far pervenire le loro offerte. Il termine originario era il 31 luglio, ma la scadenza è stata prorogata, realisticamente perché - a quel momento - nessuno si era fatto vivo. Si tratta, è bene precisarlo, di una fornitura-monstre: in origine, l'ipotesi era 1,5 milioni di banchi tradizionali in legno e 1,5 milioni di banchi a rotelle. Secondo Emidio Salvatorelli, che guida Vastarredo, azienda leader nell'arredo scolastico, le ultime richieste, in base alle esigenze delle scuole, sarebbero in realtà 2 milioni di banchi tradizionali, 500.000 a rotelle, e 700.000 sedie. Ma cambia poco: secondo l'efficace sintesi di Salvatorelli, siamo «nel mondo dell'immaginazione». L'imprenditore ha affrontato il tema giorni fa con Il Foglio e poi in tv da Nicola Porro a Quarta Repubblica, e ha accettato di arricchire e precisare le sue valutazioni parlando con La Verità: «Sento parlare di soggetti stranieri che dovrebbero rispondere, ma ho seri dubbi. Intanto, ogni Paese Ue ha le sue aziende e in questo campo le esportazioni non sono frequenti, se non verso i paesi in via di sviluppo». «Poi», ha proseguito Salvatorelli, «per questi prodotti esistono standard rigorosi e prove di resistenza da svolgere presso laboratori abilitati: insomma, non si può improvvisare questo tipo di produzione. E soprattutto, poiché nell'emisfero Nord del mondo le scuole riaprono a settembre, tutte le imprese del settore sono già impegnate nei mesi estivi».Salvatorelli avanza obiezioni di fondo: «Prima di dire: “Facciamo una gara europea", si sono chiesti se li conoscevano i fabbricanti europei?». Domandiamo all'imprenditore una seconda volta se ritenga che a questo punto le imprese italiane siano da considerare fuori gioco, visti i tempi e le quantità ingestibili del bando: «Anche al di là di questo bando, noi già dobbiamo consegnare 200.000 posti a sedere. Lei ha idea di cosa voglia dire?». E qui Salvatorelli si lancia nella parte più divertente, e insieme più inquietante, perché assolutamente ragionevole, delle sue obiezioni: «Diciamo che Tizio presenta un'offerta oggi, 5 agosto, e, in base alla nuova tempistica, si aggiudica la gara e firma il contratto il 12 agosto. Il 13 agosto dovrebbe procurarsi i materiali. Per 200.000 banchi servono 1 milione di chili di acciaio. Servono anche 32 autotreni per i pannelli di truciolare. Si rende conto? E dove li trovi in pieno agosto?». E non finisce qui. Posto che, non si sa in base a quale miracolo, i prodotti vengano realizzati, occorrerebbe consegnarli entro il 12 settembre, secondo il nuovo calendario. «Ecco», conclude il presidente di Vastarredo, «solo per 200.000 banchi servono 400 tir da 15 metri ciascuno, immagini una fila di 6 chilometri. Ha capito?».Nel dialogo con Salvatorelli, competente quanto gentile e disponibile, proviamo a giocarci il jolly: «Non sarà che al governo hanno già pensato a qualche fornitore cinese?». Anche qui, però, l'obiezione dell'imprenditore pare insuperabile: «Dal più vicino porto cinese, occorrono 24 giorni di navigazione per arrivare in Italia. Veda lei…». Battuta finale strepitosa: «Mi pare che qualcuno si sia comportato come uno che entra in un supermercato e chiede di comprare 2 milioni di scatolette di tonno. Secondo lei come lo guardano?». Sta di fatto che il bando è già stato modificato due volte: non solo con lo slittamento di 5 giorni, come detto, ma anche togliendo un altro vincolo impossibile che era stato inserito in prima battuta, quello per cui un'impresa avrebbe dovuto avere all'attivo una produzione di 400.000 banchi nel triennio precedente. Ma anche queste correzioni non hanno mutato l'atteggiamento delle aziende. Ecco il commento sferzante di Assoufficio di Federlegno: «La firma del contratto con gli aggiudicatari è slittata dal 7 al 12 agosto e i tempi di consegna dal 31 agosto all'8 settembre, con un margine massimo di ritardo nelle consegne che passa dal 7 al 12 settembre, con le relative pesanti penali. Verrebbe da dire tanto rumore per nulla: ma davvero il ministro Azzolina e il commissario Arcuri pensano che slittare di 5 giorni possa essere la soluzione? I quantitativi non sono certo diminuiti e le ore di una giornata non siamo ancora riusciti a moltiplicarle». Conclusione: «Nel caso in cui il governo abbia già rapporti con fornitori esteri, a loro facciamo i nostri auguri, perché l'opera è titanica, rischiosissima e a nostro avviso impossibile».A questo punto, è il caso di trarre qualche conclusione, anche perché l'apertura delle scuole di ogni ordine e grado è ormai imminente (ieri tra l'altro il ministero ha pubblicato le linee guida anche per le scuole dell'infanzia, che non prevedono le mascherine per i bambini). Prima ipotesi: Arcuri e Azzolina estraggono un improbabile coniglio dal cilindro. Seconda ipotesi: in mancanza di conigli o sorprese imprevedibili, i banchi restano quelli attuali, e quindi il commissario e il ministro saranno costretti o a modificare le loro opinioni sulle distanze tra gli alunni o ad ammettere che la scuola inizierà in condizioni insicure (rispetto all'asticella di sicurezza che avevano fissato). Se si verificasse questa seconda ipotesi, in ciascuna delle sue possibili varianti, resterebbe una sola via d'uscita dignitosa: le dimissioni.
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